Non mi dilungherò sui ritardi, sui traghetti etc. partirò da quando siamo sbarcati dalla nave con autovettura dopo quindici minuti interminabili nel garage/forno crematorio del traghetto.
Finalmente tra una preghiera e l’altra si apre il portellone e la prima cosa che vedo è una bruttura, ovvero il grattacielo. Mi documento e scopro che il grattacielo o “Palazzata al mare“ creata nel 1958 dall’architetto Emilio Isotta con guglie metalliche (sempre arrugginite) doveva rievocare il passato siderurgico della cittadina. Più tardi scoprirò che se fossi sbarcato più avanti, avrei invece visto anche il Palazzo Coppedè, questo palazzo prese il nome dal noto architetto Adolfo Coppedè, che lo fece costruire nei primi del '900 dietro commissione del deputato Portoferraiese Pilade Del Buono, insieme ad altri immobili che gli addetti ai lavori considerano i più belli di Portoferraio. L’immobile oggi degradato rappresenta il disagio abitativo della città, è stato scalcinato e scorticato dall’amministrazione per evitare che frammenti d’intonaco pietre e mattoni cadessero su persone e cose, inoltre le finestre che resistono sono pericolanti e sconnesse.
Nonostante il grattacielo, anche se dobbiamo andare a Marina di Campo, decidiamo di vedere Portoferraio, ricordo che un mio amico architetto mi parlò di Cosmopoli, ovvero una piazzaforte cinquecentesca fondata da Cosimo I de’ Medici per motivi strategico militari, mi disse che era assolutamente una tappa da fare anche se vedrai sarà un po' disorganizzata...
Quindi dopo essermi confrontato con mia moglie, considerando che sono le undici e la camera dell’hotel non sarà pronta prima delle quindici, decidiamo di andarla a visitare.
Costeggio il grattacielo e un cartello che indica il centro mi fa svoltare a destra. Sono in Via Carducci, mi sento un po' spaesato inizio a vedere brutti edifici anni sessanta, franchising di negozi tipo Corso Buenos Aires a Milano vedo bar, pasticcerie, pizzerie, gelaterie con le pedane in legno fai da te sulla strada, dove passano auto in entrambi i sensi di marcia, arrivati in fondo alla via vedo un incrocio una strada intasata di auto che indica il mare e una a destra che indica il porto anche quella super intasata di auto.
Accosto per acquistare una bottiglietta d’acqua.
Nel frattempo vedo un signore anziano e gli chiedo indicazioni per il centro, questo signore con fierezza e gentilezza mi risponde che bisogna andare dritti e che nel punto dove ci troviamo quando suo babbo era giovane c’era un ponte levatoio dal quale si poteva andare in centro storico dove al posto delle due strade sopracitate, c’era il mare. Con gli occhi piena di nostalgia mi ricorda anche lui che una volta il centro di Portoferraio era una roccaforte militare inaccessibile, separata dal resto dell'Elba da un fosso attraversato solo da un ponte levatoio e che ogni volta che qualcuno varcava quel ponte era come essere catapultati nell’epoca dei Medici, e mi dice che questa zona infatti adesso si chiama Ponticello. Dentro di me dico perché avranno cementificato queste strade visto il fascino che aveva... pensai ad Ortigia quando per la prima volta andai a vedere l’isola nell’isola..wow pensai a come sarebbe stato bello provare quella sensazione, riapro gli occhi e mi trovo in auto con i vigili che mi fanno brutti gesti intimandomi di andare.
Dopo pochi metri vedo qualche albero da entrambe le parti e dico evviva un parcheggio, facciamo due passi all’ombra, svolto subito per questo parcheggio asfaltato, pieno di macchine e pulmann e inizio a fare lo slalom alla ricerca di un parcheggio ma niente. Vado vicino a dei cubi di cemento che dovrebbero essere delle fioriere visto che dall’interno sbucano dei ramoscelli secchi davanti ad un’inferriata che delimita tutto il porto, dico boh sarà stato l’architetto Isotta con le sue manie siderurgiche... davanti a me una scritta fatta con delle siepi dice benvenuti agli ospiti. Questa parola ospite mi fa un pò l’effetto contrario del benvenuto...proseguo ed inizio ad intravedere le fortezze dico evviva ci siamo!!
Poco più avanti trovo un altro piccolo parcheggio pieno di macchine alché vedo una telecamera che dice ZTL non attiva, vado avanti ed inizio a vedere uno scenario fantastico una darsena naturale con tutte le case a sinistra molto più belle di quelle di Via Carducci, a destra il mare con le barche a vela e motore attraccate, incuriosito mi verrebbe la voglia di lasciare l’auto e proseguire a piedi per esplorare il paese, purtroppo però dietro mi suonano, tipo i vigili di prima, dicendomi di andare. Dentro di me dico dove dovranno andare, ci sarà un parcheggio coperto, del fresco, una spiaggia in centro...
Arrivo di fronte ad una porta in pietra costruita quasi a sottolineare emblematicamente l’ingresso nel centro storico di Portoferraio e dico non potrò certo entrare qui con l’auto, quindi vado dritto fino alla fine della darsena e trovo un altro parcheggio peccato che metà di quei posti sono a pagamento ovviamente pieni e l’altra metà vuoti ma a disposizione della Capitaneria di Porto ed altre forze dell’ordine…di fronte c’è la sede della Capitaneria di Porto con uno splendido edificio che si affaccia sul mare su entrambi i lati con un grande cortile recintato, il mio pensierò però ritorna ai parcheggi vuoti a loro disposizione, nonostante abbiano un grande cortile.
Ritorno vicino alla prima porta e vedo che le macchine entrano dalla porta accanto e dico speriamo bene, qui oltre alla multa mi tolgono pure la macchina. Entro dentro una piazzetta poi in un tunnel e continuo a vedere le solite pedane in legno fai da te e non più gelaterie, pasticcerie ma soltanto pizzerie rigorosamente napoletane, ognuna però con tavoli e sedie diversi di qualsiasi materiale, mia moglie dice forse ai medici piaceva la pizza napoletana.
Alla mia destra vedo una chiesa con un cortile delimitato da fioriere rotte e vedo una macchina che fa lo slalom tra le fioriere e parcheggia accanto all’ingresso della Chiesa, esce un signore con i capelli bianchi tutto vestito di nero e da li deduco che è il prete.
Allora comincio ad arrovellarmi la testa, le auto dei dipendenti della capitaneria possono sostare fuori dalla capitaneria a discapito di residenti e turisti e la macchina del prete parcheggiata accanto all’ingresso della chiesa...qualcosa non mi torna.
Entro finalmente in un parcheggio asfaltato ops una piazza che vengo a sapere più tardi che risulta di fatto essere l’unica piazza di Portoferraio, riesco a lasciare l’auto, esco e il termometro dell’auto segna 33 gradi, e l’ombra sembra soltanto un miraggio anche qui ci sono parcheggi riservati ai dipendenti comunali e 3 ristoranti di cui uno partenopeo, quello nel mezzo ha un albero che entra dentro il tendone bucato del ristoratore che invita ad entrare dicendomi cose che non capisco.
Vedo una libreria corro ad acquistare una guida qualcosa che mi aiuti a visitare Portoferraio, chiedo a conferma qualche informazione su cosa vedere nelle vicinanze e tutti mi dicono di visitare la villa di Napoleone e le Fortezze ma che forse con due bambini piccoli sarebbe meglio “salire” in macchina perché nessuno conosce gli orari e i giorni di apertura, “la strada è semplice bisogna svoltare a destra soltanto dopo Via Guerrazzi e proseguire sempre dritti”.
A questo punto decidiamo di mangiare qualcosa e andare dopo in macchina a vedere Fortezze e Villa Napoleonica, diamo un primo sguardo ai locali per mangiare qualcosa di veloce ma visto il caldo e il poco tempo a disposizione decidiamo di fermarcici al Caffè Roma, che ha i tavoli all’ombra. Ci sediamo e aspettiamo una diecina di minuti ma nessuno si accorge di noi, nel frattempo nell’aria si diffonde un odore nauseabondo dal tombino, quindi ci alziamo cercando nel telefonino pizza a taglio su google. Mia moglie mi dice che, a pochi passi da noi c’è una pizzeria che fa anche asporto. Prendiamo i passeggini e ci incamminiamo in via Guerrazzi alla ricerca di questa pizzeria, purtroppo però la corsia pedonale è invasa dai motorini quindi percorriamo i primi 20 metri in mezzo alla strada e dopo poco troviamo la pizzeria. Mentre ordino la pizza faccio due chiacchiere con un signore del posto e gli chiedo come mai un paese così bello ha un grattacielo sul porto, e lui mi racconta che c’è di peggio ovvero un altro edificio in questo caso fatiscente, di fronte agli attracchi (famoso palazzo Coppedè di cui parlavo prima) pessimi biglietti da visita e dell’unica piazza che un tempo era un giardino con piante e alberi sia stato trasformato a parcheggio (ora capisco l’albero che sbuca dal tendone da quel ristorante nel parcheggio/piazza).
Nel frattempo mio figlio scende dal passeggino e va a sedersi su una sedia di plastica che ha un sasso sopra che suppongo servisse a tenere occupato un posto auto, infatti dopo poco dalla finestra di fronte si sentono le urla di un energumeno che urla e sbraita dicendo di non toccare…faccio scendere mio figlio spiegandogli che non si toccano le cose degli altri anche se in realtà ripensandoci quel parcheggio sarebbe stato di tutti non capisco perché il signore sbraitasse in quel modo.
Iniziamo a mangiare là fuori la pizza, ma non ci siamo resi conto di essere su una pista promiscua da corsa, dove ininterrottamente passano auto e moto a tutta velocità, prendo i miei figli e li metto sul passeggino e ci incamminiamo verso la macchina dall’altro lato della strada, facendo gran parte del tragitto di ritorno sempre in mezzo alla strada, visto i parcheggi selvaggi di auto e moto.
Dopo aver letto che le ville di Napoleone a Portoferraio sono i musei più visitati in Toscana secondi soltanto agli Uffizzi di Firenze, decidiamo di andarci in macchina senza telefonare. Usciamo dalla piazza e proseguiamo per via Guerrazzi dopodichè svoltiamo a destra e troviamo un’altra telecamera ZTL anche questa spenta, saliamo con l’auto e arriviamo di fronte alla Villa Napoleonica, proseguiamo 20 metri facendo un parcheggio di fortuna per andare a vedere gli orari, ma a differenza degli Uffizzi, invece la villa è chiusa in quanto il martedì è il giorno di chiusura.
Decidiamo di ritornarci prima di prendere il traghetto magari il giorno della partenza, ma una volta visti approfonditamente gli orari si legge che il mercoledì è aperta soltanto di mattina quindi decidiamo di vederla la prossima volta se mai ritorneremo a Portoferraio. Riprendiamo l’auto sempre con temperature oltre i 30 gradi e vediamo una porta dove in teoria noi con il nostro suv fiammante dovremmo uscire..tralascio le parolacce mie e di mia moglie..dopo 10 minuti di orologio essendo anche bravino nella guida riesco ad uscire indenne da questo passaggio non segnalato, non so come avrebbe fatto un furgone o una macchina più grande.
Sul navigatore metto Forte Falcone e il navigatore mi dice di fare ancora la stessa strada, alché visto la mancanza di parcheggi e la difficoltà a passare in quel tunnel, decidiamo di andare direttamente a Marina di Campo.
Purtroppo scendendo dalla villa siamo passati di nuovo da via Guerrazzi, senza passare dalla darsena, che mi era piaciuta tantissimo, mi spiace la guarderò dal ponte esterno della nave quando torneremo a casa.
Quello che però non capisco è perché un paese come Portoferraio con tanta storia e bellezza avendo l’opportunità di intercettare la maggior parte dei turisti che arrivano e che partono non riesce a trovare un modo per far lasciare l’auto vicino al porto, e magari con delle navette far visitare loro il proprio centro storico, magari creando delle zone di ombra dove passeggiare, leggere un libro o soltanto mangiando un gelato.
Ma io sono testardo ci tornerò perché il racconto di quel signore del ponte levatoio mi ha fatto sognare.. inoltre vedere la città dalle fortezze deve essere una cosa emozionante.
Chissà se al nostro ritorno un giorno io o i miei figli troveremo mai il ponte levatoio al Ponticello.
Buona stagione e che Dio ve li mandi buoni la prossima volta gli amministratori...
Elio