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Portoferraio anno 1548. La fondazione del Forte Stella

Scritto da  Marcello Camici Giovedì, 13 Marzo 2025 10:11

Oggi vediamo forte Stella alzarsi imponente verso levante sopra la città di Portoferraio. (Foto di copertina)

 

Durante la fondazione non aveva questo nome. Esistono numerose carte di archivio del 1548, anno di fondazione di Cosmopoli, la cui lettura è molto interessante perché fa capire cosa accadde durante la fondazione.
Forte Stella è chiamata “fortezza da basso“ o anche “prima fortezza“.
“Fortezza da alto” o “seconda fortezza”, è chiamato forte Falcone, costruita sul colle grande.
La “fortezza da basso” è tra le prime opere fortificate costruite dal corpo di spedizione inviato all’Elba da Cosimo per fondare la sua nuova città.
Una epigrafe su marmo ancora oggi, posta sopra porta di ingresso, lo ricorda.

 

Forte Stella. Epigrafe sopra la porta d’ingresso 2

 

Sotto questa epigrafe fu posto il busto di Cosimo I de’ Medici di Benvenuto Cellini che oggi si trova al museo del Bargello in Firenze.

Nella costruzione di una fortificazione militare cinquecentesca come un bastione o una cortina si possono individuare tre fasi principali: 1) la prima è la fondazione cioè messa in opera della spianata delle fondamenta riempita di ghiaie e rassodata con calcina. 2) La seconda è la tessitura del terraglio: terra e fascine sono “impiotate” (inzollate) e incatenate a formare la scarpa della fortificazione innalzata sopra le fondamenta che va dalla base al cordolo e il parapetto che va in verticale dal cordolo in su. La fortificazione così costruita si trova allo stato campale. 3) La terza che è la muratura o incamiciatura con muro del terraglio. La muratura del terraglio trasforma l’opera da struttura campale in permanente e definitiva. 4) Le fasi conclusive dell’incamiciatura con muro del terraglio sono caratterizzate dalla messa in opera degli “ornamenti “elementi decorativi che ribadiscono forma e struttura della costruzione generalmente in pietra arenaria talvolta in marmo che si trovano a modanare le basi ,il cordolo, gli spigoli, le angolate.

L’edificazione delle fortificazioni di Cosmopoli avviene in questo modo e in mezzo a molte difficoltà.
Difficoltà politiche, legate al contesto politico dell’epoca: la repubblica di Genova e il principato di Piombino sono contrari. Difficoltà militari per la presenza dell’armata turchesca che in ogni momento può intervenire a saccheggiare rappresentando un pericolo costante.
Difficoltà tecniche, legate alla costituzione del terreno su cui edificare le fondamenta che è spesso dirupata scoscesa o dura roccia. Al forte Stella ancora oggi sono visibili che le fondamenta poggiano direttamente sono su dura roccia sul fronte della fortezza rivolto a sud.

 

Forte Stella.Fronte sud fondamenta stato attuale 3

 

Forte Stella. Fronte sud fondamenta stato attuale 4

 

Forte Stella. Fronte sud fondamenta stato attuale 5

 

Difficoltà logistiche, dovute all’approvvigionamento del materiale di costruzione (calcina, travi, mattoni) tra cui acqua utile per produrre calcina, dovute alla penuria di viveri per la sopravvivenza del corpo di spedizione essendo il luogo rozzo e selvatico. Talmente rozzo e selvatico che le bande di guastatori e militari sbarcate si ammalano di febbri malariche e molti muoiono. Sorgono prime forme di assistenza sanitaria cui accenna Cosimo nel maggio del 1549 “…è tanto pia et necessaria l’opera che s’è fatta di sovvenire codesti poveri ammalati nello spedale ordinato da noi che ci piace andiate seguitando in essa,atteso massimamente che giova et conferisce alla salute loro”

(Lettera di Cosimo a Bastiano Campana del 4 maggio 1549. Mediceo. Filza 606.c. 17. Archivio di stato Firenze)

 

Al superamento della penuria di viveri concorrono le persone, chiamati ”li homini“ nei documenti archivistici, ”homini” che abitano l’isola i quali offrono vino, carne e formaggio ma non pane perché farina non c’è. Queste carte di archivio sono molto interessanti perché dicono che gli stessi abitanti dell’isola hanno concorso alla costruzione di Cosmopoli.

Ce lo fa sapere uno dei collaboratori di Cosimo, Bastiano Campana, provveditore per le fortezze di stanza all’Elba. Scrivendo dall’isola a Cosimo il 23 aprile 1548 dice che i due colli su cui si è deciso di costruire sono lontani fra loro per cui servono 4 o 500 guastatori; mandandone solo 200 il lavoro non progredisce e di conseguenza aumenta quello delle fanterie per assicurare il posto. Il Duca deve far provvedere di pane per 200 bocche ogni giorno, “perché qui sono venute alcune persone dell’isola a offrire quello che hanno: vino, carne e formaggio, di quello solo hanno, ma farina e pane no”, per cui chiede 2 o 300 sacchi di pane così possono aiutare anche gli elbani in modo da cominciar a “voltarseli benevoli”.

(Mediceo del Principato Filza 387, c.215,Archivio di stato di Firenze)

 

Sugli ‘homini ‘che abitano l’isola, Otto da Motauto, detto il Signorotto, il 25 aprile 1548 scrive a Cosimo: “Li homini dell’isola molto si ralegrano della liberatione che se li fa che certo li mori hanno guasto un bel paese et buono e molto a proposito torna el fortificarlo che si assecura non solamente lo stato di v.e. ma tutta Italia da questa banda da questa parte (Il duca: Hanno ragione di rallegrarsi perché s. ecc. farà loro infiniti benefizj alla giornata”

(Mediceo del Principato Filza 386, c.106.Idem come sopra)

 

Dunque gli abitanti dell’isola sono grati e si rallegrano di essere liberati dal pericolo del saccheggio dei “mori“, vedendo nelle fondazioni delle fortificazioni che si stanno costruendo una difesa contro le devastazioni saracene (i mori). Non si può escludere che abbiano partecipato in qualità di “marraioli”, cioè zappatori che affiancano i gustatori inviati da Cosimo nella costruzione allo stato campale (terraglio) delle fortificazioni. Comunque sia andata le maestranze nel cantiere appena aperto proseguono alacremente nel lavoro talché che in data 26 aprile 1548 Pirro Colonna scrive al duca Cosimo ” … questa mattina s’è messa la prima pietra con tutta la cerimonia”. Viene poi descritto l’episodio dell’avvenuta cattura di un corsale nemico e il Colonna perciò aggiunge che quelli delle “galere cominciaranno a cognoscer il frutto, cognoscerassi ancora l’importantia di fortificar questo loco la veduto sia Dio che li nimici non van pensato facciasi signor mio ogni sforzo per far presto“.

(Mediceo del Principato Filza 387, c.225 idem come sopra)

 

Chiaro il riferimento alla galere saracene che si troveranno davanti a fortificazioni: forte Stella è tra le fortificazioni che “galere cominciaranno a cognoscer”.

Quanto sopra scritto da Pirro Colonna si riferisce alle fortificazioni che è ancora allo stato campale di “terraglio” (terra e fascine) che si stanno costruendo sul colle piccolo: il terraglio sul colle piccolo è tra i primi ad essere edificato essendo il colle piccolo il più esposto agli attacchi nemici in quanto “signoreggia la bocca”.
E’ questo il fronte di attacco di mare.
Il terraglio del forte Stella fa parte di questo fronte di attacco di mare, fronte bastionato rivolto verso il mare aperto che serve a proteggere l’imboccatura del porto.

 

Lo annota l’ingegnere Bellucci scrivendo a Cosimo il 30 aprile 1548:

“Illustrissimo et eccellentissimo Signore patrone mio osservandissimo
Quando piacque alla bontà de Idio ,arrivano le navi a salvamento et apresso i guastatori con tutto l’ordine,et così subito li posi in opera ,con quel bon ordine che meglio sé pensato di fare; et per tutto oggi il fondamento della fronte importante serrà scoperto,et martedì matina a honor de Idio cominceremo a tessere et non si perderà tempo perché si mena la cosa strettissima …”

(Lettera del Bellucci a Cosimo 30 aprile 1548 Mediceo del principato. Filza 386, c. 477r. Archivio di stato Firenze)

 

Scrive Amelio Fara che l’ideazione della pianta del forte Stella con un tracciato tanagliato costituito da fianchi di cortine murarie piegate ad angolo acuto a forma di stella e conformate sull’esigenza di protezione dal dominio esercitato dal colle del Falcone, è da attribuirsi in gran parte a Pirro Colonna.

(Cfr pg 6 di “Portoferraio. Architettura e urbanistica 1548-1877. Amelio Fara. Edito fondazione Giovanni Agnelli, Torino. 1997)

 

Chi è Pirro Colonna?
Insieme con Otto da Montauto è un militare che nell’aprile del 1548 affianca l’ingegnere Belluzzi nell’impresa di fondazione di Portoferraio. Pirro Colonna è commissario imperiale responsabile militare che cura gli interessi di Carlo V mentre Gian Francesco Barbolani da Montauto chiamato “signor Otto” o Signorotto da Montauto è fedele capitano al soldo di Cosimo, intendente di fortificazioni, ed è referente mediceo per soldati e guastatori e per la distribuzione degli approvvigionamenti. Due soldati entrambe militari esperti nella difesa, capi delle bande di soldati inviati nell’impresa di fondazione di Portoferraio.

 

Amelio Fara, a sostegno che Pirro Colonna è l’ideatore della pianta di forte Stella trascrive la lettera che l’ingegner Belluzzi, posto alla direzione del cantiere, invia a Cosimo in data 27 aprile 1548. In tale lettera si capisce quanto il Colonna abbia influenzato l’ingegnere:

“Al mio arrivar qui havemo 15 guastatori di Bibona, quali subito mettemmo a far una strada e netar intorno il coletto piccolo, di poi il Signor Pirro, hebbe visto e considerato ben ogni cosa, parlandosi qual delli dui colli al presente se potria pigliar, finalmente, doppo molte dispute, s’elesse il coletto più piccolo e più basso come quello che più può scoprir il posto et offendere da più bande li nemici, come in verità è di questa maniera: e circa la difesa che lui riceve dall’altro colle, andarla fugendo col voltargli la fronte, e quella farla gagliarda al più che si può, e come il Signor Pirro e il Signor Otto hebbero conchiuso questo, si venne conseguentemente alle forme delle quali ne sono fatte di molte et in verità il Signor Pirro à molto affaticato, insieme con il Signor Otto, e non penso che sia per molto tempo una simil cosa tanto consultata; e veramente chi non vuole andare nelli precipitii, non è possibile trovarvi forma bona, et io per me non mi satisfacio di nessuna, pur alla fine per venire alla brevità a fare qualche cosa s’è concluso per questi Signori che si faccia questa forma della quale mando copia a Vostra Eccellenza, la qual per essere piccola e breve si farà in venti giorni havendo un numero di 400 guastatori; facendo però questa con intenzione di fortificar l’altro colle”.

(Lettera di Belluzzi a Cosimo. Mediceo del principato. Filza 386, c.418. Archivio di stato Firenze)

 

La copia che Belluzzi invia a Cosimo è il progetto del forte Stella realizzato dall’ingegnere nella forma che “…s’è concluso per questi Signori che si faccia…” come lui espressamente asserisce.

 

La copia non è a noi pervenuta ma è sicuramente simile ad un’altra pianta rilievo del forte Stella che il Belluzzi ha eseguito qualche anno dopo nel 1552 per conto di Cosimo: un disegno a penna. Inchiostro nero, acquerello color giallo. La porta del forte rivolta verso l’abitato è protetta dal fianco del fronte tanagliato; una porticciola di soccorso, posta all’angolo delle cortine orientali guarda verso il mare aperto in quella parte particolarmente scoscesa della insenatura rocciosa di Portoferraio.

 

Forte Stella .Disegno a penna 6

 

Quanto il Belluzzi dipenda nella conduzione dei lavori del forte Stella da Colonna risulta chiaro anche da una sua altra lettera a Cosimo scritta 8 maggio 1548 nella quale arriva a scrivere “…a l’autorità del sig Pirro non posso più che tanto “ e dove si capisce che sono sorte discussioni tra l’architetto e i militari sulla forma da dare al fronte bastionato. Inoltre Pirro Colonna e il Signorotto da Montauto vorrebbero subito passare alla incamiciatura del terraglio con muro mentre Bellucci vorrebbe attendere a incamiciare usando tempi e mezzi adeguati per fortificare alla “reale“.

 

“Illustrissimo et Eccellentissimo Signor patrone mio osservandissimo
Per l’ultima mia avvisai Vostra Eccellenza de l’altezza del bastione che sino alli cinque s’era fatto; ora che siamo alli otto, haviamo fatto questo di più : che diverso il molo haviamo tirata l’ultima punta della fronte gagliarda, la qual va a ritrovare il sito dirupato, et questa per tutto dimane serà alta abbastanza che viene alta 12 braccia schisando poi il secondo il sito a raguaglio delli luoghi bassi et alti ; la prima et la seconda punta se sono lassate passare ,essendo venute tutte a un pari che nel più basso luogo del riparo è alto due braccia .Al presente, per tutto dimane forniremo la quarta ,di poi si volgerà il forzo tutto alla terza punta del baluardello diverso il porto ,cercando tirar questo più su che si possa per fori per fornir di chiudere; benché questi Signori vanno girandolando di voler in questo luogo di mutar forma et seguitar l’ordine della stella ,con quelle punte come le altre et non si vogliano a vedere che tenendo questa maniera tutta via s’indebolischano più. Io contrasto quanto posso per tenerla più reale , ma a l’autorità del Signor Pirro non posso più che tanto; a l’ultimo cercarò satisfarlo al meglio che potrò se da Vostra Eccellenza mi sera concesso. Veggio di poi molta solicitudine al murare dove che mi par che si deve molto ben pensar minutamente se sia da murar questa forma in questo modo….”

(Lettera di Bellucci a Cosimo 8 maggio 1548. Mediceo del principato. Filza 387,c.341 r. Archivio di stato Firenze)

 

In data 5 maggio 1548 Bellucci scrivendo a Cosimo per ragguagliarlo sull’andamento dei lavori informa che è impegnato fra le altre cose a fare gli alloggiamenti dei soldati dove potervi mettere vettovaglie e munizioni “…apresso questo faccio cavar su ne l’alto il luogo da far gli alloggiamenti de’ soldati et da potervi tenere vittuvaglie et munizioni et ò fatto tagliar di molto ontani et condurgli et anco qualche castagno prr la via di Marciana con certe tavole di castagno per coprire questi alloggiamenti che si preservi al più che si può…

(Lettera di Bellucci a Cosimo 5 maggio 1548. Mediceo del principato. Filza, 386,c.547r. Archivio di stato di Firenze)

 

I lavori proseguono e Bastiano Campana 10 maggio 1548 scrive al Duca che gli scalpellini si lamentano della pietra troppo dura e andranno a cercarla a Rio. “Hanno cominciato a fare gli alloggiamenti dentro al forte, i bastioni riescono benissimo…”

(Mediceo del Principato 387, 346, 348.Archivio di stato Firenze)

 

Vorrebbe far macinare i mulini delle comunità elbane in cambio di grano o semolino.
Il 14 maggio del 1548 Bastiano Campana comunica che sono arrivati 17 asini e li ha “subito messi in opera a portar piote alla fortezza che oramai così si può chiamare e di qui a domenica sarà tutta cinta di terra”

(Mediceo del Principato 387, 391. Archivio di stato Firenze)

 

Le piote sono zolle di terra ricoperte d’erba che i marraioli (zappatori) andavano a tagliare nei prati con speciali zappe quadre. Con gli asini le conducevano poi in cantiere ai muratori i quali sgrassatele col coltellaccio le ponevano in opera faccia contro faccia fissandole con cavicchi di legname. L’impiotamento rappresenta un importante passaggio nella costruzione del terraglio ad esso faceva seguito l’incatenatura.

 

Tutto avviene sempre sotto la diretta e continua supervisione e sorveglianza del duca Cosimo il quale vuole anche andare a controllare di persona il cantiere trasferendosi all’Elba il 17 maggio 1548 con due galere date dal principe Doria ed una di sua proprietà. E’ lui stesso che lo fa sapere in una lettera scritta il 19 maggio al Serristori dove accennando al forte Stella dice di aver dato ordine di farlo di muro

“….per dar più presenza alla fortificazione del porto ferrajo et per vedere il tutto con li occhi ci trasferimmo duo dì sono sul luogo, con due galere accomodateci dal principe Doria et con la nostra, dove haviamo terminato molte cose che vi erano ambigue et dato tal ordine che quella fortezza non si farà men presto di pietra che si sia fatta di terra, che si è fatta in sì breve tempo, et così bene, che fa meravigliar, chi lo intende, o vedete così sendoci resoluti di farla di muro diamo buon ordine di farne condor gran quantità di mattoni et calcina oltre alle materie simili che si lavorano in sul luogo, talché pesto speriamo haverli dato fine che a Dio piaccia”.

(Lettera di Cosimo al Serristori 19 maggio 1548 .Filza 11.c.177/recto. Archivio mediceo. Archivio di stato di Firenze)

 

E’ evidente che Cosimo ha fretta di trasformare la fortezza da struttura campale cioè da “terraglio”” (terra e fascine) in struttura permanente dove il terraglio è incamiciato con muro.
Questa sua fretta è ancora meglio evidenziata nella lettera che Cosimo scrive a don Francesco di Toledo in data 25 maggio 1548, pochi giorni la sua visita sul cantiere, dove accenna al forte Stella, fortificazione ancora di terra e fascine (terraglio) che è stata messa in perfezione ma che non bastando a chi la vede a dar l’effetto che lui vuole (gagliardo) ha dato subito ordine di murarla e trasformarla da struttura campale in permanente.

 

“…Andai e trovai invero che il Signor Pirro con quei miei ministri havevano avuto non piccola diligentia et esser stata tale che in termine di un ventidue o ventitrè giorni la fortificazione di terra c’è messa in perfezione ,ma perché non bastava a far l’effetto che di sopra dico, di guardarla con poca spesa, detti subito ordine di murarla et di fare una altra fortezza sopra un altro colle ch’era necessaria perché sendo due li colli che guardano il porto il fortificar l’uno senza l’altro non era a proposito ……
saprà adunque V.S .come il porto dell’Isola detto Ferraio è padroneggiato da due colli uno più basso il quale possiede la bocca del porto, l’altro più alto il quale si allontana più da essa bocca ma è alquanto a cavaliere al p° sopra il più basso che signoreggia la bocca. Quivi ho fatto far io il forte di terra il quale sarà di grandezza quanto la fortezza di Livorno, posto in un sito tanto gagliardo che più non si può dir, la qual fortezza è di tutto già duo giorno fornita di terra et nella quale si trovano trenta pezzi d’artiglieria 20 grossi et 10 minuti, polvere et vettovaglie abbondantemente per più mesi….”

BATTAGLINI PG 240

(Lettera di Cosimo a don Francesco di Toledo 25 maggio 1548. Filza 11,c 195/recto. Archivio mediceo. Archivio di stato di Firenze)

 

Il 20 maggio 1548 Belluzzi scrive a Cosimo che invia la pianta della seconda fortezza (Falcone) e che la prima fortezza (Stella) sarà fornite di terra sul colle più basso e appena sarà conclusa provvederà alla incamiciatura con muro:

“Illustrissimo et Eccellenetissimo Signor patron mio sempre osservanidissimo
Mando a Vostra Eccellenza la pianta della seconda fortezza s come quella ordinò, la qual quando si fabbricherà sel vi sarà ordine alcuno di andarla migliorando et cavarvi più larghezza non si mancherà . E quanto alla prima fortezza (Stella) per tutto mercord sarà fornita di terra e et potrà guardarsi et potrà restar. E subito che sarà fatta, a un tratto dispenserò tutta la gente all’ordine di murare….

(Mediceo del principato Filza 387. C. 468r.Archivio di stato Firenze)

 

Il 24 maggio 1548 Cosimo ordina che si muri velocemente entrambe i forti appena imbastiti di terra senza allargarsi e mutar di forma

“Al San Marino adì detto
Per una a Bastiano Campana quale haveva a essere comune a voi scrivemmo l’ordine ci piaceva che si dovesse tenere nel murare,cioè che unitamente s fabbricasse cos alla seconda come alla prima fortezza et con quella maggiore diligentia che fussi possibile…”

(Mediceo. Filza 188,c 60 r-v. Archivio stato di Firenze)

 

Con il suo viaggio all’Elba direttamente sul cantiere il duca Cosimo ha ”terminato molte cose che vi erano ambigue“ ed ha dato ordine di murare il forte Stella cioè di rivestire con muro il terraglio del forte ma l’ingegnere Belluzzi tenta di ampliare la pianta. Allora Cosimo il 27 maggio 1548 lo accusa di ritardare i lavori e gli intima: “fortezza fatta di terra si muri su la forma che è, et non si vadia ampliando né allargando con muri se non quanto è necessario et che senza perdita di tempo si dia principio al murar et il tempo non si perda in dispute et ghiribizzi ma si faccino cose utili et bone et quanto a Voi per adventura non desse il cuore di condurre i muri a perfettione o per poca experientia che habbiate del murar o per altro rispetto, fatecelo intendere,che noi non mancheremo di pigliare partito,perché non intendiamo che nelle nostre fabriche et maximamente in codesta si faccia di fatti et non di parole et che il tempo si consumi utilmente et non in vanità e lunghezze ,sì che risvegliatevi et non vi fondate tanto su li archipenzoli et astrologie se havete animo di ben servirci,et come di voi haviamo confidato che lo state per fare.Lascisi le irrisolutioni et li punti di astrologia, murisi la fortezza da basso come la lasciammo et si solleciti senza cerimonie”

(Lettera di Cosimo a Belluzzi .Mediceo del principato,188,cc 66,67.Archivio di stato Firenze)

 

Gli ordini perentori impartiti da Cosimo di procedere alla muratura del terraglio senza indugio e senza perdere tempo in dispute e “ghiribizzi” non si discutono ,vengono eseguiti . Il 30 maggio 1548 Girolamo degli Albizi ,commissario generale di stanza a Campiglia,scrive al duca che il giorno dopo verrà messa la prima pietra :“Domattina col nome di Dio meterò la prima pietra in nome di vostra eccellenza con una messa pregando tutti i dio per quella e sarà fatta tutta la cortina che piglia la punta che guarda il monte superiore e quella che guarda a tramontana”. Comunica che si consumano 25 moggia di calcina al giorno, i fornaciai non son buoni e ne hanno sciupata due o tre cotte.

(Mediceo del Principato 386, 776.Archivio di stato Firenze)

 

E così avviene. il 31 maggio. è data storica per il forte Stella perché è posta la prima pietra di incamiciatura del terraglio con le debite dimostrazioni di giubilo . E’ ancora Girolamo degli Albizi insieme con Jacopo de’ Medici che lo fa sapere scrivendo al duca: “con le gazarrie debite si è posto la prima pietra con medaglie 14 e si va seguitando il murar.”

(Mediceo del Principato 386, 803-Archivio di stato di Firenze).


Sul posizionamento della prima pietra del forte Stella ancora più preciso è Bastiano Campana che sempre il 31 maggio 1548 scrive al duca “Piantata la prima pietra del Greco e messovi dodici medaglie assortite con la messa cantando e altre cerimonie solite solennemente e così a ogni baluardo si metterà parte d’esse, assimile alla fortezza d’alto”

(ASFI, Mediceo del Principato 388, 152)

 

Anche l’ingegnere Belluzzi informa Cosimo che il 31 maggio è stata posta la prima pietra alla fortezza da basso cioè al forte Stella “questa mattina s’è cominciato a murare e s’è posta la prima pietra con le medaglie”

(Mediceo del Principato 388, 156..Archivio di stato Firenze)

 

Scrive poi che hanno cominciato la cisterna, i due forni e si è iniziata a fare quella dall’alto più grande come la voleva il Duca.

La pietra con la quale si è cominciato a murare il forte Stella è quella che ancora oggi vediamo conferire al forte Stella e anche al Falcone il loro caratteristico colore rossastro che li distingue da tutte le altre fortificazioni : mattone e calcina .Mattoni con calcina ce ne vollero tanti e le fornaci provvedevano sia a produrre calcina sia mattoni. Questa vicenda delle fornaci e dei mastri operai capaci di far mattoni è scritta guardando da vicino la muraglia della fortezza della Stella.

 

Forte Stella. PARTICOLARE del muro 7

 

Sui lavori di “incamiciatura” con muro di mattoni e calcina del terraglio del forte Stella che lo rendono struttura definitiva e permanente è ancora l’ingegner Belluzzi che informa Cosimo in dettaglio il 7 giugno 1548:

“Illustrissimo et eccellentissimo Signor patrone mio sempre osservandissimo

Per tutto questo giorno habbiamo ateso a murare la punta che guarda che guarda da levante a tramontana ,et computata la lunghezza di tutti i duoi lati braccia 82 cioè ( ) et siamo in altezza nella punta braccia nove havendo ancora tirato a raguaglio l’angolo che se retira in dentro, il qual guarda a tramontana e più per tutto il dì d’oggi sé fornito di cavar le 43 braccia del detto fondamento di questa cortina la qual pur seguita verso tramontana e domattina si metterà li muratori a questo fondamento per tirarlo a raguaglio di quel ch’è già fatto, il qual fra 4 giorni doverìa essere tutto a un reguaglio; benché non vorìa serar la punta a un tratto. Perchè il bastion fatto si mosse un poco, il qual feci pontellare che dubitarìa cavandolo et intrando a dentro non disordinasse, et per questo, volendomi asicurare, attenderò abracciar da l’uno e l’altro lato et poi farò la punta, benché di già quest’ordine sia cominciato a mettere in perfezione.
A questo muramento à lavorato quando dieci et quindici et quando venti muratori et già si trova in termine da potervi lavorar magior numero di lavoratori quando vi fusse robba…”

(Mediceo del principato filza 388,cc 226.Arhivio di stato Firenze)

 

PRIMA  PARTE   della lettera scritta da Belluzzi a  Cosimo 8

 

In questa lettera Belluzzi per spiegare meglio al suo Signor patrone sempre osservandissmo la lunghezza di braccia fiorentine 82 (54+ 28) di tutti e due lati di cortina a stella accompagna lo scrivere con uno schizzo.

 

SCHIZZO  DI CORTIN A AD ANGOLO ACUTO  DEL FORTE STELLA 9

 

Dopo due giorni, il 9 giugno 1548, consultatosi con Pirro Colonna, Cosimo sospende il Belluzzi dalla direzione dei lavori e lo sostituisce con Camerini. Del forte Stella Belluzzi ha redatto la forma del progetto con fianchi murari ad angolo acuto (a stella) avendo seguito le indicazioni di Pirro Colonna.
La forma a stella delle cortine murarie di un bastione che oggi ammiriamo non è altro che una cortina muraria che piegandosi verso l’interno con angolo acuto si oppone alla cortina seguente in modo tale che una punta della stella difende la successiva.
Le stelle sono dunque modalità costruttive che si adattano perciò al luogo senza alcuna regola e sono per questo adatte e indicate a costruirsi in siti forti già per loro natura, scoscesi e impervi come appunto è il sito in cui si trova forte Stella.
Nella architettura militare cinquecentesca lo forme a stella della sono presenti in moltissime fortificazioni.
Giovanni Camerini succeduto alla direzione del cantiere prosegue i lavori, nel dicembre del 1548 Cosimo nomina il capitano Bastiamo d’Arezzo castellano del forte Stella e il capitano Ballotta da Perugia castellano a forte Falcone.

(Lettera di Cosimo al capitano Ballotta da Perugia del 19 dicembre 1548, Mediceo, Filza 12, c. 152 bis recto Archivio di stato Firenze)

 

Marcello Camici

 

Foto di copertina - Portoferraio. Forte Stella

Foto 2 - Portoferraio. Forte Stella. Epigrafe sopra la porta d’ingresso “TEMPLA MOENIA DOMOS ARCES PORTUM COSMUS MED FLORENTINORUM DUX II A FUNDAMENTIS EREXIT A D M D XLVIII”-

Foto 3, 4, 5 - Portoferraio. Forte Stella. Fronte sud fondamenta stato attuale.

Foto 6 - Forte Stella. Disegno a penna, inchiostro nero, acquerello color giallo. Biblioteca nazionale centrale Firenze, Fondo nazionale, II. I. 280, c. 23r

Foto 7 - Portoferraio. Forte Stella. PARTICOLARE del muro che ha incamiciato il terraglio. Calcina e mattoni.

Foto 8 - PRIMA PARTE della lettera scritta da Belluzzi a Cosimo in data 7 giugno 1548. Mediceo del Principato Filza 388,cc 226. Archivio di stato Firenze.

Foto 9 - SCHIZZO DI CORTINA AD ANGOLO ACUTO DEL FORTE STELLA disegnato da Belluzzi. PARTICOLARE della lettera scritta da Belluzzi a Cosimo in data 7 giugno 1548. Mediceo del Principato Filza 388,cc 226. Archivio di stato Firenze. “…et computata la lunghezza di tutti i duoi lati braccia 82 cioè ...”)

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