Gli esposti o gettatelli erano i figli, in genere illegittimi, che le madri abbandonavano allorché non erano in grado di provvedere al loro sostentamento: gli ospedali erano gli enti incaricati di accoglierli e di nutrirli, anche mediante l'affidamento a balie retribuite, e poi di provvedere alla loro sistemazione una volta raggiunta una certa età.
L’abbandono del neonato avveniva assai spesso tramite la “ruota degli esposti”.
Questa era una bussola girevole di forma cilindrica, di solito costruita in legno, divisa in due parti: una rivolta verso l'esterno e una verso l'interno. Attraverso uno sportello, era possibile collocare gli esposti, cioè i neonati abbandonati, senza essere visti dall'interno. Facendo girare la ruota, essa andava a combaciare con un'apertura all'interno, dove lo sportello veniva aperto e al neonato potevano essere assicurate le cure necessarie. (vedi foto di copertina)
Vincenzo Mellini scrive che il 2 gennaio dell’anno 1803 per opera del governo francese si fondò per la prima volta un ospizio a Portoferraio dove i neonati abbandonati erano ospitati e mantenuti.
L’ospizio fu creato in comune con gli altri municipi dell’Elba e fu chiamato “Ospizio degli Esposti”.
(Cfr pg 109 di “L’isola d’Elba durante il governo di Napoleone I” Vincenzo Mellini. Stabilimento Tipografia del “Nuovo Giornale”. Firenze 1914)
Nel 1811 l’Elba, facente parte del dipartimento del mediterraneo dell’impero francese, un decreto imperiale del 19 gennaio stabilisce che il compenso delle nutrici dovesse essere a carico dei comuni dell’isola in ragione delle rispettive rendite.
(Cfr pg 110 Idem come sopra)
Nel 1812 le spese per il mantenimento dei trovatelli erano diventate così onerose che fu stabilito che metà fosse a carico dei comuni e metà a carico del pubblico erario. Quando Napoleone giunse all’Elba trovò disastrosa l’amministrazione dei trovatelli e cercò di risolvere il pagamento delle nutrici anticipando lui stesso all’amministrazione degli esposti una parte della somma dovuta togliendola dal suo tesoro personale.
(Cfr pg 111 Idem come sopra)
Ma la situazione non si risolve.
Andato via il Bonaparte, nel 1816 il restaurato governo granducale ordina alla magistratura comunitativa di Portoferraio di redigere un progetto per l’amministrazione dei trovatelli che sia il più economico e il più adatto alla situazione dell’Elba. Si provvede allora a redigere un progetto di nove articoli da parte del comune di Portoferraio dove sotto la voce di “bilancio di previsione delle spese della comunità di Portoferraio per l’annata economica del 1816“ vengono messe a bilancio lire 3000 per il mantenimento dei trovatelli. Lo stesso accade nei bilanci di previsione comunale per l’anno 1816 degli altri comuni. In particolare a Marciana lire 1000, a Longone700, a Rio 800.
(Cfr pg 161 di “Storia di Portoferraio e dell’Elba dal 1815 al 1818 attraverso documenti di archivio“ Marcello Camici. Marchetti editore. Pisa 2017)
Questo episodio della redazione di un progetto per l’amministrazione dei trovatelli redatto dalla magistratura comunitativa di Portoferraio, sconosciuto nella storiografia locale, anticipa per molti aspetti quello che avverrà due anni dopo, nel 1818, ad opera del governo granducale che emana “Massime ed istruzioni da osservarsi generalmente in tutti li spedali dei Gettatelli del Gran-Ducato di Toscana approvate con dispaccio di S.A.I. e R. de’ 17 febbraio 1818 e pubblicate dalla Tipografia Marenigh di Firenze nel 1818”.
L’episodio fa onore a Portoferraio e a tutta l’Elba.
Marcello Camici
Foto di copertina - La Ruota degli Esposti
Foto 2 - “Progetto per il mantenimento dei trovatelli” Filza “Partiti dal 22 dicembre 1815 al 27 dicembre 1817.” Già E6-24. Carta 46. Archivio preunitario. Archivio comunità Portoferraio 1816-1861, Archivio storico comune Portoferraio.