Segnalo una nuova disavventura piombinese di una residente elbana.
Stamani mattina ho accompagnato mia figlia e la mia nipotina di circa sei mesi a Piombino per l'imbarco. Mia figlia si è vista rifiutare l'imbarco perché sprovvista di prenotazione in quanto i garage dei traghetti erano al completo.
Le è stato offerto un imbarco a distanza di 6 ore. A nulla è servita la presenza di un lattante che, ovviamente, non può sopportare una tale attesa. Unica chance, suggerita dalla biglietteria, recarsi direttamente al molo e chiedere al personale addetto all'imbarco.
All'entrata del porto è sorta una discussione con la sicurezza in quanto la nostra richiesta, peraltro suggerita dalla biglietteria, di recarci ai moli poteva essere accolta soltanto se avessimo avuto un disabile a bordo (una bambina di 6 mesi non è sicuramente, e per fortuna, disabile, però è comunque una bambina piccola). Finalmente siamo riusciti ad arrivare ai moli, ma il personale ha dichiarato che i traghetti erano al completo e che comunque, a prescindere, non sarebbe stato possibile fare i biglietti a bordo.
Conclusione: oggi mia figlia non torna a casa, partenza rimandata a domani, con prenotazione....e tutto questo a un residente.
Mi chiedo con quale criterio si possa arrivare a non garantire un servizio pubblico, perché per un residente si tratta di un servizio pubblico, durante il periodo estivo e dare la precedenza assoluta al turismo. Turismo che, con tutto il rispetto, fa girare l'economia dell'isola, ma che in questo caso porta ,chi dovrebbe garantire un servizio importante, a considerare gli Elbani come cittadini di serie B.
Mi rendo conto dell'affollamento dei porti durante il fine settimana, ma si dovrebbero garantire dei posti riservati per chi si dovesse trovare a partire per necessità e non per divertimento.
Permettetemi di dire che siamo nel terzo mondo.
Serena Carlotti