Pierluigi Costa, il Messaggero del Mare il volontario che nuota per la tutela del mare o per cause di solidarietà, ha fatto il suo bagno in mare anche nel burrascoso mercoledì scorso. E lancia una proposta per il trasporto marittimo invernale per la terza isola d'Italia: “Lo Stato ci doti di una maxi nave che non soffra il mare mosso”, dice. Pierluigi s'immerge da anni, ogni dì, al lido di Chiessi, sempre senza muta e in ogni stagione. Anche se c'è tempaccio.
“Sì, ho un legame forte col mare - afferma - Ma non imitatemi. Per fare il bagno anche in inverno e con questi marosi ci vogliono preparazioni di anni, e grande prudenza. Mercoledì le onde erano oltre i tre metri qua. E' stato un bagno spirituale, rimanendo ben saldo sulle gambe, in mezzo alla burrasca. Mi dà entusiasmo il contatto libero con la natura. Ma c'è da essere responsabili, il mare va anche temuto, anche quando è calmo: sempre molta prudenza”.
E cosa ne pensa dell'Elba che rimane isolata: "Capisco i comandanti, - prosegue - hanno grande responsabilità. Fanno bene in certe situazioni a non partire. Però nella nostra tratta sarebbe da ottenere dallo Stato una maxi nave, in inverno. Alla terza isola d'Italia serve in quel caso un traghetto che possa garantire il viaggio con mare grosso: un viaggio almeno al mattino e alla sera per far rientrare i pendolari o per emergenze sanitarie. Mercoledì forse non poteva nemmeno volare l'elisoccorso del 118 e senza il traghetto un malato in condizioni gravi non avrebbe potuto raggiungere la salvezza in certi ospedali maggiori”.
Quindi il Messaggero del Mare fa una proposta particolare: diventerà realtà e rimarrà un sogno? Intanto prosegue la sue nuotate solidali con Lionel Cardin, e con Gianni Tacchella, Francesco Semeraro, Marco Sartore ed altri, mandano avanti la “Staffetta Lampedusa/ Monte Bianco” che guarda caso riguarda la tutela dei piccoli ospedali periferici, come quello di San Rocco a Portoferraio.
Un modo di chiedere il diritto alla salute sancito dall'articolo 32 della Repubblica. E Rai Responsabilità Sociale sostiene il progetto ideato dal Messaggero del Mare Enrico Fini e con lui si impegnano anche Alberto De Simone e Marco Baiocco.
“Ora bisogna creare una rete di collegamento tra tutte le regioni d'Italia, - chiude Costa - e i delegati potranno far crescere la voglia di tutela dei piccoli nosocomi. La gente, dal basso, le associazioni di volontari, chiedono che certi importanti mezzi sanitari non siano solo nei centri come Roma o Milano o altri capoluoghi. Anche le periferie hanno bisogno di sanità funzionale alla tutela della vita”.