“Solo recitando la propria infelicità si può superarla” scriveva Elias Canetti nel suo romanzo “La tortura delle mosche” del 1992.
La recitazione, si sa, è catarsi, purificazione; permette di guardare con oggettività disagi o drammi e tentare di superarli. Questo facevano i Greci con le loro tragedie e questo hanno pensato di fare gli “attori di salute”, studenti dell’ITCG Cerboni e ospiti di Exodus, mettendo in scena i problemi della vita quotidiana di tanti giovani, per guardarli in prospettiva insieme agli spettatori, loro compagni di scuola, prenderne le distanze e tracciare dei possibili percorsi di soluzione.
Naturalmente con il linguaggio, lo stile, l’ironia e la simpatia che sono tipici della loro generazione.
Nello spettacolo di mercoledi, ai Vigilanti, a cui hanno assistito molte classi dell’Istituto, gli insegnanti che li accompagnavano e la dirigente scolastica M.Grazia Battaglini, sono state infatti affrontate tematiche come la crisi adolescenziale, l’incomunicabilità in famiglia, l’emarginazione, il bullismo e le dipendenze.
La rappresentazione metteva in scena esperienze che i ragazzi di Exodus hanno purtroppo vissuto realmente e da cui la comunità, unita alla loro forza di volontà, è riuscita a sottrarli restituendoli a se stessi e alla pienezza della vita.
Durante le prove, dare voce e azione al loro passato è stato quanto mai impegnativo, sul piano delle emozioni, perché hanno dovuto ripercorrere il tunnel del loro disagio.
Le affinità che hanno unito i componenti della compagnia teatrale sono state dunque la sensibilità verso le problematiche giovanili, la denuncia dell’indifferenza del mondo adulto, il desiderio di prevenire derive pericolose e la voglia di mettersi in gioco come attori, accantonando timidezza e inesperienza.
Il risultato è stato ottimo: la bravura e l’impegno di tutti hanno divertito e commosso il folto pubblico.