Siamo rimasti piacevolmente sorpresi nel leggere nella sezione de La Repubblica Firenze “Ditelo a Repubblica”, la lettera inviata dal consigliere regionale di Fratelli d’italia Diego Petrucci, dal titolo “Un campo boe per Giannutri”.
Si tratta esattamente della proposta che Legambiente avanza da molti anni per regolamentare l’attracco (e l’assalto) selvaggio a Cala Maestra e Cala dello Spalmatoio a Giannutri e accogliamo con soddisfazione il fatto che Petrucci l’abbia fatta sua. A questo punto manca solo una cosa: l’istituzione dell’Area Marina Protetta dell’Arcipelago Toscano.
Ebbene, per potere fare il campo boe a Giannutri c’è bisogno che vi sia l’Area Marina Protetta e soprattutto che tutta l’isola sia protetta. Solo così sarebbe possibile realizzare quanto suggerito dal consigliere regionale e coniugare così la tutela dei fragili ecosistemi marini dell’Isola con la sua valorizzazione. I campi boe (non con i “corpi morti non impattanti”, crede il consigliere regionale, ma con i perni che si possono installare anche nelle aree più delicate) infatti, non impediscono solo di recare danni ai fondali e permettere di nuotare in sicurezza ma portano anche lavoro perché devono essere gestiti e vi si possono collegare una serie di servizi.
Non vorremmo però che al Petrucci, visto che anche questa volta fa un po’ di confusione su un presunto “divieto di accesso” al mare del Parco Nazionale, venissero in mente nuovamente idee come quelle abbastanza balzane emerse durante una recente visita di una delegazione di Fratelli d’Italia a Pianosa, frutto di non conoscenza o di cattiva informazione sulla realtà delle nostre isole e del Parco Nazionale.
Preso atto quindi con soddisfazione che Il consigliere regionale di FdI è evidentemente d’accordo con noi nell’istituire un’AMP che sostituisca gli ormai anacronistici vincoli a mare risalenti a un decreto del 1989 e al DPR istitutivo del Parco del 1996 e che occorre dotare Giannutri di campi boe sostenibili, moderni e che regolamentino i flussi della nautica da diporto, gli chiediamo allora di intervenire presso l’amministrazione comunale di centro-destra dell’Isola del Giglio perché dia il via libera all’istituzione di una vera Area marina protetta e ai campi boe che Legambiente propone ormai da decenni. Infatti, se finora, dopo 40 anni dall’approvazione della legge 979/82, non si è ancora istituita l’Area marina protetta dell’Arcipelago Toscano – che permetterebbe misure di gestione diverse dai vincoli del DPR - è proprio perché dei Sindaci (in prima fila quelli di FdI e di centro-destra, ma anche quelli del PD non scherzano) pensano anacronisticamente che l’economia si faccia solamente distruggendo l’ambiente, a partire da quello marino. Aspettiamo con fiducia che il consigliere regionale passi dalle parole ai fatti.
Emanuele Zendri
Responsabile Giannutri Legambiente Arcipelago Toscano
Alleghiamo alcune foto sabato 23 luglio che testimoniano per l’ennesima volta l’assalto che da decenni subisce Giannutri durante il periodo estivo.
Da ditelo a Repubblica
Un “campo boe” per Giannutri (di Diego Petrucci, consigliere regionale di Fratelli d’Italia)
Cosa serve all’Arcipelago toscano
Va ripensato l’Arcipelago Toscano, il più bello del Mediterraneo ma con il divieto di accesso; è infatti possibile far convivere il rispetto rigido dell’ambiente con la possibilità di goderne e questo vale anche per Giannutri.
L’idea che propongo è di un “ campo boe”, come avviene in tutta Italia anche e proprio nelle aree marine protette. Posti limitati a pagamento e regole rigide.
Le boe possono essere ancorate a “ corpi morti” non impattanti, ma che possano sviluppare un ripascimento di flora e fauna marina. Ciò eviterebbe i danni provocati dalle ancore, garantirebbe una distanza adeguata dalla costa e permetterebbe di godere del contesto naturale; oltre a produrre ricchezza da reinvestire proprio nella valorizzazione dell’ambiente e posti di lavoro.
Lo stesso discorso vale anche per Pianosa, Montecristo, Gorgona, Capraia, belle come le Maldive ma con i capitelli romani a fior d’acqua!