Quando Silvia mi ha chiesto di scrivere di L’osso del cuore, esordio eccezionale di Valentina Santini per i tipi di E/O, è riuscita ad attirare la mia attenzione con poche parole: “è un libro molto bello. Forte e crudo”.
Non dirò molto sulle vicende del libro per non rovinare la lettura a chi ancora non lo conosce. L’osso del cuore è una storia in cui ci si deve immergere, possibilmente da soli e senza distrazioni. Vorrei parlare, invece, di quello che ho trovato tra le pagine.
Ci sono dei personaggi. Ovviamente. Pochi, e possiamo tranquillamente dirlo, pochi ma buoni. Sono dei personaggi difficili, sferzati continuamente dalla vita, in un paese, il nostro, l'Italia, uscito dai terribili anni di piombo con una altrettanto terribile dittatura militare, che non lascia scampo e distrugge ogni tipo di libertà e dissenso. Il mondo che Valentina Santini ha creato è solo un passo più in là, un continente più in là. qualche centinaio di chilometri più in là.
Asma, Esodo, Nazzareno, Laura. Il mondo narrativo di L'osso del cuore gira intorno a loro. E, come si diceva, si tratta di personaggi complicati, complicatissimi, ermetici e sbagliati nel loro linguaggio utilizzato per comunicare con il mondo esterno, ma in grado di generare continuamente tempeste interiori che travolgono e spesso cancellano ogni traccia di sanità mentale. Non ci sono protagonisti buoni o cattivi in tutto e per tutto.
Ci sono solo protagonisti umani. Persone che, messe davanti alla morte e alle torture spesso scelgono la via più facile per salvarsi: il tradimento, la confessione, la bugia, la violenza.
Non mi sono mai piaciuti granché i libri buoni, quelli in cui tutto è rose e fiori, quelli in cui tutto si risolve felicemente e il mondo è un posto in cui domina la speranza, la gioia e la serenità. Mi fanno paura, hanno qualcosa da nascondere. Hanno le gambe corte, come le bugie.
E allora ben vengano i libri come L'osso del cuore, un romanzo dove l'umanità non è mai al sicuro, non è mai al riparo. Perché è proprio qui che sta il bello. Perché in mezzo a tanto odio, terrore, tristezza, malvagità (perché l'uomo, in primis, si sa, è cattivo) ci sono uomini e donne che tracciano le loro traiettorie e le seguono, reagendo agli scossoni della vita, incassando i colpi, nel bene e nel male, portando avanti pensieri e azioni che poco hanno a che fare con l'amore, la speranza, l'amicizia e tutti i soliti temi stucchevoli e zuccherosi, triti e ritriti.
O meglio, anche qui si possono incontrare, ma sono come degli alter ego di loro stessi, speculari: amori deviati (e devianti), speranza nelle più atroci vendette.
L'osso del cuore è un romanzo che, nonostante la sua natura, ovvia e intrinseca, di finzione, si avvicina più che mai al vero. C'è l'incomprensione, l'inspiegabilità della ferocia umana, l'annientamento, la barbarie, la disarmante mancanza di umanità, in un mondo fatto di esseri viventi (viventi sì, e poco umani) meschini e bugiardi, continuamente attanagliati dai sensi di colpa, dalle promesse non mantenute, dalla paura della morte.
Dalla paura della vita.
L'Editor, scrittrice e copywriter, Valentina Santini sarà con noi, al debutto di Parole in chiostro, al Centro Culturale De Laugier a Portoferraio, giovedì 23 giugno, alle 21.15.
Giacomo Giovinazzo per Mardilibri