Ieri mattina ho preso la prima nave alle ore 5.00 per recarmi ad una visita medica al Careggi di Firenze. Tutto calcolato: ore 5.00 la nave, arrivo a Piombino verso le 6.15 e poi treno ore 6.32 che mi porterà a Campiglia in tempo per prendere il treno per Firenze.
Scendo dalla nave e salgo al binario della stazione ferroviaria, il treno non c'è ancora ma arriverà. Sono con un'altra decina di persone. Alle 6.45 cominciamo a preoccuparci: nessun avviso sul video e nessun avviso dall'altoparlante. Cominciamo a realizzare che probabilmente non arriverà ed una persona, dopo aver continuato a consultare il sito di trenitalia per capire se ci fossero dei problemi, scopre alle 6.50 che il treno è stato soppresso. Si proprio soppresso...
Non solo io avevo una visita programmata, anche un'altra persona ce l'aveva a Livorno e una ragazza aveva un importante colloquio di lavoro, ma tutti quanti avevano delle coincidenze da prendere a Campiglia.
Inutile dire la sensazione di sconforto, rabbia, impotenza, ansia che ci ha preso: una ragazza telefona al taxi (perchè non ce n'era neanche uno al porto) e fortunatamente il taxi arriva e facendo una scelta di priorità 4 di noi prendono il taxi, pagano la corsa (nonostante il biglietto già pagato) ed arrivano in tempo a Campiglia.
Non è ammissibile che una persona per una visita alle 10,30 a Firenze debba partire il giorno prima, con tutti i costi che ne derivano.
Mi chiedo se chi dovrebbe stia facendo davvero tutto il possibile per garantire un diritto fondamentale come la continuità territoriale. Altrimento dovrò davvero pensare che siamo abbandonati e che non siamo affatto uguali agli altri.
Santa Pelle