Buongiorno,
So che è un argomento già affrontato da molti.
Ma non capisco perché io, proprietaria prima casa ma non residente, devo avere degli sconti irrisori quando mi reco sull’isola.
In fin dei conti ho una casa, ci pago le tasse e tra l’altro mi reco spesso all'Elba per lavoro, in quanto ho dei clienti a cui consegno dei prodotti.
Come si deve gestire questa problematica?
Barbara Tofani
Gentile Signora
La sua è una (sensata) "domanda delle cento pistole" rivolta purtroppo a chi ha solo approssimative informazioni sul fenomeno e nessuna capacità decisionale.
Io mi rifaccio spesso alla saggezza del popolo e parto per risponderle citando un adagio che magari sembrerebbe poco entrarci ma a pensarci bene una risposta incomincia a darla: "Erano tre fratelli e un cugino, e ognun tirava l'acqua al su' mulino".
Più raffinatamente le cito una infernale battuta di un antico funzionario fiorentino della Regione, che di fronte all'ennesimo caso dello spappolamento decisionale isolano che gli rappresentavo commentò: "Vu' elbani morirete tutti in un campo di decentramento!"
La madre di tutte le sciagure dell'Elba è la sua anacronistica frammentazione amministrativa, ribadita dal voto autolesionistico ad un referendum che ha mantenuto in essere 8 (ora 7, ma cambia poco) pollai impropriamente definiti "comuni", funzionale solo al mantenimento di frazioni di potere da parte di locali capataz.
Finché la situazione rimarrà tale (o in subordine non si creerà un soggetto intercomunale dotato di reali poteri e competenze di coordinamento) non si riusciranno a rappresentare bene le vere esigenze degli isolani (e dei loro ospiti) si parli di sanità, trasporti, viabilità, istruzione saranno destinati a "contare" nei confronti di superiori autorità, erogatori di servizi, imprenditoria meno del due di briscola.
Come dire signora che lei ha ragioni da vendere ma non ha veri interlocutori che non siano il "buon cuore" (si fa per dire) dei traghettatori.
In tale situazione l'unico suggerimento che mi viene di darle è quello di fare il massimo casino, organizzarvi seriamente (visto che pochi non siete) costituirvi in associazione (magari con valenza giuridica) e contrattare con tutti i soggetti interessati, a partire dalla Regione che lautamente finanzia (con soldi suoi e miei) un servizio scelleratamente iper-privatizzato.
Per quanto poco possiamo fare noi dell'informazione una mano siamo disposti a darla.
sergio rossi