Salotto di Procchio, Elba, mercoledì 20 luglio, ore 21.00. Piero Carboni, un ragazzino livornese di sette anni che vede nel sottoscala di casa di un suo parente cinque teste in pietra e chissà perché non se ne dimentica. Divenuto adulto, durante la Seconda Guerra mondiale, tra le macerie della stessa abitazione ritrova quelle teste, ricordo d’infanzia, ridotte però di numero a tre e di cui una danneggiata. Tra tutto quel che vede, sceglie di trarle in salvo. Finita la guerra apre una carrozzeria e, nel corso della sua lunga vita professionale, sistema le teste nelle varie officine, visibili a tutti gli avventori. Le teste rimangono lì dagli anni Cinquanta fino a quasi tutti gli anni Novanta, indisturbate e fiere solo della loro bellezza. Ed oggi sono custodite in un luogo segreto, sempre a Livorno, pronte a farsi vedere da tutto il mondo.
Questa la storia raccontata nel Diario di Piero Carboni e presentata nel volume Amedeo Modigliani. Le pietre d’inciampo. La storia delle vere teste di Modigliani, edito nel maggio scorso dall’editore Sillabe e che ha avuto già un ottimo riscontro di critica e di lettori.
Un volume completo ed organico sulle teste ritenute di Modigliani, corredato da immagini, documenti, testimonianze – curati da Maurizio Bellandi, nipote di Piero Carboni – e dalle più recenti perizie. Il risultato finale è la ricostruzione di un insieme solido e congruente dell’intera vicenda dal suo inizio fino ad oggi.
La casa editrice presenta al pubblico del Salotto di Procchio mercoledì 20 luglio alle ore 21.00 il volume con un’intervista all’autore e un intervento teatrale di Michele Crestacci che interpreterà le parole e i pensieri di Piero Carboni in uno storytelling che cadenzerà le tappe della sua storia personale.
La serata si concluderà con un ulteriore omaggio al pittore livornese con lo spettacolo “Modigliani” scritto da Alessandro Brucioni e Michele Crestacci. Monologo di Michele Crestacci.
è ora di non sottrarsi…
Per anni, da storica dell’arte, ho accuratamente evitato di scrivere di Amedeo Modigliani. Anzi, per essere più precisa, non in quanto storica dell’arte ma in quanto livornese, classe 1964, dunque ventenne nel pieno degli studi universitari quando la fortuna critica di Amedeo Modigliani incappò nell’umiliante battuta d’arresto della celeberrima beffa. Da allora in poi, quando non era possibile sottrarsi, ho passato la mano a colleghi forestieri.
Vigliacca? Certamente; anche un po’ scaramantica (è noto che occuparsi di Modigliani non ha mai portato troppo bene ai livornesi) e pigra; perché studiare sul serio Modigliani significa avere poche, fragili informazioni per le mani, poche speranze di trovarne altre e, soprattutto, saper distinguere quelle vere da quelle fatte passare per vere...
Così, quando ho ‘inciampato’ in Maurizio Bellandi che ha cercato me e mia sorella Isabella dopo aver letto un articolo di nostro nonno Fabrizio su Modigliani risalente agli anni Cinquanta, la prima tentazione è stata di comportarmi come sempre, cioè smarcarmi elegantemente.
Ma l’ho voluto incontrare (e qui ho fatto il primo errore) e poi ho voluto leggere il diario di suo nonno Piero Carboni (e qui ho fatto il secondo errore).
Allora ho deciso da editore di fare ciò che avevo sempre evitato di fare come autore: occuparmi di Amedeo Modigliani. Pardon: occuparmi di Piero Carboni.
Certo, Maurizio mi ha dato un materiale grezzo interessantissimo: il diario del nonno e poi le carte del processo per le teste in suo possesso, le perizie… etc.: tutte cose che scoprirete, accuratamente redatte e ordinate, in questo libro. Ma ciò che mi ha fatto capitolare è stato il diario, ovvero la storia della vita di Piero Carboni. E in questa storia le pietre d’inciampo sono una parte fondamentale degli ultimi anni, ma certamente non l’unica. Per arrivarci si deve percorrere una vicenda comune a molti uomini e donne della sua epoca: la guerra e gli sfollamenti, il rientro in una città devastata dai bombardamenti e la sua ricostruzione.
Niente di nuovo se non che la prosa di Piero Carboni – carrozziere amante dell’arte, a sua volta artista e geniale inventore della personalizzazione del mezzo di trasporto privato (per lo più vespe e macchine) con la vernice a spruzzo – definisce con esattezza una vita sorprendente nel suo essere pienamente e consapevolmente vissuta.
Allora ho pensato alla nostra collana “Profili” dedicata, come quella antica degli editori Formìggini e poi Bietti, agli uomini e alle donne illustri e ho capito che la biografia di Carboni vi si inseriva perfettamente: illustre egli stesso per aver vissuto con passione e per aver saputo affrontare e difendere con quella stessa passione l’incontro con le pietre d’inciampo e, attraverso loro, con il suo illustre concittadino Amedeo Modigliani.
Maddalena Paola Winspeare
Editore