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Ci siamo già dimenticati i tralicci di Terna

Scritto da  Cecilia Pacini Venerdì, 25 Aprile 2014 10:24

"Lo Scoglio visto da lontano, rubrica settimanale del venerdì che avvicina l’Elba a vari paesi del mondo in paragoni azzardati, forse assurdi, ma ugualmente intriganti e, spero, condivisibili"

In questi giorni di festività l’Elba sembra resuscitata, sembra che siano apparsi, quasi dal niente, persone, attività e case.

E’ la notte il momento che più mi ha fatto sentire questa differenza, la prima, tra una stagione di normale, sola "elbaneità" e l’inizio della stagione turistica. Le nostre campagne, i nostri litorali, i nostri paesaggi fuori dai centri abitati sono per la maggior parte dell’anno quasi bui. E’ un buio che ci è consono, cheportoazzurro notturna sottolinea un collegamento logico con quanto è strettamente necessario.

Adesso, d’improvviso, quasi da un giorno all’altro, come accese da un allarme automatico e generale, le nostre campagne, colline, spazi aperti, coste, si sono riempiti di una varietà e un numero infinito di luci. Che succede? Viene da porsi una domanda: perchè tanti hanno bisogno di avere un’illuminazione intorno alle (seconde) case, private o in affitto, più simile a quelle di un ristorante o di un locale pubblico che di un’abitazione privata? Inoltre, perchè alcune attività commerciali o pubbliche abusano tralicciodell’illuminazione fino ad abbagliare chi ci passa vicino? Veramente si tratta di una procedura consigliata dalla Pubblica Sicurezza contro i furti? Oppure si tratta di un calcolo economico? in quale caso allora riscontriamo un equivalente incremento del consumo di elettricità che va di pari passo con un aumento del fatturato?

I bisogni degli elbani e di chi ci sceglie come residenza fissa, stagionale, saltuaria o occasionale sono sempre più in crescita. In un momento di grande tensione elettorale, di preparazione di programmi per migliorare la qualità della nostra vita, vorrei suggerire un’attenzione maggiore a questo problema, e ricordare, come monito inquietante, il sempre presente incubo dei tralicci di Terna. L’aumento di richiesta genera come conseguenza un aumento di offerta. L’offerta ha però dei costi, alti, e non solo di consumo indis cecilia termini di bollette, ma soprattutto in consumo del territorio.

Vale la pena chiedere una più attenta regolamentazione dell’illuminazione, pubblica e privata, confrontando un risparmio energetico auspicabile, e che consideri da una parte i costi di nuovi impianti, e dall’altra l’effetto devastante per il paesaggio, urbano ed extra-urbano? Vale la pena maturare finalmente una tale consapevolezza, e non rimanere ancorati a criteri che vanno a vantaggio solo di alcuni operatori e amministratori pubblici che non si rendono conto di vivere abbagliati dalla banalità?

 

Cecilia Pacini

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