Sono passate cinque settimane da quando la Russia ha invaso l’Ucraina, scatenando una guerra scioccante e brutale che ha cambiato radicalmente la sicurezza e la politica europea, l’economia globale e ha reso la Russia ed il suo leader Vladimir Putin un paria internazionale. Il Cremlino ha preso di mira i civili con atrocità che sono già state classificate come crimini di guerra. Ci sono dei segnali che il conflitto sta raggiungendo un punto di svolta, ma non uno che porterà presto la pace. L’intelligence occidentale ritiene che dopo avere incontrato la resistenza ucraina e avere fallito nel suo obiettivo di prendere Kiev e rovesciare il governo Zelensky, Putin sta cambiando tattica per concentrare le forze militari nelle regioni orientali dell’Ucraina dove il conflitto potrebbe trascinarsi per mesi se non per anni. La Russia ha insistito per settimane con le sue truppe ai confini dell’Ucraina che non aveva intenzione d’invadere. In un discorso intriso di teorie del complotto, Putin annunciava che avrebbe scatenando la guerra per denazificare-smilitarizzare il Paese. Sosteneva che l’Ucraina non aveva il diritto di esistere e avvertiva le nazioni tentate d’intervenire che le conseguenze sarebbero state dolorose come mai prima nella storia. Le sue parole sono state interpretate in Occidente come una minaccia all’uso di armi nucleari. A trent’anni dalla caduta dell’ex Unione Sovietica e la fine della Guerra Fredda, lo spettro dell’Armageddon stava di nuovo perseguitando l’Europa. La maggior parte degli analisti prevedeva che le forze ucraine sarebbero state in pochi giorni sconfitte dall’esercito russo e Zelensky ucciso. Invece gli ucraini, in lotta per l’indipendenza, la libertà e le loro speranze di un futuro migliore lontano da Putin, stanno opponendo una tenace resistenza. La gente normale ha preso le armi per difendere le loro città. L’esercito russo con problemi di approvvigionamento, di logistica ed alla controffensiva delle forze ucraine, si è impantanato. Alcune città, come Mariupol sul Mar d’Azov hanno resistito agli assalti combattendo strada per strada. Entrando in guerra Putin non si aspettava la reazione dell’Occidente così unita, coesa, decisa, con un regime di sanzioni punitivo mai escogitato prima nella storia per isolare l’economia russa dal resto del mondo. Rimane un grande divario nelle sanzioni – gran parte dell’Europa rimane dipendente dal petrolio e gas russo. Oltre al regime delle sanzioni, l’Occidente ha deciso di inviare armi difensive in Ucraina. Cinque settimane dopo l’inizio della guerra, appare chiaro che finché Putin sarà al potere, l’Occidente e il Cremlino saranno proiettati in una nuova Guerra Fredda.
Enzo Sossi