Il Bianco muove per primo e, irritualmente, muove la Torre potendo così dare subito scacco matto al Nero, le spiagge di Marciana Marina. E’ un grosso guaio fare mosse senza saperne prevedere le conseguenze o andare avanti senza una precisa strategia.
Da sempre, nel paese, si assiste nei fatti, o meglio nei non-fatti, ad una vera e propria guerra irrisolta tra porto e spiagge, guerra mai seriamente e responsabilmente affrontata, e quindi, incancrenitasi, con grande danno per l'uno e per le altre.
In una ridotta superficie, la nostra scacchiera e cioè la meravigliosa e preziosa rada marinese, sembrano muoversi a caso, di volta involta, pezzi Bianchi (la nostra Torre, il porto) e pezzi Neri (le Spiagge).
L'unico risultato certo è che, da un lato, il Porto continua a rimanere senza adeguati servizi di mare e di terra, perennemente né carne né pesce e vittima anche di bislacchi e megalomani progetti distruttivi del paesaggio e dell'ambiente marino, oltre che del tutto non in sintonia con lo specifico momento socio economico generale e nautico.
Dall'altro le spiagge, in continua modifica di configurazione a causa della altrettanto irrisolta erosione delle coste e dell'insabbiamento progressivo della rada, rimangono anch'esse passive vittime di una colpevole inattività di scelte strategiche e di attuazione di programmi sensati.
Proprio il progressivo insabbiamento ha portato in regalo una larga e lunga striscia di sabbia che cresce di anno in anno: la cosiddetta “nuova” spiaggia del Capitanino (nella fattispecie il nostro Nero, unitamente alla spiaggia della marina).
In poco tempo, questa area sabbiosa ha fatto una carriera incredibile,anche a dispetto di divieti e di norme vigenti e con qualche medaglia di furbesca ipocrisia: da area interdetta alla balneazione ed in piena area portuale, a spiaggia libera per sola elioterapia (senza l'ombra di una doccia di sopravvivenza o di altro servizio), a spiaggia per sola elioterapia con piena tolleranza di libera balneazione (sempre senza alcun servizio) e con disponibilità di sdraio . Ipocrisia per ipocrisia, che almeno la frittata sia completata bene, per la gioia e la salute dei bambini e dei bagnanti in genere.
Tuttavia le ultime elezioni sembrano aver portato una novità: la convergenza di programma o di intenzioni nel progetto di spostamento del distributore dei carburanti su un prolungamento apposito del molo di sopraflutto, in corrispondenza del fanale verde, tanto per intenderci.
Ecco fatto: come anticipato la Torre fa la propria mossa e mette sotto scacco il Bianco, in particolare la spiaggia del Capitanino.
Infatti, tutti sanno che ovunque si collochi un distributore (vedasi anche nell'area di collocazione attuale dello stesso) è molto alto il rischio di sversamenti oleosi difficilmente intercettabili e che, considerando la prevalenza settentrionale di venti e correnti estivi a Marciana Marina, finirebbero per inquinare acque e spiagge marinesi, Capitanino in particolare. Senza grandi studi meteomarini, solo affidandosi alla conoscenza ed alla saggezza di chi vada per questo mare.
Comunque, nessun male ove l'obiettivo sia di privilegiare il Porto con lo spostamento del distributore, tra l'altro assolutamente non obbligatorio né irrinunciabilmente strategico, e di chiudere definitivamente e negativamente la chimera del Capitanino quale area realmente balneabile.
Sempre sperando che il baffo di prolungamento necessario a rendere fruibile la distribuzione di carburante non sia il furbesco inizio di una riproposta di fatto di successive ulteriori cementificazioni portuali.
Ma, ove l'obiettivo fosse quello dello spostamento del distributore e, in convivenza, del rientro a pieno titolo della spiaggia del Capitanino tra quelle realmente balneabili, allora, per quanto sopra scritto, sarebbe proprio il caso della botte piena e dell'oste ubriaco: cioè un caso impossibile ed un approccio superficiale.
Ancora una volta si evidenzia, prima ancora di utilizzare denaro pubblico in studi ipertecnici, l'assoluta necessità di propedeutiche scelte politiche e strategiche , assolutamente da condividere con i cittadini marinesi, considerando che si sta giocando sulla pelle e sulle sorti di beni non privati ma di proprietà e di interesse dell'intera comunità.
Paolo Di Pirro