I criminali incendiari hanno nuovamente attaccato la Zona umida di Mola, nel Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano e lo hanno fatto proprio mentre l’avifauna migratrice sta arrivando all’Elba dove Mola rappresenta uno dei maggiori punti di sosta. Le fiamme si sono avvicinate pericolosamente ad alcune abitazioni.
Mentre scriviamo stanno intervenendo Carabinieri forestali, Vigili del Fuoco e Parco Nazionale – che ringraziamo - ma quel che mostrano le foto è un imperdonabile disastro probabilmente provocato, come in occasione di incendi dolosi del passato appiccati nella stessa area, da veri e propri terroristi del fuoco che vogliono così rispondere alle recenti iniziative del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano che aveva finalmente apposto cartelli di divieto dell’area e messo in opera staccionate e catene per impedire l’ingresso abusivo di auto e mezzi pesanti fin sulla spiaggia e nei canneti, in una Zona B del Parco e in una Zona di protezione speciale dell’Unione europea.
Si tratta probabilmente di un avvertimento in stile mafioso di un pugno di criminali che non vuole rinunciare al privilegio illegale di continuare a massacrare la Zona umida più importante dell’Elba e di continuare a compiere attività illecite in un’area protetta. Questi criminali vanno individuati e puniti, cominciando a far pagare loro i danni provocati a un’area così delicata e sensibile.
Legambiente chiede al Parco Nazionale di assicurare la continua vigilanza dell’area e si aspetta che i sindaci dei Comuni di Capoliveri e Porto Azzurro condannino fermamente questo intollerabile atto che punta a distruggere la vita e la bellezza nel nome di interessi meschini.