“Senza memoria non c’è futuro”, dice lo striscione della foto di “Elbareport”. E’ un inno di speranza, che lega la vita di chi ci ha preceduto a quella di chi seguirà, dando al presente il senso di appartenenza a un ‘continuum’ -la Storia- che lo sottrae alla provvisorietà, per affidargli il compito di costruire una prospettiva: il nostro presente sarà nuova memoria se avrà saputo intravedere e disegnare il futuro.
E infatti possiamo dire anche che “senza futuro non c’è memoria”: chi vive in un presente fuori dalla Storia, delimitato dalla contingenza, dal “giorno per giorno”; chi si limita a rappresentarsi come in un gioco di ruolo che sconta la sua finitezza e si contenta del “domani è un altro giorno e si vedrà”; chi non sa cosa vuole, ma solo quel che vuole o vorrebbe sembrare o essere qui e ora, non ha bisogno di memoria -o forse ne ha addirittura paura-. Tuttalpiù si conforta con la nostalgia dei tempi andati, che per definizione non tornano -non hanno futuro-.
Il nostro 25 aprile non è il ricordo di un evento, anche forte, anche eroico, certo drammatico. E’ la memoria di una speranza nutrita da chi viveva in giorni cupissimi di disperazione, e ha tuttavia avuto il coraggio di guardare avanti, di credere che sarebbe stato possibile riconquistare libertà e dignità, e insieme prosperità e vita vera in un mondo “dove sia bello lavorare e far l’amore, dove il morire sia volontà di dio”, come cantavano quei quattro matti dei Gufi negli anni Settanta. E’ la consapevolezza di una lotta che continua, perché libertà e dignità sono sempre in bilico, e la prosperità ancora di più; e la necessità di concepire prospettive nuove e aperte, di elaborare disegni e progetti, di fondare impegni e speranze è sempre più urgente e attuale.
Il 25 aprile non celebra un glorioso evento trascorso, la conclusione di una guerra coraggiosa e vinta: il 25 aprile rammenta a tutti noi che la guerra per “cieli nuovi e terre nuove” cominciata allora è ancora tutta davanti, e lo resterà sempre finché un solo uomo rimarrà privato della pace, della libertà e della speranza. Il 25 aprile non è un ricordo, ma uno sguardo proiettato in avanti, un impegno: solo chi non ha futuro non ha memoria, e chi non ha memoria non ha futuro.
La lotta Resistenza continua.
Luigi Totaro