Si è conclusa una complessa operazione di Polizia Marittima, a tutela dei fondali marini e dell’ambiente costiero in località Mola tra i territori del Comune di Porto Azzurro e del Comune di Capoliveri nell’Isola d’Elba.
I militari del nucleo di Polizia ambientale della Capitaneria di porto di Portoferraio, unitamente al V Nucleo Sommozzatori della Guardia Costiera di Genova, ed al personale dell’ufficio locale marittimo di Porto Azzurro, hanno operato per quattro giorni su di un vasto specchio acqueo di circa mq. 242.000, per un perimetro di 1.47 miglia nautiche, (più di 2,4 chilometri) ed un’area di litorale di circa 2000 mq.
Le attività operative si sono svolte dal 11 al 14 marzo 2019.
La fase perlustrativa si è svolta, con l'ausilio di un mezzo nautico della Guardia Costiera, attraverso numerose immersioni subacquee compiute dagli specialisti della Guardia Costiera provenienti da Genova.
Le immersioni consentivano di individuare sul fondale e portare in superficie a mezzo di appositi palloni di sollevamento, numerosi corpi morti di notevoli dimensioni, tutti in calcestruzzo, su cui erano infissi ganci metallici, che avrebbero consentito, a numerose unità da diporto, di ancorarsi in assenza di qualsiasi autorizzazione.
Detti corpi morti rappresentano infatti un pericolo per la navigazione, in quanto spesso non segnalati in superficie ed arrecano inoltre una grave alterazione del fondale marino.
Tutti i corpi morti potuti recuperare- per un peso totale di circa 10 tonnellate, sono stati posti sotto sequestro dai militari, mentre quelli intrappolati sul fondale a causa dell’insabbiamento, venivano “inertizzati”, ovvero resi inservibili, dagli operatori subacquei della guardia costiera.
Durante l’operazione è stato inoltre individuato un proprietario di un natante da diporto ormeggiato nell’area controllata, la cui unità è stata posta sotto sequestro.
L’area a terra, ispezionata dai militari della Guardia Costiera, ha inoltre consentito di individuare ulteriori 110 corpi morti e punti di ormeggio sul litorale, realizzati con paletti metallici della lunghezza fino a 1,5 metri infissi nel terreno. In questo caso il peso del materiale rinvenuto è ammontato a circa una tonnellata.
Tutto il materiale rinvenuto è stato recuperato con il fattivo ausilio di personale e mezzi meccanici del comune di porto azzurro e del cantiere navale “Golfo di Mola” che ha inoltre messo a disposizione aree per il deposito di quanto recuperato.
Tutti i presunti abusi accertati, che sono stati doverosamente segnalati alla Autorità Giudiziaria di Livorno, sono stati effettuati su bene paesaggistico, ricadente in area di interesse del Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano, dunque in zona di protezione speciale nonchè sito di interesse comunitario rientrante nella direttiva 92/43 CEE habitat.
L’operazione costituisce un importante risultato conseguito dal personale della Guardia Costiera nell’ambito delle attività di controllo e prevenzione a tutela dell’ambiente marino e delle coste oltre che di vigilanza del demanio marittimo.