Davvero un gran finale, l’ultimo appuntamento di ‘Parole in Chiostro’, la rassegna estiva di presentazioni letterarie proposta da MardiLibri in accordo con il Comune di Portoferraio. A richiamare un folto pubblico, nella serata dell’11 settembre, presso il chiostro del Centro De Laugier, l’ultima fatica dello scrittore e traduttore Angelo Airò Farulla, ‘TAGLIENTE ESILIO, Vita Segreta di Gonni’ (deiMerangoli edizioni), un’opera che intreccia Storia nazionale e vicende locali, un po’ catalogo d’arte, con quasi duecento immagini inedite; un lavoro frutto di anni di ricerche, viaggi e incontri con chi aveva conosciuto questo personaggio estroso, futurista, grafico pubblicitario, pittore, giornalista, frugale quanto gaudente, approdato all’Elba in avanscoperta nel ‘49 e poi tornato con tele e pennelli l’anno successivo, insieme a una comitiva di giovani amici che sarebbero diventati celebri come i ‘pittori delle dune’ (di Procchio). Pittori che tanto influenzarono l’ambito artistico elbano, a cominciare dall’ormai affermato Luciano Regoli, i cui ricordi personali, insieme all’immensa ricerca documentaria svolta da Elena Fatichenti, sono stati la base di partenza del lavoro dell’Autore (che non a caso a Regoli ha dedicato questo libro).
Dopo l’introduzione di Antonella Giuzio, il volume è stato il pretesto per una carrellata di ricordi, a cominciare da quelli dell’Autore stesso.
Angelo Airò Farulla conobbe infatti Iginio Gonich quand’era bambinetto di dieci anni, dalle parti dello Sdrucciolo della Regina, dove Gonni aveva acquistato una casetta con i proventi delle vendite di una collezione di francobolli e disegni di amici pittori. Un incontro all’insegna di quell’empatia umana e diretta che vedeva l’artista istriano/cittadino del mondo socializzare volentieri con le anime semplici, fossero i gatti affamati (come spesso era lui, maestro nell’arte dell’autoinvito) o appunto i bambini; un fascino naturale, da maestro morale, che colpiva anche gli adulti, prodighi di inviti per averlo come ospite. Dall’attività come grafico per le copertine dei libri della retorica coloniale del ventennio sino al confino subito dal regime fascista, le vicende umane di Gonni paiono dipanarsi all’insegna dell’arte di vivere (celebri le falsificazioni – scopo vendita – delle firme di D’Annunzio e Mussolini); un istinto anarchico di sopravvivenza ben riassunto nell’esperienza della ‘sua’ ‘Republica delle dune’ o, come recitava un cartello all’ingresso del suo studio di piazzale Donatello a Firenze, “libera Republica” dove non c’erano “nazionalità, né razze né partiti, né politiche, né guerre né sconfitte, ma la lieta gioia di vivere in Arte e Letizia.”
CR
Foto di Berta S.L.
Nelle foto alcuni momenti della serata ed il ritratto di Gonni realizzato nel 1991 da Gabriella Volpini