Comitato Salute Pubblica Piombino – Val di Cornia e La Piazza chiedono di rivedere il Piano di Sicurezza Provvisorio
Alcuni cittadini, riuniti in Comitati, hanno scritto al Prefetto, al Comitato Tecnico Regionale delle Toscana, presso Direzione Generale Vigili del Fuoco della Toscana, alla Autorità di Sistema Portuale, alla Capitaneria di Porto di Piombino, al Prefetto di Livorno al fine di evidenziare aspetti ritenuti critici o non sufficientemente approfonditi del Piano di Sicurezza Provvisorio predisposto ai sensi della legge sui rischi di incidenti rilevanti, decreto 105 del 2015,dalla Soc. Snam, quale parte integrante e sostanziale del progetto rigassificatore di Piombino FSRU e collegamento alla rete nazionale gasdotti.
La prima osservazione fatta a tali Enti e Autorità, chiamati a dare pareri e nulla osta e a predisporre il piano di emergenza esterna, è che le analisi sui rischi e possibili incidenti non è stata effettuata sulla nave Golar Tundra, bensì sulla documentazione tecnica di una nave con caratteristiche similari.
Questa analisi (Hazop) di pericolo operativa avrebbe dovuto essere eseguita sull’impianto stesso, sul suo attuale stato, poiché la nave potrebbe aver subito modifiche manutentive rispetto al modello originario e che, se non considerate, potrebbero creare situazioni di pericolo non previste.
La Snam ha definito 5 casistiche di incidenti possibili, 3 relativi alla fase di riempimento del rigassificatore, 2 relativi alla fase dell’invio del gas naturale al metanodotto.
Delle 5 casistiche solo una viene ritenuta ragionevolmente credibile, con frequenza di accadimento superiore o pari a 1x 10-6 per occasioni per anno, le rimanenti ipotesi incidentali non vengono prese in considerazione poiché le probabilità che avvengano sono ritenute basse. I Comitati hanno attenzionato gli Enti del procedimento poichè ritengono che tutti i rischi debbano essere individuati, dal momento che non sono del tutto esclusi.
Nella nota inviata agli Enti si pone anche l’attenzione sul fatto che la Snam nulla dice sugli effetti incidentali esterni al ciclo produttivo del rigassificatore, ma solo a possibili incidenti al malfunzionamento dell’impianto e al trasporto del gas.
Tra gli effetti esterni possono annoverarsi rischi di collisioni in porto dal momento che vi è un unico ingresso molto trafficato e che buona parte del bacino di evoluzione ricade nella fascia di rischio che la stessa Snam ha individuato per gli eventi di accadimento possibili e il rischio legato a possibili attentati, visto lo scenario di guerra europeo e mondiale, rendendo di fatto il rigassificatore un elemento sensibile e di valenza militare.
Ignorato nel piano di sicurezza provvisorio, tra le cause di incidente, l’errore umano.
La fascia di attenzione/interdizione viene individuata intorno al rigassificatore per circa 500mt, ma ben altre sono le fasce di attenzione del decreto 105 del 2015 (2km di attenzione per la presenza di abitazioni, infrastrutture, 2 miglia di interdizione in mare intorno agli impianti di Livorno). La Snam conclude che possibili incidenti possono verificarsi dentro i confini dello stabilimento e area limitrofa , peccato però che comunque interessi parte del canale di ingresso e uscita delle navi, con tanto di equipaggio e passeggeri a bordo.
Il rapporto di sicurezza rinvia alla Autorità di Sistema Portuale il compito di valutare le compatibilità territoriali con il rigassificatore, in quanto ”soggetto amministratore del bene demaniale marittimo deve fornire alle autorità competenti in materia di pianificazione territoriale e urbanistica le informazioni relative agli scenari incidentali e in particolare quelli che coinvolgono aree esterne a quella portuale ai sensi dell’art. 6 del DM 9.5.2001”.
Questa valutazione ad opera della Autorità Marittima è importante perché dovrà valutare la compatibilità territoriale attuale e quella del futuro della città e della sua economia (sicurezza quartieri vicini al porto, infrastrutture come prolungamento della 398, riuso aree ex industriali, movimenti portuali, crociere, nuove attività).
Nella nota si pone l’attenzione sulle disposizione della legge grandi rischi laddove all’allegato 5 sezione F decreto105/2015 prevede, in fase di notifica, che il gestore (Snam) indichi gli elementi vulnerabili esistenti nel raggio di 2KM. Nel raggio di 2Km dal rigassificatore che si vorrebbe collocare nel porto, ricadono quartieri residenziali,infrastrutture viarie e ferroviarie,uffici,reparti di attività industriali, stazione marittima,porto turistico in costruzione, traffici passeggeri e commerciali con relative strutture (parcheggi, aree sosta). Dunque poiché questi sono dati sensibili da attenzionare si è voluto richiamare la necessità che questi dati vengano segnalati dalla soc. Snam fin da ora agli Enti tenuti a esprimere pareri e rilasciare nullaosta.
Nella lettera si cita il gravoso compito del Prefetto per la predisposizione del Piano di Emergenza Esterno (art.21 decreto 105/2015) tenuto conto della collocazione dell’impianto in un ambiente antropizzato e con una sola via di accesso alla città.
Si invitano gli Enti a richiedere anche essi che il Piano di Sicurezza Provvisorio venga integrato, da subito, visti i tempi strettissimi della procedura, da analisi e approfondimenti per ora rinviati al Piano di Sicurezza Definitivo.
Si è comunque ribadito che sarebbe stata necessaria un’istruttoria con adeguati tempi di studio, e soprattutto una valutazione su possibili altri siti di fattibilità nell’ambito di una Valutazione di Impatto Ambientale, la cui procedura è stata invece esonerata dal decreto 17 maggio n.50
Rigassificatore, il sindaco di Piombino Ferrari: “Ho chiesto a Giani le dimissioni da commissario per fermare il procedimento: il Pd non firma”
Oggi ho inviato al presidente della Regione Eugenio Giani una lettera nella quale, alla luce della caduta del Governo Draghi e la conseguente instabilità politica del Paese, gli chiedo di dimettersi dal ruolo di commissario straordinario per la realizzazione del rigassificatore a Piombino.
Viste le ormai imminenti elezioni, ritengo giusto che la decisione sul futuro di questo progetto così dannoso per la città sia rimesso nelle mani della futura guida politica del Paese nella sua piena capacità e le dimissioni del commissario sono indubbiamente un valido strumento per interrompere il procedimento amministrativo fino alla formazione del nuovo esecutivo.
Avrei voluto che questa lettera fosse inviata a firma di tutti i gruppi consiliari a testimonianza dell’unità che le liste civiche e i partiti hanno dimostrato sul tema. A tal fine ho chiesto al presidente del Consiglio comunale di convocare una conferenza dei capigruppo così da discutere e, se necessario, integrare la bozza presentata: a questa convocazione il Pd ha risposto annunciando la propria assenza in quanto non disponibile a firmare il documento perchè, secondo i capigruppo Pd e Anna per Piombino, “le dichiarazioni rilasciate dal presidente Giani sono al momento garanzia per tutti”. Mi chiedo quale garanzia possa dare un commissario che è stato uno dei principali protagonisti della scelta di Piombino come sede del rigassificatore. Quel che, invece, non mi chiedo più perché ormai appare chiaro, è da che parte sta il Pd: da quella del partito e non dei cittadini.
Rigassificatore: Landi (Lega) 10 domande al commissario Giani e al ministro Cingolani
"La vicenda rigassificatore a Piombino si arricchisce ogni giorno di nuovi preoccupanti particolari. L’articolo a firma di Stefano Tamburini, giornalista piombinese già direttore del Tirreno, porta alla luce una notizia che, se confermata, aumenterebbe i dubbi. È finito il tempo delle mezze verità e delle omissioni: il commissario Giani e il ministro Cingolani hanno il dovere di fare definitiva chiarezza. Lo devono ai piombinesi, ai toscani, agli italiani. La Lega non è mai stata e non sarà il partito del No alle opere necessarie agli interessi nazionali e locali, ma non può accettare che le decisioni siano prese nelle segrete stanze senza coinvolgere i territori e senza dare le necessarie garanzie alla cittadinanza"
Così il consigliere regionale della Lega in Toscana Marco Landi annunciando la pubblicazione di 10 domande al presidente della Regione Toscana Eugenio Giani e al ministro per la Transizione ecologica Eugenio Giani, alla luce dell’articolo odierno a firma di Stefano Tamburini circa l’esistenza di un progetto di impianto di rigassificazione alternativo e meno impattante, non preso in considerazione. Di seguito le dieci domande.
1. Esiste un progetto alternativo a quello di SNAM, meno impattante per Piombino, e in caso affermativo, perché non è stato reso noto e preso in considerazione?
2. SNAM parla di "Periodo di ormeggio in porto non inferiore a tre anni”, cosa diametralmente opposta a "massimo tre anni". Regione e Ministero si impegnano ufficialmente a fissare 3 anni come tempo massimo di permanenza?
3. Nel corso dei primi 6 mesi del 2022 l’Italia ha aumentato del 398,1% le esportazioni di gas: come si concilia questo dato con l’allarme relativo al prossimo inverno?
4. Per quale ragione si insiste nel collegare l’urgenza del rigassificatore a Piombino con i rischi di un inverno al freddo se l’impianto sarà attivo la prossima primavera?
5. Quali sono le reali compensazioni per Piombino, alla luce del fatto che nell’elenco figurano opere inserite in precedenti protocolli, puntualmente disattesi?
6. Corrisponde al vero che i tecnici di SNAM avrebbero avviato sopralluoghi informali a Piombino ben prima dello scoppio del conflitto in Ucraina?
7. Corrisponde al vero che il Governo avrebbe avuto rassicurazioni dal presidente della Regione, non ancora commissario, circa il giudizio positivo della comunità piombinese sull’impianto?
8. Quando è prevista la comunicazione del sito off shore che ospiterà l’impianto di rigassificazione?
9. Esiste un rischio zero per l’impianto di rigassificazione previsto nel porto di Piombino?
10. Per quali ragioni l’iter autorizzativo per l’impianto OLT di Livorno ha richiesto oltre 10 anni e quello relativo all’impianto di Piombino prevede una durata massima di pochi mesi?