Si va verso la politica dei serbatoi d'accumulo, ma non all'Elba
La bella notizia diffusa da tempo ma tornata vivamente alla luce a causa del grave problema della eccezionale siccità, riguarda la decisione di ricorrere in tutta Italia alla costruzione di grandi invasi aventi lo scopo di raccogliere e conserare le acque di tutte le piogge.
Finalmente viene capita l’importanza del serbatoio di accumulo per i vari servizi idrici soprattutto con i cambiamenti sempre piú consistenti dell’andamento meteorologico che tende a concentrare piogge intensissime in periodi brevissimi che creano grandi difficolta nella utilizzazione di quell’importantissimo elemento acqua
Per quanto riguarda la Regione Toscana, facendo riferimento ai 15 serbatoi esistenti per un invaso totale di 6,3 milioni di metri cubi si prevede di costruirne altri 34 per ulteriori 32,9 milioni di mc destinati al servizio idropotabile ed a quello irriguo. Le opere risultano già finanziate con i fondi del Pnrr.
A questo punto desta grande rincrescimento che nessun riferimento figuri all’isola d’Elba ed alla possibilittà che una piccola parte di quei 33 milioni di mc per nuovi invasi siano destinati ad essa. Risulta chiaro che l’essersi persi all'Elba lunghissimi tempi nella dissalazione dell’acqua del mare, ha provocato la disgressione di quei fondi che, impegnati invece nella costruzione di un capace serbatoio elbano, avrebe risolto in maniera definitiva e soprattutto economica tutti i problemi fondamentali del rifornimento d’acqua potabile dell’Isola.
Così non sarebbe successo se si fosse dato retta a coloro, come il sottoscritto, che si sono sempre battuti per la costruzione di un grande serbstoio quale struttura basilare e da erigere per prima all’Elba.
Resta ora da vedere se non sia necessario che le autorità elbane si facciano avanti inel senso indicato visto e considerato che la presenza di un nuovo grande serbatoio riveste grande urgenza qualunque sia l’approvvigionamento idrico futuro dell’isola d’Elba.
Marcello Meneghin
L’Italia sta bruciando in un caldo record
L’Italia sta affrontando la sua terza ondata di caldo estremo con il ritorno dell’anticiclone africano, si prevedono temperature sopra i 40 gradi. Lo scioglimento del ghiaccio ha provocato una valanga sulla Marmolada che ha ucciso diversi escursionisti. In Kirghizistan alcuni turisti si sono salvati miracolosamente mentre filmavano un’altra valanga di ghiaccio. La Gran Bretagna, dove la maggior parte delle case non dispone di aria condizionata, è soffocata dal caldo. Negli Stati Uniti stanno bruciando le foreste di sequoie giganti.
Gli scettici diranno questo è ciò che accade in estate. A meno che non si voglia seppellire la testa nella sabbia (calda), sta diventando impossibile negare che il cambiamento climatico sta avvenendo davanti ai nostri occhi. Il caldo estremo non è solo scomodo, ha impatti a cascata che in alcuni casi non possono essere invertiti. Colpisce in modo sproporzionato i paesi e le persone meno abbienti. Può rovinare i raccolti – quest’anno abbiamo già un problema globale con il raccolto del grano a causa della guerra in Ucraina – uccide il bestiame, aumenta le pressioni economiche e inflazionistiche. Nella Pianura Padana l’arretramento delle acque nel bacino del Po indica una crisi idrica per le città e le campagne.
Per decenni la retorica sul cambiamento climatico è stata nel regno dell’ipotetico, spesso incentrata su cosa accadrà se i governi non agiranno per ridurre le emissioni di anidride carbonica. Ora che i risultati del riscaldamento globale indotto dall’uomo sono evidenti, nulla o poco è stato fatto. La connessione tra incendi, caldo e siccità non ha ancora fatto vergognare i negazionisti del cambiamento climatico e quei leader che preferirebbero ignorare la crisi per ragioni politiche.
La domanda chiave è quando e se arriverà un momento in cui gli elettori italiani chiederanno un’azione politica efficacie per mitigare il disastro che si sta verificando intorno a noi. E quando ciò accadrà, sarà già troppo tardi?
Enzo Sossi
Necessario un piano strategico idrico per l'Elba
Il cambiamento climatico ormai da anni sta interessando sempre più intere aree dell’Europa ed il relativo aumento delle temperature sta determinando gravi danni alla biodiversità, incendi boschivi, diminuzione dei raccolti oltre ad avere anche un impatto sulla salute delle persone.
Tra le conseguenze del cambiamento climatico in atto si registrano sempre più fenomeni di siccità che, ormai da qualche anno, stanno interessando anche il nostro paese dove nel solo 2021 è stato dichiarato per 9 casi lo stato di emergenza e nei primi mesi del 2022 si è rilevato un aumento del 29% di eventi climatici estremi che fanno prefigurare un 2023 con un ulteriore deficit idrico rispetto all’anno precedente.
In Italia negli ultimi mesi si rileva la significativa e prolungata assenza di precipitazioni e le temperature di gran lunga superiori alle medie stagionali che hanno determinato una grave condizione di siccità tale da mettere a rischio anche la produzione agroalimentare nazionale e l’intero sistema “Made in Italy” che costituisce l’asse portante delle esportazioni agroalimentari, cresciute nell’ultimo decennio in media dell’8.1% su base annua.
In data 6 luglio 2022 il Presidente della Regione Toscana ha emesso apposito Decreto per dichiarare lo stato di emergenza per la siccità.
I fenomeni di siccità stanno incidendo in modo significativo su tutto il territorio nazionale e richiedono azioni concrete per ottimizzare le risorse idriche e prevenire in particolare modo momenti di crisi nella produzione agroalimentare.
In risposta a questa emergenza di portata storica si intende promuovere una proposta strategica per garantire un piano di sostenibilità e resilienza ai territori agricoli ed all’ambiente, a fronte di future crisi idriche, che debba contenere i seguenti obiettivi:
- Avviare immediatamente la costruzione di nuovi invasi, recependo la proposta progettuale dell’Associazione Nazionale Bonifiche e Irrigazioni (ANBI), denominata “piano laghetti”, già in possesso dei competenti Consorzi di bonifica per la realizzazione di n. 200 invasi su tutto il territorio nazionale con un costo stimato di circa 3,5 miliardi di euro. Tale iniziativa consente di ridurre i prelievi dalle falde acquifere, e quindi minor consumo di energia elettrica, e, allo stesso tempo, di produrre energia idroelettrica e fotovoltaica con impianti galleggianti sulla superficie degli invasi stessi, assicurando il rilascio della risorsa in caso di siccità per alimentare i sistemi irrigui;
- Definire un contratto istituzionale di sviluppo (CIS) sul tema della risorsa idrica che coinvolga i territori interessati. Questo rappresenta uno strumento che può consentire di accelerare le procedure e avere subito fondi a disposizione anche per le progettazioni esecutive;
- Sollecitare la Commissione europea per la definizione di una normativa che consenta l’utilizzo delle Tecnologie di Evoluzione Assistita – TEA - svincolandole dalla legislazione in materia di OGM. L’utilizzazione delle nuove biotecnologie agrarie può assicurare la immediata sperimentazione in campo di nuove piante più resistenti alla siccità e alle parassitosi;
- Appostare specifici fondi nella prossima legge di bilancio per i prossimi tre anni;
- Definire, anche attraverso un decreto siccità, un piano completo di ristori che possa mitigare almeno in parte le ingenti perdite che il mondo agricolo sta subendo e subirà nei prossimi mesi.
Per questo abbiamo chiesto ai sindaci dei Comuni dell'Isola d'Elba di adottare una strategia ed un approccio comune e strutturato, in sinergia con gli Enti sovra comunali, affinché si mettano in campo azioni virtuose nella complessa gestione del territorio per gestire e prevenire i gravi fenomeni di siccità e rafforzare la resilienza del territorio medesimo ed in particolare della produzione agricola.
Occorre promuovere una proposta strategica per garantire un piano di sostenibilità e resilienza ai territori agricoli ed all’ambiente, a fronte di future crisi idriche, che debba contenere gli obiettivi indicati in premessa.
Adalberto Bertucci - Coordinatore Isola d'Elba – Forza Italia
Chiara Tenerini - Capogruppo in Consiglio Comunale a Cecina Forza Italia