“Vogliamo assolutamente dissociarci da quanto accaduto alla Casetta del Pescatore”. Questa la prima dichiarazione dell’Associazione Amici di Bagnaia, da tempo costituita per valorizzare la località turistica posta al confine fra i comuni di Rio e di Portoferraio, a seguito degli atti vandalici e intimidatori avvenuti qualche giorno fa, e collegati alla concessione in uso del manufatto ad un diving a seguito di una gara ad evidenza pubblica bandita dal comune di Rio, competente per territorio.
“Quello che è successo è un bruttissimo gesto – dicono gli Amici di Bagnaia – e secondo noi non è neanche rivolto ai ragazzi del diving. Anzi, ci sentiamo anche noi vittime di quanto è accaduto, perché la Baracca (così i bagnaiesi chiamano la Casetta del Pescatore) è un bene della nostra comunità. E comunque, è vergognoso anche quello che ci siamo sentito dire sabato scorso dal vicesindaco di Rio in presenza di un agente di Polizia Municipale”.
“A Bagnaia – premette l’associazione – non c’è un presidio delle istituzioni. La nostra associazione è compatta, ben costituita ed intenzionata a curare la propria località, come ha sempre fatto autogestendosi in tutto: per il decoro del luogo, la potature degli alberi, la pulizia della spiaggia, persino per la sistemazione della chiesa; lo scorso anno abbiamo addirittura ricostruito da soli il pontile di attracco distrutto da una mareggiata, dopo che il comune che si era detto disposto a farlo si era accorto di non avere i fondi per coprire il costo dell’intervento”.
La inevitabile polemica riguarda i rapporti con il Comune: “Ovunque si aiutano le associazioni di volontariato, ma qui siamo stati ignorati. Il caso della Casetta del Pescatore è solo l’ultimo episodio. Noi avevamo un progetto sociale su quell’immobile, ma non siamo stati tenuti in considerazione.
Avremmo voluto creare un centro sociale, non solo per noi ma anche per i nostri ospiti: un luogo che facesse da punto di riferimento sociale e sanitario, con bagni e docce pubbliche ma anche una stanza per ospitare un defibrillatore e la guardia medica in estate, avere una sala sia per attività espositive, sia come luogo di ritrovo sociale, soprattutto durante il periodo invernale. Qualcosa da destinare ai servizi alla collettività, non a scopo di lucro. Anche fra noi ci sono imprenditori turistici che avrebbero potuto partecipare singolarmente alla gara, ma non lo hanno fatto nell’interesse della comunità bagnaiese. Ricorrere al TAR contro l’assegnazione? Ci saremo anche andati anzi se avessimo potuto saremo andati anche alla Procura della Repubblica ma essendo un’associazione non ne abbiamo certo i mezzi purtroppo…. Noi avremo fatto qualsiasi cosa per arrivare ad un successo per il progetto sociale. Il comune si giustifica dal punto di vista formale, ma politicamente avrebbe potuto fare un’altra scelta, piuttosto che dare spazio ad una attività privata”.
“Ci ha sorpreso però – continua l’Associazione Amici di Bagnaia – l’atteggiamento del vicesindaco, che sabato scorso è venuto sul posto con la Polizia Municipale: un atteggiamento inquisitorio, quasi minaccioso nei confronti dei cittadini residenti. Peccato che, a dimostrazione del disinteresse per questa località, non conoscesse nemmeno i confini del suo territorio comunale, andando ad interpellare persone in abitazioni che insistono nel territorio comunale di Portoferraio.
E comunque, la dottoressa Barbagli andando via ha minacciato di fare controlli a tappeto a tutte le attività, dicendo ‘spero che sia tutto a posto perchè verrà controllato ogni singolo mattone, a costo di assumere una persona apposta per fare i controlli’ e che non verranno fatte opere di pubblica utilità a Bagnaia .
“Quello che è successo ci dispiace, ma certi atteggiamenti sono inaccettabili – conclude l’Associazione Amici di Bagnaia - chiediamo pertanto un incontro pubblico con sindaco, vicesindaco e responsabile ufficio tecnico per chiarire la questione e aprirne altre se necessarie”.
Il riferimento è a un’idea che circola già da tempo fra i bagnaiesi: “Nessuno di noi, quando ha bisogno dei servizi pubblici, gravita su Rio: ci rivolgiamo tutti su Portoferraio, con aggravio di costi anche a livello tariffario (ad esempio per quanto riguarda la scuola e i trasporti). In passato i bagnaiesi usufruivano del taxi collettivo pagato dal comune di Portoferraio, ora che non c’è più non abbiamo neanche il diritto di lamentarci. Per questo – concludono con una provocazione gli Amici di Bagnaia – l’unica soluzione per noi è chiedere l’annessione al Comune di Portoferraio. Siamo pronti ad andare in Regione e anche a sottoporci ad un referendum, se sarà necessario.”