Non capita tutti i giorni di trovare nella cassetta della posta una busta il cui mittente è “Il Presidente della Repubblica”. E dove è scritto a mano, con penna stilografica:
“Gentile Prefessoressa, ho letto su Il Tirreno la sua lettera e desidero ringraziarla molto delle sue parole, così cortesi. Sarei stato lieto di salutarla di persona ma queste righe sostituiscono la “stretta di mano” di cui parla nella lettera.
Con tanta cordialità Sergio Mattarella”
Ecco, volevo condividere con voi questa emozione.
In realtà, il mio articolo originale è apparso su Elbareport, il nostro quotidiano locale, era questo:
Saluti e auguri, Presidente!
Il nostro Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nelle tempeste della politica italiana, è sempre stato un faro protettivo e illuminante, esprimendo dignità, compostezza, equilibrio, e soprattutto rispetto e rigorosa interpretazione della Carta Costituzionale. Il suo primo gesto dopo l’elezione fu l’omaggio ai martiri delle Fosse Ardeatine, a sottolineare plasticamente da quali sofferenze e lotte era nata l’Italia postbellica e a quali valori di democrazia e di civiltà doveva ispirarsi il suo popolo. Conosciamo il suo vissuto personale e la ferita di aver dovuto assistere alla morte per mafia dell’amato fratello Piersanti: un’esperienza tragica che ha regalato per sempre un velo di malinconia al suo sguardo.
Fra sei giorni il Presidente sarà qui, all’Isola d’Elba, proprio presso quella scuola dove ho insegnato per trentatré anni, a inaugurare con studenti e insegnanti, provenienti anche da altre realtà, il nuovo anno scolastico.
A differenza del suo predecessore, Giorgio Napolitano, che riuniva nel cortile del Quirinale le rappresentanze di studenti di ogni parte della penisola, Mattarella ha preferito la modalità di spostarsi personalmente nei plessi scolastici italiani, spesso periferici.
L’Isola d’Elba l’accoglie con orgoglio ed emozione: invece, la partecipazione al grande evento sarà purtroppo per quasi tutti, a parte gli invitati, solo virtuale, attraverso la diretta di Rai1.
La stretta di mano che molti di noi avrebbero voluto porgere al Presidente della Repubblica è dunque soltanto ideale, ma la speranza è che in qualche modo Lo raggiunga, insieme a sensi di profonda stima e affetto, e all’augurio di continuare a tenere, come un bravo timoniere, la barra dritta nel mare poco tranquillo della nostra vita nazionale.
Maria Gisella Catuogno