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Approvvigionamento idrico ed autonomia amministrativa dell'Arcipelago

Scritto da  Enzo Sossi Sabato, 28 Novembre 2020 09:29

 

Riceviamo e pubblichiamo:

 

“L’acqua non ha nemici”: è un proverbio che circola in diversi Paesi dell’Africa equatoriale. Da quelle parti l’acqua, oltre ad essere onnipresente nei detti popolari, ha ispirato i nomi di molte persone ed è legata a una spiritualità diffusa che venera l’acqua come una divinità.


Per molte persone l’acqua è una merce rara e una risorsa preziosa. Se quello per l’acqua dolce è un conflitto che ha angustiato l’umanità da tempo immemorabile, ai giorni nostri mostra ben pochi segni di attenzione.


Quindi, forse è vero che l’acqua non ha nemici, ma questa sostanza vitale e tutt’altro che eticamente neutrale. L’acqua crea molti nemici!

E l’Elba?

L’isola come le altre isole dell’Arcipelago Toscano, ha problemi di autonomia idrica. E’ nota la presenza di numerosi pozzi privati, ma in caso di emergenza idrica non sono in grado di soddisfare la domanda locale.


Occorre affrontare la questione idrica e cercare di trovare il bandolo della matassa, con una soluzione che non può che essere multidisciplinare: dai pozzi privati, alla condotta sottomarina, alle reti di distribuzione, al dissalatore.


Il 47% dell’acqua arriva dai pozzi locali, dove l’utilizzo deve essere parsimonioso per garantire la ricarica delle falde e della qualità.
Il 53% arriva dalla Val di Cornia attraverso la condotta sottomarina, costruita nel 1984, che parte dalla costa piombinese fino alle rive elbane, che ha compiuto 36 anni e presenta problemi di stabilità con rischi di rottura dovuti al trascorrere del tempo, alle sollecitazioni delle correnti marine, al traffico delle navi passeggere. Si rende urgente progettare la costruzione di una nuova conduttura sottomarina con le conoscenze e le tecnologie del Terzo millennio.


Gli acquedotti elbani hanno uno sviluppo della rete di circa 460km in totale, i cui impianti le cui condutture devono essere ristrutturati e rimodernati, si deve investire e fare lavori di straordinaria manutenzione, dove serve costruirne di nuovi, questo con urgenza per evitare inutili dispersioni o perdite d’acqua lungo la rete idrica.


Finalmente, sono iniziati i lavori di costruzione dell’impianto di desalinizzazione nella piana di Mola, tra Capoliveri e Porto Azzurro, la cui utilità è lapalissiana in quanto, quando sarà operativo, darà all’isola una maggiore autonomia idrica. La costruzione è motivata dalla necessità di diversificare le fonti di approvvigionamento idrico, sia per un possibile guasto alla condotta sottomarina sia dalla scarsa disponibilità dell’acqua dovuta al cambiamento climatico.


Un primo passo nella giusta direzione è stato fatto dopo troppi tentennamenti, ora si deve continuare, servono amministratori con una visione proiettata nel futuro, che facciano sistema per l’ammodernamento della rete idrica presente sull’isola e la costruzione di una nuova condotta sottomarina.


Ma non solo, le nostre isole, le sette sorelle, per crescere prosperare devono fare lobbying, parlare con una sola voce. Ci sono troppi Comuni, per fare sistema dobbiamo averne uno unico, che diventi il capoluogo di una nuova Regione dell’Arcipelago Toscano. Per avere l’autonomia che hanno le Provincie Autonome di Trento e Bolzano, affrancandoci da Firenze. Ne saremo capaci, sapremo superare gli interessi localistici per il bene comune?


Il progetto è ambizioso, qualcuno dirà utopistico, un sogno campato in aria, senza capo né coda. La classe dirigente deve uscire dalle nebbie del non fare, dal conservatorismo a cui si è adagiata, deve prendere posizioni, decisioni chiare, condivise, uscire allo scoperto per dare impulso alla Rinascita post pandemia, fare diventare possibile quello che fino a ieri pareva non possibile o addirittura impensabile, per rendere le nostre bellissime isole, le sette sorelle, autonome, un unico capoluogo, dove le tasse rimangano in casa, avere un nostro ospedale, dove gli abitanti non devono andare sul continente per curarsi…


Vi era un mondo ante pandemia ci sarà un mondo post pandemia. La storia ce lo insegna. Se ci crediamo se da buoni marinai manteniamo la barra dritta possiamo farcela a unire tutte le sette sorelle, avere un unico capoluogo della Regione Autonoma dell’Arcipelago Toscano.


BUON VENTO! IN CULO ALLA BALENA! Il saluto di buon auspicio dei marinai prima di prendere il mare.


Enzo Sossi

 

 

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