RADIC(I)ALI – 68
- di Nunzio Marotti -
E' ora di svegliarsi dal sonno
L'episodio della Trasfigurazione è invito a guardare oltre le apparenze, al di là dello scontato, in direzioni nuove e, per noi, inedite. I credenti sanno (devono sapere!) che il risultato finale della sfida della storia vede l'affermazione del bene.
Ma quando, Signore? E come vivere con questa fede i drammi della storia?
Ce lo domandiamo in queste ore di grave incertezza nelle nostre menti, mentre la morte aleggia su Ucraina, Yemen, Siria, Israele e Palestina, Congo, Sud Sudan, Etiopia, Myanmar, ...
Il vangelo di oggi ci dice che i tre discepoli di Gesù “erano oppressi dal sonno; ma, quando si svegliarono, videro”.
Oppressi dal sonno. Lo siamo quando non capiamo. E non solo nel momento della tempesta, ma anche nei segni che la preannunciano e che richiamano alla necessità di invertire la rotta delle scelte collettive e personali. Nella tempesta la capacità di scegliere si depotenzia e diminuisce la possibilità di relazioni di dialogo per la ricerca di soluzioni condivise sulla strada del rispetto dei diritti umani.
Quando si svegliarono, videro. Ci sono situazioni che destano dal sonno. Giorni fa, ho riletto il discorso che papa Francesco tenne due anni fa in una deserta Piazza San Pietro. Era il 27 marzo ed eravamo entrati da qualche settimana in lockdown. Mi sembra illuminante anche oggi. Richiamo solo due frasi. La prima: "La tempesta smaschera la nostra vulnerabilità e lascia scoperte quelle false e superflue sicurezze con cui abbiamo costruito le nostre agende, i nostri progetti, le nostre abitudini e priorità". La seconda: "Abbiamo proseguito imperterriti, pensando di rimanere sempre sani in un mondo malato".
Quando, Signore, impareremo a vedere? Dove cercare orientamenti?
Lascio la parola ad alcune voci profetiche.
a) “Nulla è perduto con la pace. Tutto può esserlo con la guerra. Ritornino gli uomini a comprendersi. Riprendano a trattare. Trattando con buona volontà e con rispetto dei reciproci diritti si accorgeranno che ai sinceri e fattivi negoziati non è mai precluso un onorevole successo”
(Pio XII, 24 agosto 1939).
b) “Nel protestare contro una guerra, possiamo credere di essere una persona pacifica, un vero rappresentante della pace, ma questa nostra presunzione non sempre corrisponde alla realtà.
Osservando in profondità ci accorgiamo che le radici della guerra sono presenti nel nostro stile di vita privo di consapevolezza. Se noi non siamo in pace, non possiamo fare niente per la pace. Se vogliamo la pace, dobbiamo diventare la pace. La pace è una pratica, non una speranza” (Thich Nath Hanh).
c) “La condizione prima di una vera cultura della pace: l'abolizione della categoria del nemico” (Ernesto Balducci).
Se vuoi la pace, prepara la pace.
(13 marzo 2022 – 2a domenica Quaresima)
Nunzio Marotti
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