Siamo alle solite: dichiarazioni televisive e giornalistiche in libertà, opinioni prive di riferimenti scientifici e senza consultare i dati disponibili e facilmente accessibili. Anche se siamo in campagna elettorale e di frottole se ne sentono parecchie, dovremmo tutti, compreso lo scrivente, verificare sempre le fonti, almeno quando ciò sia possibile, con la premessa che nel metodo scientifico vige il principio del dubbio, della prova e soprattutto della falsificabilità, il resto sono opinioni o altri piani di realtà, che in questo contesto non ci interessano.
Al fondo dell’articolo troverete i link al sito del Ministero della Transizione Ecologica dove potrete farvi un’idea precisa e aggiornata delle riserve nazionali di idrocarburi e, molto importante, della loro dislocazione. E’ facile constatare che di gas non ce n’è e quel poco che c’è è distribuito su una quantità innumerevole di pozzi sparpagliati sul territorio nazionale che ne rende impraticabile il recupero. Il totale di riserve certe* di gas naturale al 31 dicembre 2021 era in milioni metri cubi 22.000 in pozzi a terra e di 39.000 a mare. In allegato troverete anche l’elenco dei pozzi, dal quale è facile rendersi conto del perché in Italia non si pompa gas dal sottosuolo.
La mia opinione (che non è scienza) è che invece di arrampicarsi sugli specchi per non parlare di argomenti scomodi per TUTTI i partiti della legislatura che sta finendo (es. la guerra in Ucraina, situazione esplosiva in Libia, incatenamento debitorio col PNRR, ecc.), dovremmo veramente investire su energie rinnovabili (e il gas come il nucleare non sono per niente rinnovabili), le quali rinnovabili però non sono immediatamente disponibili, occorreranno degli anni, nel frattempo e al più presto dovremmo riallacciare le relazioni diplomatiche con la Federazione Russa.
Vorrei prevenire il solito ditino alzato che ci ricorda quanto sia riprovevole commerciare con una “dittatura”, specialmente se è in guerra con un paese “innocente”. Faccio presente che il nostro presidente Mattarella, non ai tempi di Gheddafi, ma un mese fa, è volato a Maputo per siglare un accordo in pieno stile colonialista con quel del Mozambico, e taccio sui metodi “sbrigativi” coi quali sono trattati i nativi che per loro karma si trovano nei pressi delle zone di estrazione, come taccio sul fiorente commercio di armi con paesi in cui solo pronunciare il termine “democrazia” può comportare seri problemi di salute fisica e mentale.
Per una volta invito a superare gli schieramenti, peraltro assurdi e molto vicini alla tifoseria, e pensare al bene comune del nostro paese, poiché se fatto non in termini di dominio (come nel caso appena citato del paese africano), ma di vera collaborazione, porterà beneficio anche fuori dai confini nazionali, persino nei paesi “non democratici”.
Graziano Rinaldi
*”Le riserve CERTE rappresentano le quantità stimate di idrocarburi che, sulla base dei dati geologici e di ingegneria di giacimento disponibili, potranno, con ragionevole certezza (probabilità maggiore del 90%) essere commercialmente prodotte nelle condizioni tecniche, contrattuali, economiche ed operative esistenti al momento considerato”. Vi sono poi le “riserve probabili” e quelle “possibili”, le prime hanno una probabilità superiore al 50% di essere recuperate , la altre inferiore, anche di parecchio.
Link:
- Pozzi produttivi: https://unmig.mise.gov.it/index.php/it/dati/ricerca-e-coltivazione-di-idrocarburi/pozzi-produttivi
- Riserve nazionali di idrocarburi: https://unmig.mise.gov.it/index.php/it/dati/ricerca-e-coltivazione-di-idrocarburi/riserve-nazionali-di-idrocarburi