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Didattica a distanza e le problematiche dell'esame di maturità

Scritto da  Leonardo Arrighi Venerdì, 01 Maggio 2020 10:21

 

In questa situazione drammatica, a dir poco assurda e sconvolgente, è difficile parlare di questioni come sviluppi futuri, ritorno alla normalità e provvedimenti che verranno attuati una volta che quest'ultima sarà in parte ristabilita.
Ma ciò che più preoccupa noi giovani, studenti e maturandi in particolare, è la scuola: le lezioni a distanza, che circa un mese fa sembravano scomode e infattibili (contando anche il ritardo con cui sono state attuate, prevalentemente per mancanza di comunicazione fra Ministero, docenti e studenti, e dopo le fondate lamentele di genitori e alunni riguardo all'eccessiva mole di compiti rispetto alla qualità e alle ore di spiegazioni), ora sono diventate la nuova realtà scolastica e, ormai sicuramente, sarà la modalità con cui porteremo a termine questo anno.
Indubbiamente, l'esame di maturità rappresenta l'incognita maggiore di questa situazione, sia perchè è ancora tutto molto confuso sia per il fatto che, per un argomento tanto delicato, è necessaria la massima cura nonché grande attenzione.
In queste ultime settimane molte questioni sono saltate fuori: docenti interni o esterni (oppure entrambi), rientro a scuola per l'esame, modalità di orale e scritto, e molto altro ancora.
Quello che è certo per ora riguarda principalmente il primo punto: la soluzione più logica, ormai ufficiale, corrisponde alla presenza dei soli sei interni (più un presidente esterno) sia per evitare spostamenti inutili che per agevolare gli studenti, già svantaggiati dalla mancanza del normale metodo di insegnamento e confronto scolastico.
La prova quindi consisterà in un colloquio orale su un argomento concordato tra studente e professore, oltre che sulle specifiche materie dell'indirizzo.
Sulle modalità per lo svolgimento della maturità si è assistito anche ad un acceso dibattito: nel post datato 19/04/2020, il più recente sull'argomento al momento, rispondendo ad un appello dello scrittore Paolo Giordano (pubblicato sul Corriere della Sera), che aveva chiesto "una prova orale in carne e ossa, dentro la loro scuola, con i loro insegnanti radunati ad ascoltarli", poiché "si tratta di un’occasione unica, che non si ripeterà in seguito...Nessun surrogato digitale può sostituire quell’esperienza", ha risposto: _«Come docente conosco bene il peso specifico che questa prova ha nella vita dei nostri ragazzi. Mi sono battuta fin dall’inizio dell’emergenza per salvaguardare gli Esami. L’Italia infatti è tra i Paesi, in Europa, che hanno deciso di mantenerli e di non annullarli. Anche per questo, come ho già detto ieri, auspico davvero che ci sia la possibilità, come anche tanti ragazzi ci stanno chiedendo, di svolgere almeno l’orale in presenza. Ovviamente nelle giuste condizioni di sicurezza per la salute di tutti»_ .
Ha anche affermato che in un tempo relativamente breve avrebbe preso una decisione; per quanto afferma adesso, ciò che era apparso evidente era che anche lei fosse improntata verso un orale in luogo scolastico.
E Infatti, Conte ha recentemente annunciato che, nonostante il rientro a scuola avverrà con tutta probabilità a settembre, per le classi quinte verrà fatta un'eccezione, permettendoci di fare un'esame in presenza, seppur con le dovute precauzioni (prova che sarà logicamente più complessa di quelle degli altri anni, in quanto sarà valutata con tutti e 40 punti, data l'assenza delle prove scritte, i restanti 60 dipenderanno dall'andamento generale dello studente). Comunque bisogna infine tenere conto degli avvenimenti che prenderanno piede nell'arco di quest'ultimo periodo e delle disponibilità delle varie scuole.

 

Leonardo Arrighi

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