Da diversi anni noi del Comune di Rio, ci ritroviamo ad assistere nostro malgrado ad uno spettacolo imbarazzante e fastidioso.
Sono poche ma intense serate estive all’Anfiteatro delle Miniere, musica reggaeton, trap, hip hop.
Inizio spettacolo ore 23 fine ore 4/4.30.
Volume altissimo, i DJ urlano ed incitano alle danze, i bassi picchiano in testa (a noi ormai troppo grandi per andare in discoteca …).
Nottate partecipate da giovanissimi, carichi di entusiasmo e superalcolici, birre e altro.
Non si dorme, né i residenti, né i turisti ospitati dal paese…ci si alza scombussolati e di cattivissimo umore. Sì, perché il volume è così alto che la nottata coinvolge non solo i giovani, ma anche chi se ne sta tranquillo a guardare le stelle e a una certa vorrebbe andare a dormire.
Egoisticamente questo è lo spunto che mi ha portato a riflettere sulla situazione e cercare di andare oltre “il sonno perso”.
Sono stata giovane anche io, trasgressiva e disobbediente, posso comprendere che parecchi giovani trovino sfogo e piacere nelle nottate Riesi.
È risaputo che, in mancanza di esperienze migliori, le danze, gli alcolici e le droghe siano degli elementi importanti per il rito di passaggio dalla giovinezza all’adultità.
Inoltre, non c’è poi tanto da fare per un giovane qui sull’isola!
Tra l’altro non aiuta la bipolarità di un posto, che vive soprattutto di turismo, in cui ci si ritrova sulle “montagne russe”, nell’up dell’estate frenetica e nel down dell’inverno letargico.
Vivendo a Rio, ho potuto osservare che i giovani hanno pochi stimoli culturali fuori dalla scuola, hanno pochissimi spazi creativi e educativi per ritrovarsi e crescere nel “buono” di questo splendido luogo…un paradiso che offre senz’altro tanta Natura, mare, escursioni e sport di vario tipo.
Ma forse nella fase adolescenziale c’è bisogno anche di altro: per esempio confrontarsi, stare insieme, scoprirsi, raccontare le proprie incertezze, creare, esprimersi.
In questo “vuoto” educativo gli adulti che li potrebbero “accompagnare” o stimolare hanno una responsabilità importante.
E ancora maggiore è la responsabilità nel sapere che le nottate all’Anfiteatro sono fonte di guadagno sui giovani (che poi sono i nostri figli, i nostri nipoti) i quali vivono quelle rare possibilità “espressive” come un’oasi in cui incontrarsi e stare insieme.
E se scorrono fiumi di alcolici noi adulti sappiamo bene che stanno compensando quel “vuoto” di cui sopra.
Non avendo soluzioni da proporre, questo mio pensare a voce alta vuole essere una condivisione da adulta a adulto per riflettere sulla nostra Assenza e sulla nostra “distrazione”… e magari fare qualcosa insieme a riguardo.
Non basta abolire la discoteca, abbassare il volume, proibire gli alcolici, il problema è più serio e radicato: sarebbe necessario creare una continuità tra la scuola e quello che può avvenire fuori dall’ambiente scolastico.
Offrire cultura e strumenti di elaborazione, spazi di confronto…per esempio due anni di pandemia necessiterebbero di dialogo e ascolto, comprendere dubbi e paure della crescita e poi magari fare insieme musica, teatro, ricerca ambientale…insomma prendere per mano i nostri giovani e imparare insieme a prenderci cura di noi stessi e del nostro territorio.
Immaginare, anche oltre le nostre possibilità, a volte può aiutare a fare piccoli passi e realizzare in parte i nostri buoni sogni.
Certo è, che bisogna fare Comunità ed essere insieme per dialogare e trovare soluzioni condivise.
Rio, 30 luglio 2022
Silva Masini