Il Consiglio Comunale ha approvato il nuovo regolamento per la gestione dei posti barca negli approdi di Rio e Cavo con il nostro voto negativo, e ciò per i seguenti motivi.
Prima di tutto, è dato per scontato che la gestione debba essere privata, a prescindere: per noi non è così, poiché seppur consapevoli che la gestione comunale diretta non è ammessa, possono comunque essere trovate altre forme di conduzione che assicurino una maggiore presenza del comparto pubblico, che garantisce maggiormente l’utente ed è (o dovrebbe essere) riferimento di indipendenza.
Poi, il fatto che non si stabilisca in via prioritaria quanti posti barca lasciare ai residenti: lo deciderà il privato? La domanda è lecita, stante, l’indeterminazione del dettato.
I residenti, avranno poi solo 10 giorni di tempo per “accorgersi” che è uscito il bando per l’assegnazione dei posti barca, subito dopo Natale: con gli strumenti di comunicazione pubblica che ha il Comune di Rio, ci sarà da vederne delle belle!
Ancora: la filosofia di fondo del regolamento è quella di continuare la tradizione per cui gli approdi - soprattutto Cavo - dovranno restare dei mega parcheggi di barche, rassicurando così anche gli utenti del Circolo Nautico sulla politica del Comune di lasciare le cose come stanno, e di conseguenza, non consentire che si sviluppi l‘economia turistica locale tramite il ricambio dei posti barca: una semplice riserva dell’8% è uguale alla soglia prevista dalla legge per i rifugi in caso di maltempo o avaria.
Ma la cosa più ingiusta è la discriminazione fra Riesi che questa normativa prevede, allorquando stabilisce un criterio di prossimità residenziale come prevalente rispetto al punteggio ordinario (art.20): il che significa che i Riesi del Castello saranno obbligati ad andare a Bagnaia, salvo che non si liberino posti negli altri due approdi comunali. Ciò in barba al principio costituzionale di eguaglianza, e soprattutto in barba all’avvenuta fusione dei comuni.
È questa l’ennesima dimostrazione che la Giunta Corsini la vuol far fallire, inducendo i cittadini a credere che le colpe dei mali non dipendono dalla loro cattiva gestione della cosa pubblica, bensì da chi ha voluto fondersi. Denunciamo all’opinione pubblica questo tentativo di mistificazione e invitiamo la Giunta a modificare questa disposizione, che di sicuro porterà discriminazioni e ricorsi.
Gruppo consiliare TERRA NOSTRA