L'episodio di Marta e Maria, raccontato dal vangelo di oggi, offre l'occasione per riflettere sulla “parte migliore (buona)” che, secondo Gesù, va scelta e non verrà tolta.
Intanto, va subito detto che l'uomo è unità di realtà materiale e spirituale (o se si preferisce, unità di corpo mente spirito) e che la realtà creata da Dio e l'opera umana sono realtà positive.
Mentre Marta è impegnata nei servizi di ospitalità, Maria si sottrae a tutto per dedicare ogni sua attenzione, in modo silenzioso, a Gesù che è “la Coscienza nuova dell'Amore assoluto e gratuito” (G. Vannucci). In questa relazione, Maria trova il principio di unificazione della sua esistenza ed è semplicemente se stessa. La trasformazione è raggiungere il centro di sé (lo spirito) dove è unito lo Spirito di Cristo. E' qui la fonte dell'azione. La contemplazione non è chiudersi in una torre di avorio, isolandosi dal mondo, in nome di una visione ideologica della religione (manicheismo, salvezza dell'anima). Crescere nello sguardo contemplativo spinge a riconoscere il valore di ogni creatura e a prendersene cura.
Per imitare Maria ci sono molteplici modi, a seconda delle diverse tradizioni religiose. Per troppo tempo, noi occidentali abbiamo associato la meditazione (contemplazione, orazione silenziosa, preghiera del cuore) alle tradizioni spirituali orientali. C'è anche un significativo filone che non fa necessariamente riferimento all'aspetto religioso (consapevolezza, mindfulness).
La tradizione cristiana ci racconta di un ricco patrimonio che va dai Padri del deserto a Cassiano, da san Benedetto ai mistici cristiani e alla preghiera del pellegrino russo. Ci sono poi maestri spirituali che hanno sintetizzato nella propria esperienza il cristianesimo e le altre tradizioni (specie induismo e buddismo), come Bede Griffiths, Henri Le Saux, Lanza del Vasto.
Negli ultimi decenni, il benedettino John Main (morto nel 1982) ha praticato e insegnato la meditazione recuperando la tradizione cristiana, oggi portata avanti dal discepolo Laurence Freeman. Si tratta di una via caratterizzata dalla semplicità (semplice non vuol dire facile). Ci sono alcuni elementi imprescindibili. Anzitutto l'immobilità del corpo che si ottiene con una seduta confortevole, spina dorsale eretta, occhi chiusi. Poi, l'immobilità della mente: ripetere silenziosamente, nelle profondità del proprio spirito (interiormente), una parola o una breve frase (mantra), per tutto il tempo della meditazione (è suggerita la parola aramaica “Maranatha”, che vuol dire Vieni Signore Gesù). Si presenteranno pensieri, idee, ricordi, immagini... Vanno lasciati andare ritornando sempre alla nostra parola scelta, gentilmente, amorevolmente e con fiducia. Si cercherà di non pensare (neanche pensieri “buoni” o “pii”) e di rimanere fedeli alla nostra parola scelta. Tutto qui! La comunità consiglia di meditare così due volte al giorno (possibilmente mattina e sera) per un tempo di 20-30 minuti – ma ognuno arriverà a questa pratica con i propri tempi.
Immagino le domande che sorgono in chiunque non sia incamminato nella meditazione: a che serve? a cosa si approda? cosa si guadagna?
Agli uomini curiosi di conoscerlo, Gesù disse: venite e vedete. Da parte mia, piccolo e continuo principiante, oltre al mio contatto email, posso indicare il sito della Comunità cristiana di meditazione cristiana (che è mondiale e con gruppi anche in Italia).
(17 luglio 2022 – XVI Domenica Tempo Ordinario)
PS – Il sito del WCCM Italia - Comunità Mondiale per la Meditazione Cristiana è https://wccmitalia.org/
Nunzio Marotti
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