L’opera del fossato reale del Ponticello così importante dal punto di vista della strategia militare difensiva del fronte di attacco dalla parte di terra per esserlo davvero doveva costituire una barriera per il nemico che avanza. Il fossato era stato perciò fortificato lungo il suo decorso con opere sussidiarie chiamate ridotte reali e dotato lungo tutto il suo percorso di scarpa e controscarpa, cioè di muraglie.
In un disegno del 1697, a matita nera penna inchiostro ed acquerello policromo, si evidenzia tutto questo sistema difensivo che incontrava il nemico che avanza dalla parte di terra cioè da ponente. (Foto di copertina)
Dopo la sistemazione definitiva avvenuta nel 1693 con il governatore Tornaquinci è nel 1711, con Girolamo Niccolini governatore di Portoferraio dal 1711 al 1720, che avviene un perfezionamento delle fortificazioni lungo il fosso del Ponticello dando ad esse un assetto difensivo migliore. E’ lo stesso governatore Niccolini a farcelo sapere scrivendo
“… Le fortificazioni del Ponticello consistono in tre fortini di semplice muraglia non terrapienata e in due cortine di terra così basse che non arrivano a coprire il ginocchio a’ soldati ,onde con pochi tiri di cannone rovinati i detti fortini ,quel posto che è il principale per riparare gl’assalti non puol più sostenersi stando nello stato presente…”
(Lettera del governatore Girolamo Niccolini del 14 gennaio 1711. Archivio mediceo Filza 2544. Archivio di stato Firenze)
Detto questo propone “…di fare alzare di terra le due cortine del Ponticello a prova di cannone essendo quel posto il principale per riparare agl’assalti e il quale perduto,il nemico è subito sotto le mura…”
(idem come sopra)
Nel 1720 succeduto al Niccolini al governo di Portoferraio, il maestro di campo Carlo Vieri fece vuotare ed allargare il fosso del Ponticello e le fortificazioni, come scrive il Lambardi:
“GOVERNO DEL MASTRO DI CAMPO CARLO VIERI
…fece altresì vuotare e allargare il Fosso del Ponticello e resarcire quell’esterne fortificazioni..”
(Cfr. pg 191 “Memorie antiche e moderne dell’isola dell’Elba”. Sebastiano Lambardi 1791. Ristampa. Formi editore Bologna 1966)
Lo svuotamento del fosso fatto eseguire dal Vieri nel settecento, evidenzia la presenza di un problema che ha caratterizzato la sua esistenza fin dal seicento quando venne costruito.
Il problema sono mota e alga portate dal flusso del mare che lo riempivano in modo particolare all’imboccatura sia “dalla parte del mare aperto” sulla spiaggia delle Ghiaie che “all’imboccatura verso il porto” nel mare della rada.
Mota e alga portavano poi, come conseguenza, all’interramento del fosso.
Tale interramento lo segnalava nel 1673 nella sua relazione sulle fortificazioni di Portoferraio Raffaele del Bianco e ne proponeva la risoluzione secondo il progetto elaborato da Ferdinando Tacca.
Scrive del Bianco:
“…Il Fosso del Ponticello quale deverebbe mettere in isola la Piazza e le sue fortificazioni non solo è ripieno affatto di gran tempo fa dalla parte del mare aperto, che si passa in quella parte all’asciutto, ma da alcuni anni in qua ha cominciato a riempire dall’altra imboccatura verso il porto .Questo fosso doverebbe esser messo tutto in difesa aperto come ne ho visto disegni appo il F. Tacca niente di meno per ora, acciò non si finisca di riempire è necessario rivoltarlo tanto più che riempiendosi farebbe l’acqua morta con danno assai dell’aria…. Dall’altra parte sud, a verso il mare aperto è necessario fare il pezzo di muro ,che di già ne ha fatto istanza il Sig Comand.te Squarci“
(“Portoferraio negozi diversi dal 1673 al 1702 ”Inserto n 8“ relazioni e disegni di Raffaello del Bianco della Fortificazioni di Portoferraio 1673. Archivio mediceo. Filza 2559. Archivio di stato Firenze)
Accompagnava tale relazione con un disegno nel quale evidenzia il problema dell’interramento del fosso all’imboccatura verso il porto con l’annotazione didascalica “fosso ripieno in parte che va vuotato acciò non si finisca di riempire“ (in didascalìa lettera B) e all’imboccatura del fosso verso il mare aperto “fosso dall’altra parte del mare aperto ripieno affatto“ (lettera E in didascalìa)
Di questa situazione se ne riparla in un documento di archivio: una lettera del governatore Mario Tornaquinci del 7 dicembre 1692 alla segreteria di guerra del granduca in Firenze:
“doppo le ultime mie scritte a V.S. Ill.ma sotto li 26 e 27 scaduto non ho che soggiungergli se non che come gli avvisai che haverei dato principio a far votare il fosso del Ponticello, già che non avevo da impiegare in gran cosa questi soldati soprannumero e per essere la stagione più a proposito ,che non sarebbe di estate a causa del fetore che renderebbe a portar fuora il fango e alliga di detto fosso; e ben che sia l’impresa un poco grande per essere lunga b 760 e larga b 35 et è 70 anni che non è stato pulito et allora e tampoco non ne fu levata che l’alligae lasciata la mota, et nell’imboccatura del mare circa 200 B, d’Jaie che sopravanzano il terreno, ho di già fatte fare le tagliate e cominciato a cavar l’acqua e la mota, la farò portare alla testa del fosso, per un grande argine i luogo della muraglia che ci anderebbe per impedire che il mare non la potesse più riportare dentro il fosso …”
(Miscellanea Medicea. Filza 464. Inserto n° E.cc. 32.Archivio di stato Firenze)
Questa muraglia viene accresciuta nel 1694 dal Tornaquinci, il quale nella nota di lavori da lui fatti nel presidio e fortezze di Portoferraio, scrive:
….”accresciuta la muraglia del fosso detto del Ponticello dalla parte di Ponente ove è la spiaggia delle Caie per impedire il danno che annualmente nell’inverno faceva il mare in longhezza di b, 63 alto b 8 largo in pianta b. 6 ridotto alla superfice b. 2 “
(“Nota di lavori di fortificazioni, et altri civili fatti da me Mario Tornaquinci nella città Presidio e Fortezze di Poro Ferraio Cominciati l’anno 1688;89:90:91;92;93:94 e 95. Miscellanea Medicea. Filza 464, Archivio di stato Firenze“)
Quanto scrive il Tornaquinci calza con la didascalia di un disegno dell’epoca eseguito a matita nera,penna e inchiostro:
“Questo fosso è longo B.a 760 e si è slargato B.a36 e affondato B.a 7. Ricevendo il medesimo acqua dalla parte di Tramontana comunicando quivi con il mare .Qui si è fatta una muraglia longa B.a 65 alta B.a 20 per impedire a detto fosso non sia ripieno dal flusso e reflusso del mare ; sì come dall’altra Testa di esso si è fatta altra muraglia con sua cateratta per impedire da quella parte come sopra”
(Didascalìa del disegno “Alcune particolarità toccanti le fortificazioni di Portoferraio”Biblioteca Moreniana. Firenze)
Nonostante la presenza della muraglia accresciuta dal Tornaquinci, i problemi di interramento del fossato persistono.
Per questi problemi di interramento all’imboccatura col mare aperto presso la spiaggia delle Ghiaie, che erano i più gravi e tali da determinare un vulnus nella difesa per tutto il fronte di attacco di terra, furono eseguiti tentativi e progetti per ristrutturare la contromuraglia di contenimento del fossato nella zona di S. Fine, progetti eseguiti dall’architetto Fei con la posa in mare di “cassoni” come si evidenzia nella “DIMOSTRAZIONE di come deva essere costrutto l’allineamento dei cassoni da farsi in mare per riparo del muraglione detto delle Ghiaie sotto Santa fine e che forma la controscarpa del Fosso posto sotto dett’Opera…”
Rino Manetti scrive: ”…la manutenzione del Fossato e particolarmente i ricorrenti lavori di asportazione di sabbia e alghe spinte dentro dalle acque ,specie dalla parte del mare aperto, ha spesso costituito un argomento del quale si trovano notizie in vari carteggi, alcuni dei quali, con o senza l’ausilio di disegno prevedevano anche opere murarie tendenti a ristrutturare il muro a contatto col mare o a modificare l’apertura di comunicazione tra i l mare e il fossato .Questa apertura ha avuto nel tempo varie soluzioni ,talvolta come si vede in alcuni disegni, è stata a cielo aperto, altre volte era costituita da una ampia finestra aperta nel muro… se facciamo riferimento ai guai provocati dal mare che tendeva continuamente a riempire il fossato con alghe e sabbia è facile ipotizzare che tale situazione abbia costituito una componente nella decisione di eliminare il fossato stesso”.
(Cfr pg 66 “Portoferraio 1744.Adeguamenti alle fortificazioni nel periodo lorenese” Rino Manetti Alinea editore 1996)
Di questa imboccatura del fossato col mare aperto così “tormentata” e funestata dalle onde marine rimane oggi il ricordo con la presenza di una imponente muraglia sulla spiaggia delle Ghiaie che parte direttamente dalla cortina del bastione di S. Fine con un ammasso di pietre.
Queste pietre non sono scogli naturali: la spiaggia si interrompe immediatamente davanti a loro.
Sono il luogo dove era l’imboccatura del fossato nel mare aperto tamponata con muraglia e pietre.
Nella zona, dopo il 1920, quando il fossato fu colmato per interramento, rimase uno spiano sul quale fu costruito un viale col nome “Costanzo Ciano” oggi viale Fiamme Gialle.
Sulla punta del bastione di Santa Fine un pannello a ricordo di questo antico fossato forse non starebbe male.
Marcello Camici
Foto di copertina - Anonimo. Veduta del fronte di terra di Portoferraio dalla parte di terra 1697. Biblioteca Moreniana Firenze. Fondo Bigazzi.
Foto 2 -Raffaello del Bianco. Pianta del fronte di terra di Portoferraio 1673. Mediceo del Principato. 2559. Inserto 8. Archivio di stato di Firenze.
Foto 3 - Disegno “Alcune particolarità toccanti le fortificazioni di Portoferraio” Biblioteca Moreniana; Fondo Bigazzi, ms 197. 1688.
Foto 4 - “DIMOSTRAZIONE di come deve essere costruito l’allineamento di cassoni da farsi in mare per riparo del muraglione detto delle Ghiaie, sotto Santa Fine…”. Disegno a china acquerellato, Prima metà del settecento.
Foto 5- Portoferraio. Il muraglione delle Ghiaie sotto Santa Fine oggi. Foto da drone.
Foto 6 - Portoferraio. Spiaggia delle Ghiaie interrotta dalla presenza di pietre verso Santa Fine.
Foto 7 - Portoferraio. Spiaggia delle Ghiaie con pietre e muraglione verso Santa Fine.
Foto 8 - Portoferraio. Il fossato del Ponticello colmato e trasformato in viale Costanzo Ciano dopo il 1920, oggi viale Fiamme Gialle.