Caro Direttore,
mio malgrado scrivo in risposta all’articolo uscito sul tuo giornale con il titolo “Casetta Drouot e l’equivoco storico in tv” a firma di Giuliano Soldi.
A seguito della trasmissione “Una giornata particolare” trasmessa su la7 alcune osservazioni sono state fatte sui social, sempre dallo stesso autore, riguardo la veridicità storica di Casetta Drouot che da anni ha attirato spettatori (dico spettatori) ad assistere ad una rappresentazione teatrale fatta da bravissimi attori quali Franco Giannoni, Giuliana Berti e Franco Boschian che per mesi hanno studiato non solo la parte di Napoleone, Maria Walewska e del Conte Drouot ma anche la storia elbana che riguardava i loro personaggi direttamente per il periodo da loro trascorso all’Elba negli undici mesi tra il maggio del 1814 e febbraio 1815.
Casetta Drouot altro non è che un raffinato palcoscenico, arredato con decorazioni parietali, mobili, stampe, libri e statue originali e dove il pubblico è stato intrattenuto piacevolmente e senza pretesa alcuna di fare Cultura Nobile ma cercando di divertire non in forma volgare in un rapporto con la storia e dando, nel contempo, un contributo all’economia del paese di Poggio sostenuto e sponsorizzato economicamente proprio per questo (ed è giusto che sia così) dalle Amministrazioni comunali che si sono succedute nel tempo.
Con la sua fantasia creativa (come solo un grande artista può permettersi) Ernesto Ferrero si è preso la licenza nel suo pluripremiato libro N di identificare Casetta Drouot (o Druot come recita una targhetta in marmo che da oltre settant’anni è apposta a lato sinistro del suo portone di ingresso) nella abitazione dove nel 1999 ha ideato N e in parte scritto e riportando nelle sue pagine come il Conte fosse stato invitato a Poggio dalla signora Vittoria Mazzarri moglie del Maire di Portoferraio Pietro Traditi che gli fece vedere quella casa e della quale subito se ne innamorò per la sua vista che di là si offre sulla vallata del Capanne e per il grande camino in marmo (in realtà di semplice e grezzo intonaco) che si impone nella sala ma MAI nessuno MAI si è attribuito la verità storica che tale abitazione fosse quella del Conte anche se in una lettera della giornalista Lydia Bushnell Smith che andava scrivendo nel 1914 si accenna ad un suo ipotetico legame con la figura di Napoleone. Del resto quante “verità storiche accettate” non corrispondono al vero partendo dallo scoglio cosiddetto della Paolina?.
Casetta Drouot in questi anni è stato semplicemente luogo privilegiato per incontrare persone in un amabile e spesso colto conversare di Storia e in particolare di Storia elbana anche ben oltre la figura dell’Imperatore.
Casetta Drouot in questi anni altro non è stata se non un elegante e raffinato spazio scenico in cui rappresentare uno spettacolo né più né meno come quelli sponsorizzati anche loro economicamente (ed è giusto che sia così) su gli scogli del Cotone alla Marina o sulla spiaggia di Procchio o sulle scalinate di Portoferraio o ricostruzioni storiche più o meno attendibili in “spazi scenici” ancor di più meno credibili in quanto neppure la polvere di quei palcoscenici l’Imperatore mai calpestò ma proprio per questo mi sento di dire: Evviva il Teatro. Evviva il TEATRO ovunque si faccia TEATRO. E se altri attribuiscono altre verità non ne siamo certamente responsabili e tanto meno ne vogliamo diventare censori.
Paolo Ferruzzi e Franco Giannoni, Giuliana Berti, Franco Boschian attori della Compagnia dei Tappezzieri