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A Sciambere: Cari compagni, amici e non so del PD: ammucchiate.

Scritto da  Sabato, 27 Aprile 2013 09:32

Cari compagni, amici e non so del PD: ammucchiate.

C’era un’espressione, mutuata probabilmente dal gergo dei giocatori di carte, che i ferajesi di altri tempi usavano frequentemente, e che suonava così: “Ammucchiamo!”

La usava chi, rendendosi conto di aver sbagliato nel condurre un lavoro o un’impresa qualsiasi, e prima degli altri aveva il coraggio di segnalare ai suoi compagni d’avventura che era in caso di arrendersi all’evidenza, smontare quello che era stato erroneamente fatto, rimettere insieme tutti gli elementi e ripartire da zero.

Arrendetevi all’evidenza: la vergognosissima vicenda della quarta votazione per il Quirinale, nella quale siete riusciti in un colpo solo ad impallinare il vostro fondatore ed il vostro segretario (persone sulla personale onestà delle quali metterei una mano sul fuoco) ha fatto scendere la vostra già precaria credibilità politica complessiva sotto zero.

Siete ormai come quei pugili suonati che stanno in piedi solo perche stretti nell’angolo si aggrappano alle corde in attesa di un gong che non arriva, mentre l’avversario pesta. Quale altro cazzotto dovrete prendere, prima che il secondo pietoso lanci l’asciugamano? Quale rospo ingoierete e farete ingoiare a chi vi ha votato? Forse l’impunità concessa al cavaliere che dopo avervi vomitato addosso i peggiori insulti, ora vi liscia?

Non avete molte strade per uscire dall’angolo: una ve l’ha indicata la Serracchiani: il repulisti, individuare i 101 “traditori” stanarli e buttarli fuori, e pensionare tutti i loro capobastone, la sola altra (e più realistica) è appunto "l’ammucchiamo", è riconoscere che quell’operazione di fondere a freddo DS e Margherita fu una gigantesca cazzata, fu il tentativo di fare accoppiare un monopattino con una capra sperando che figliassero qualcosa di diverso da un moderno partito “socialdemocratico” europeo, un processo che fini per produrre un’accolita delle incertezze senza spina dorsale, una quasi sempre perdente insipida trasversalità senza comuni radici, senza una sua originale cultura.

Per il bene della democrazia nel nostro paese è opportuno uno sparigliamento delle carte: è bene che la sinistra (vera) si ricompatti e che i moderati (veri) si ricompattino (se poi i moderati eleggeranno Renzi o Monti, Letta 1 o Letta 2 le differenze per la vita della gente saranno minime).

Guardiamo un poco oltre il nostro naso e prendiamo atto che prima o poi le bolle speculative populiste (quella berlusconiana e quella grillina) scoppieranno, lasciando però in campo la necessità di rappresentare con strumenti nuovi, le differenziate voglie di cambiamento di onestà, di pulizia, di buon governo dei cittadini progressisti e conservatori d’Italia.

Per allora (e potrebbe accadere prima di quanto si immagini) occorrerà disporre di elementi capaci di aggregare il consenso di una sinistra ed una destra “normali”. L’ibrido (sterile) PD potrebbe fungere solo da ostacolo. Ammucchiate

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