Stante quanto di sconcertante attuato all'Elba da A.S.A. sul piano dell'approvvigionamento idropotabile negli ultimi 10 anni di gestione s'impongono alcune oggettive considerazioni di merito tecnico-amministrativo-politico.
(A) Previo progetto esecutivo del novembre 2011, in data 06/12/2012 hanno avuto inizio a Portoferraio i lavori di un cosiddetto "adeguamento funzionale ad uso irriguo ed idropotabile del laghetto del Condotto di Bucine", lavori che dovevano essere finiti per il termine perentorio del 02/10/2013 e dovevano risolvere in via definitiva i problemi idrici del'Elba o quanto meno di Portoferraio. Siamo giunti ormai a metà settembre 2021 senza che il Laghetto non sia mai stato neanche un giorno dotato di benché minima operatività idrico-funzionale. Di fatto A.S.A. ha fatto progettualmente assurgere con cinica spregiudicatezza "una pozzanghera d'acqua di ignota provenienza e qualità a laghetto collinare ad uso irriguo ed idropotabile". ASA ed AIT dicano se il cosiddetto laghetto del Condotto è stato a loro avviso un'opera di interesse pubblico e se ha risposto a criteri di interesse pubblico. La vicenda del Condotto è stata finora liquidata col più assordante silenzio in merito. Occorrerebbe una buona volta venire a capo di uno scempio progettuale ed economico di tale grave portata. Si era infatti in una situazione complessiva del tutto contrastante con gli imprescindibili parametri tecnico-idrologici-idraulici e quant'altro universalmente riconosciuti per la realizzazione anche di un modesto invaso idrico.
(B) In data 22/03/2016 nel celebrare la "Giornata Mondiale dell'Acqua 2016 (2016 World Water Day)" A.S.A sostenne pubblicamente che "l'Elba grazie alla condotta sottomarina che la collega alla Val di Cornia, godeva ormai di completa autonomia idrica". Erano gli armi dei razionamenti luglierin-agostani, del reiterato allarme sulla mancanza d'acqua all'Elba che i massimi dirigenti di A.S.A. andavano annunciando da anni.
(C) In data 09/05/2017 A.S.A. si fa promotrice di un incontro presso la Vice-Prefettura per gli Affari dell'Elba cui hanno partecipato tutti i Sindaci elbani oltre ad A.S.A., A.I.T. (Autorità Idrica Toscana) ed un tecnico del PNAT. L'incontro si è chiuso con la "decisione storico-epocale" maturata da A.S.A. di un invito-imposizione ai Sindaci Elbani di emettere ordinanze antispreco idrico vietando lavaggi di auto, annaffiamento di giardini, riducendo magari anche le docce, le lavatrici, le lavastoviglie. Lascio agli Elbani valutare se un tale atto amministrativo possa essere idoneo di fronte ad una seria emergenza idrica quale era quella che stavamo subendo. Così pensò ASA.
(D) In data 09/06/2017 ASA ed AIT promuovono un incontro nella sala consiliare del Comune di Capoliveri con lo scopo di tranquillizzare gli Elbani per il futuro illustrando pubblicamente un cosiddetto "PIANO B" prevedente il progetto di un dissalatore a Mola in tempi rapidi, definito opera strategica in grado di eliminare in via definitiva le criticità idriche elbane. Presente nella sala consiliare, contestai quanto sostenuto da ASA con oggettive argomentazioni tecnico-scientifiche suscitando una rabbiosa reazione dell'allora dirigenza ASA. L'allora sindaco era presente e dichiarò di essere fermamente pro-dissalatore.
(E) In data 07/12/2017 ASA promuove un incontro-dibattito sull'acqua alla sala della Provincia, Uffici di Portoferraio. Oltre ad ASA ed AIT, era presente in quella sala nella gestione del dibattito il ghota regionale politico-istituzionale ai massimi livelli decisionali. Il pubblico presente in sala percepì da subito un inusuale cappa di piombo, un insopportabile muro di gomma in termini di assenza di dibattito in democratico contraddittorio. Tutto era stato combinato perché il cosiddetto dibattito sull'acqua si riducesse unicamente ad un assordante monologo dei convenuti fiorentin-livornesi sul dissalatore. In definitiva apparve chiaro a tutti che i convenuti fiorentin-livornesi erano venuti all'Elba solo per un'operazione di marketing pro-dissalatore verso l'opinione pubblica elbana; avevano l'unico compito di realizzare all'Elba un qualcosa che era stato stabilito a Firenze e dintorni, tant'è che avevano già fatto approvare con tempistica svizzero-bouloviana un Decreto di non assoggettabilità del progetto di dissalazione a Valutazione di Incidenza né a VIA. Nella sala della Provincia si era profilato cioè non un dibattito sull'acqua ma solo "IL NULLA IDRICO" a cui il pubblico presente ha dovuto assistere con malcelata pazienza.
(F) La malsana idea di realizzare a Mola un vero e proprio impianto industriale in stridente contrasto con la realtà turistica, sociale ed ambientale locale e dell'intera Elba assorbirebbe ingenti importi di danaro pubblico, senza riuscire a risolvere neanche lontanamente il fabbisogno idrico annuo elbano né il relativo deficit idrico né ci esonererà dalle ormai stantie criticità idriche estive. Il dissalatore di Mola è divenuto ormai per ASA un "must" cui non poter rinunciare le cui motivazioni sono per l'Elba di inafferrabile comprensione. Ma cui prodest il dissalatore? Dagli Elbani esca con fortissima voce un assordante grido che dica di esigere che "quell'illogico dissalatore non s'ha da fare" e che dunque chi di dovere si svegli una buona volta da quel nocivo torpore che l'ha sinora caratterizzato relativamente alla pletora di fondamentali nostrani diritti troppo spesso usurpatici.
Luciano Campitelli