Autorə in Vantina 2024 - Terzo incontro con “Ventimila specie (o quasi) sotto il mare” di Andrea Bonifazi
Nell’omonima piazza capoliverese, accompagnato dall’esperto di ambiente marino Michele Cocco, Andrea Bonifazi presenterà il suo “Ventimila specie (o quasi) sotto il mare" (Sperling & Kupfer, 2023).
È questo il primo libro pubblicato da Bonifazi, divulgatore scientifico, dottore di ricerca in Ecologia Marina, creatore della pagina social “Scienze Naturali”.
Sotto il titolo dai rimandi fantascientifici, si trova una sapiente esposizione ricca di dettagli, talvolta non immune da un eccessivo ammiccamento giovanilistico
nei confronti del pubblico; ma soprattutto un racconto di viaggio – accompagnato dai disegni di Viola Baroni – strutturato visivamente a mo’ di piano sequenza.
Si tratta di una successione che, scendendo di capitolo in capitolo sul fondo del mare, offre un quadro articolato della variegata composizione biologica del Mediterraneo: dalle assolate dune costiere dove nidifica il fratino e sboccia il giglio di mare, sino agli oscuri abissi dove la luce non arriva e le creature producono da sole lampeggiamenti e organici abbagli.
È un libro, questo, che vuol dar conto di un ambiente poco conosciuto, difficile da visitare; un luogo ad estensione verticale, la discesa nel quale comporta per l’essere umano notevoli problemi di transito e sosta, rimanendo quindi in gran parte inaccessibile.
Al di là della descrizione delle specie animali e vegetali che popolano il Mediterraneo, e delle varie zone in cui è classificata la scansione dei domini bentonico e pelagico, due cose voglio però notare nel libro di Bonifazi.
Primo. L’importanza dell’osservazione ai fini di una meno vaga conoscenza della realtà. Si vedano a questo proposito i “ritratti” delle pozze di scogliera, oppure si rifletta da quali aliene, ostili profondità provengono i pesci che siamo abituati a mangiare: naselli, cernie, scorfani.
Secondo. Gli effetti dell’attività dell’uomo sull’ambiente naturale. Ed ecco allora, elencando velocemente dal libro, alcuni dei maggiori fattori di turbamento dell’equilibrio marino: l’intenso traffico di navi e l’apertura di nuove vie di navigazione (vedi Canale di Suez), il turismo estivo di massa, la pesca (si vedano i passi sui datteri di mare e sulle cernie), la disseminazione delle plastiche, l’asporto di rocce e conchiglie dalle spiagge, la rimozione dei cumuli di Posidonia che turbano le immagini da cartolina da offrire alla clientela stagionale…
Insomma, oltre a essere un agile trattato sulla complessità della vita, “Ventimila specie (o quasi) sotto il mare” è un testo che reca in sé le tracce distruttive di una civiltà come l’attuale, sostanzialmente indifferente, forse malta nell’anima, senz’altro costituita da esseri che “non si rendono conto di ciò che hanno di bello finché non lo perdono” (e forse nemmeno allora).
Bonifazi dice però che la vita riesce comunque a prosperare anche in condizioni che riterremmo impossibili o alquanto problematiche. Così, tutto quello che l’uomo, per distrazione o volontà, abbandona alla corrente, in parte certamente uccide, in parte offre nuove opportunità di vita: ad esempio, una rete strappatasi da un peschereccio che scende di decine e decine di metri e s’incrosta al coralligeno, diventandone parte; oppure una cassetta di polistirolo alla deriva che diventa zattera per una colonia di nomadi crostacei cirripedi.
Angelo Airò Farulla