Alcune migliaia di persone (tra 4 e 6mila a seconda delle fonti) provenienti anche dalle numerose località d'Italia, vittime sacrificali della lobby geopolitica del fossile, hanno manifestato a Piombino- una città blindata come non mai - per prendere parte alla manifestazione nazionale contro i rigassificatori e, in generale, contro la logica suicida e menzognera del gas a tutti i costi (sociali e ambientali e a vantaggio di pochi).
Un appuntamento organizzato dalla "Rete No Rigass No Gnl" e dagli promotori della campagna “Per il Clima, fuori dal fossile, manifestazione alla quale ha partecipato anche una nutrita delegazione elbana. Proprio il forte vento che ha bloccato a lungo i traghetti nel canale ha dimostrato plasticamente l' assurdità di posizionare nel Porto di Piombino i 270 Mt della Golar Tundra con i suoi 174 Mila m³ di gas liquefatto (volumi da moltiplicare per 600 allo stato gassoso): in una giornata come quella di ieri, infatti, la gasiera, per motivi di sicurezza, avrebbe probabilmente dovuto mollare ormeggi e attacchi alle rete di distribuzione per posizionarsi nella baia di Portoferraio, cioè la zona più vicina a riparo dai venti. Il lungo corteo è arrivato in piazza Bovio già gremita e ha osservato un minuto di silenzio per le vittime di Cutro prima degli interventi delle varie delegazioni provenienti da Abruzzo, Basilicata, Emilia Romagna, Lazio, Marche, Molise, Piemonte, Puglia e Sardegna; presente anche il Sindaco Francesco Ferrari che ha difeso la linea fin qui seguirà dal Comune, confidando in pronunciamento favorevole del Tar del Lazio (giudizio rinviato al 5 luglio).
Di seguito alcuni dei dati riportati dai portavoce dei movimenti intervenuti, a dimostrazione di quanto sia necessario fermare ora ogni ulteriore passo verso estrazione, trasporto e stoccaggio di gas e altre fonti fossili:
-Le nuove opere fossili porteranno a una capacità di importazione e trasporto di 106 miliardi di mc all'anno, con una sovracapacità del 45% rispetto al fabbisogno nazionale attuale, in costante calo ( quidi a beneficio esclusivo dei profitti di chi lo venderà all' estero, com'è successo anche nell' ultimo anno, con le spese degli impianti nelle bollette di famiglie e imprese)
-Altri due rigassificatori, oltre quello nel Porto di Piombino (senza Valutazione di Impatto Ambientale ) sono previsti entro breve tempo a Ravenna (ma forse anche tre o quattro), cinque in sardegna, il più grande del mondo in Calabria e altri nelle Marche e in Sicilia, oltre a quelli già attivi a Panigaglia (La Spezia), a Livorno e a Porto Viro (Rovigo)
-Per di più si incentiva l’estrazione di gas in Adriatico, anche a fronte della scarsità di giacimenti (secondo i dati ministeriali 40 miliardi di mc certi e altrettanti probabili) ad uso esclusivo, e prezzi calmierati dal governo e dal Gse ,delle grandi aziende energivore in crisi, alla faccia del caro bollette per i cittadini e degli extraprofitti per l’Eni
-Sono già in atto i lavori per la realizzazione della Linea Adriatica, il gasdotto che attraversa l’Italia dalla Puglia all’Emilia-Romagna per portare il gas verso l’Europa, trasformando l’Italia nell'hub del gas, con nessun vantaggio ma tanti danni per i territori interessati.
-Cominciano a moltiplicarsi le azioni legali verso multinazionali e governi: Shell è stata obbligata dal tribunale dell’Aja a ridurre del 45% le emissioni di gas serra entro il 2030, Giudizio Universale ha portato in tribunale lo stato italiano, Greenpeace sta intraprendendo un’azione legale contro la decisione della Ue di includere il gas e il nucleare nella «tassonomia verde». Anche i territori, come Sulmona e Falconara, hanno intrapreso percorsi legali contro l’avanzata del fossile.
-600 grandi progetti rinnovabili sono fermi al Ministero dell’Ambiente in attesa di autorizzazione
-Sono in fase di avvio 54 comunità solari e 9 stanno già contabilizzando. Diverse sono partite grazie alla campagna di lancio portata avanti dalle realtà che fanno parte di Per il Clima Fuori dal Fossile e RECA - -Oltre 20 miliardi all’anno di fondi pubblici vengono erogati in sussidi per sostenere l’industria fossile, le stesse somme potrebbero rilanciare l’efficientamento e la creazione di impianti per l’autoproduzione e l’autoconsumo collettivo, in contrasto anche alla povertà energetica.
C.R.
Foto di Roberto Barsaglini e "Rete nazionale No Rigass No GNL"