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Marino Garfagnoli: Portoferraio ieri, oggi e domani

Scritto da  Marino Garfagnoli Lunedì, 20 Maggio 2019 09:08

 

In questi giorni si leggono molte opinioni e ricette per curare i mali del centro storico di Portoferraio, consigli e programmi su come rivitalizzarlo e renderlo più bello e accogliente.


E’ certo difficile trovare ricette pronte che garantiscano un risultato immediato. La mia non è una ricetta ma una riflessione, preliminare, che potrebbe essere un punto di partenza, da condividere con la comunità in un percorso partecipato, per realizzare una attenta pianificazione urbana.


Portoferraio oggi è una cittadina complessa e articolata, sviluppatasi purtroppo in maniera disorganica, che riveste e assume molteplici funzioni, intimamente connesse al suo ruolo nell’isola per la sua dimensione e per la sua vocazione, quale capoluogo del territorio insulare dell’intero arcipelago.


Ieri Portoferraio era un’isola fortificata dalle dimensioni imponenti, un possente avamposto militare nello scacchiere dell’alto Tirreno.


Domani Portoferraio deve salvarsi dall’approssimazione e dall’incuria, e per questo è necessario pianificare alcuni interventi all’interno di una visione sistemica.


Qualsiasi nucleo urbano, dal più piccolo alle megalopoli è paragonabile ad un organismo vivente in cui si svolgono molteplici funzioni; ognuna delle sue parti deve avere un ruolo specifico e interconnesso all’interno di tale sistema. Alcuni parti, poi, rappresentano centri vitali per il suo funzionamento.


In questi anni abbiamo assistito alla perdita e, in alcuni casi, ad una confusione e sovrapposizione di funzioni delle varie parti, senza che ognuna di esse fosse dotata dei suoi indispensabili strumenti per poter funzionare autonomamente e svolgere il suo ruolo all’interno dell’organismo urbano.


Le zone periferiche, rispetto all’isola fortificata, devono avere, come tutte le altre aree, delle connessioni funzionali che garantiscano loro le funzioni vitali. Potremmo distinguere tali aree in zone turistiche, residenziali e miste (Bagnaia, Magazzini, Schiopparello, Forno, Biodola, Scaglieri, Enfola, Viticcio).


Poi vi sono le aree residenziali limitrofe o meno al centro (San Giovanni, Bucine, Valle di Lazzero, Val Carene, Foci, San Martino, Val di Denari, Albereto, Padulella, Carpani). Qui le funzioni devono essere più specifiche per la residenzialità al fine di garantire collegamenti, servizi, spazi verdi e tutto quello che risulti utile e necessario in base alla storica vocazione della zone e al suo assetto attuale.


Eccoci alle arterie e alle zone commerciali e residenziali, le aree dedicate al commercio della media distribuzione e quelle artigianali.


Ovviamente l’area portuale, quella turistica e quella commerciali devono trovare le loro funzioni all’interno della complessiva riqualificazione dell’intero golfo: traffico portuale, diporto, servizi, parco territoriale; un grande e necessario sviluppo della città lungo tutta la sua linea di costa che percorre l’intero e inimitabile golfo.


Ecco questo complesso e intricato sistema urbano (come ci insegnano tutti coloro che pianificano il paesaggio) deve trovare una sua sintesi in una visione d’insieme, integrata e interconnessa alle funzioni e alle vocazioni di ogni singola parte.


In quest’ottica dovrà risaltare l’armonia e la bellezza della città fortificata, del suo centro storico che rappresenta il cuore pulsante di tutta l’urbe.


Il piano del verde, un significativo intervento paesaggistico e ambientale per il recupero eco-sistemico del tessuto urbano, garantisce l’estetica urbana, nella forma e nella sostanza.


Ma è il centro, l’isola fortificata, che assume, nel momento della pianificazione, un ruolo strategico per poter essere di nuovo, in chiave moderna, il cuore pulsante di Cosmopoli.


Come? Attraverso una progettazione specifica. In ogni struttura urbana, anche la più complessa vi è un centro fisico che ognuno ricerca e identifica, il Duomo, la Cattedrale, ect. A Portoferraio questa funzione si è dispersa, consumata e nessun luogo della città può esserne depositario. Un buon punto di partenza è esserne consapevoli ed iniziare una ricostruzione del centro, cosicché l’antica Piazza d’Armi torni ad essere un punto vitale dell’intera struttura urbana. Poi tutte le auto, sparse ovunque nella città fortificata, dovranno trovare gradualmente e progressivamente altra collocazione, assicurando nel contempo l’accesso e la mobilità. Molti interventi andranno programmati per il recupero degli altri punti vitali della città assegnando loro, in chiave moderna e logica, nuove funzioni, che garantiscano la vita all’intero organismo urbano.


Marino Garfagnoli

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