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L’eccellenza elbana batte l’efficienza americana

Scritto da  Cecilia Pacini Venerdì, 07 Febbraio 2014 06:54
"Lo Scoglio visto da lontano, rubrica settimanale del venerdì che avvicina l’Elba a vari paesi del mondo in paragoni azzardati, forse assurdi, ma ugualmente intriganti e, spero, condivisibili"
Quando si parla di eccellenze, uno si immagina grandi statisti, pittori, generali, condottieri… Quando mi capita di pensare a eccellenze, sono portata invece, nella mia vita quotidiana, a ricercarle nell’ambito di un modello di vita in cui sentirmi a mio agio. Per abitudine cerco sempre quelle di nicchia, quelle che, al giorno d’oggi, sono portatrici di un messaggio positivo e di qualità. I miei primi anni di vita all’estero sono stati di grande gioia, di meravigliose e continue scoperte, ma anche di grande tristezza e nostalgia. Nostalgia per lo Scoglio? Certo, questo va da sé.  Non lo indovinereste mai, ma lo struggimento che maggiormente mi avviliva era, incredibilmente, fare la spesa.  
In un’America dove, trent’anni fa, i pomodori al supermercato sembravano di plastica, bellissimi ma insapori, dove le uova erano incolori, ricordare la frutta e la verdura elbane era il vero sogno, la qualità in cui ero cresciuta e a cui ero abituata. I tempi sono fortunatamente cambiati, adesso anche gli Stati Uniti si stanno evolvendo e ci stanno copiando in quella che è considerata una vera disciplina di vita: il mangiare sano. Rinascono i mercatini locali, hanno successo piccoli supermercati di qualità.
Pensando alla frutta e alla verdura dell’Elba, o quella della vicina costa, a km zero ma a qualche miglio marino in più, mi viene da pensare a Vincenzo, il mio vecchio Vincenzo e Brunocompagno di scuola con cui sono riuscita a conservare un’amicizia particolare, ricca dei ricordi giovanili comuni. Non è un’amicizia normale, la nostra è una complicità ricca di consigli preziosi, di indicazioni, di incoraggiamento reciproco improntato sulla fiducia di un servizio e di un prodotto che lui offre in modo così particolare.   
Dov’è allora l’eccellenza?  L’eccellenza non è Vincenzo, ma risiede nel modello di lavoro che è riuscito a trasmettere, con la moglie, dall’interno della sua famiglia, all’entusiasta e scrupoloso figlio Bruno. Questa famiglia, unita, offre un prodotto  prezioso, che nessuno dovrebbe mai dare per scontato: la qualità, la fiducia, la forza della fidelizzazione, la piacevolezza del luogo di vendita, la cura e la crescita della propria azienda, l’introduzione al mondo del lavoro di un figlio che cresce e fa crescere l’azienda di famiglia con dedizione e competenza.
In questi ultimi tempi è successo qualcosa. L’accogliente tendone con tutta un’esposizione ricchissima di prodotti ortofrutticoli di qualità è, per motivi in cui non mi addentro, scomparso. Adesso è tristemente riapparso il camion attrezzato. È successo qualcosa, di burocratico, che ha interrotto la presenza di una struttura che portava ordine e rispetto in un giardino pubblico tra i più trasandati, anche se tra i più frequentati di Portoferraio.
Ecco, da questa mia rubrica di elbani attaccati allo Scoglio, mi permetto di lanciare un appello a che questa situazione trovi uno sbocco positivo e un invito affinché iniziative come questa, di nuovo, non vengano mai date per scontate. Spero invece che anche altri scoprano iniziative di nicchia, si rivelino portatori di eccellenza e qualità, nel commercio o nell’artigianato, che fanno la ricchezza di una comunità e ne gratificano le persone, come clienti, e i luoghi dei nostri centri storici, come ideale cornice delle attività scelte. Non abbiamo bisogno di pensare in grande, abbiamo solo bisogno di ritrovare noi stessi: noi abbiamo “l’America" già in casa.
Cecilia Pacini
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