Si avvia a conclusione la campagna nazionale in difesa della Sanità Pubblica, con la scadenza dei tempi utili per raccogliere le firme necessarie ad indire un referendum.
COSA PREVEDE IL QUESITO SULLA SANITÀ?
Il quesito interviene contro il conflitto di interessi e vuole eliminare la possibilità (concessa alle Regioni dalla legge n.421 del 23 ottobre 1992) di ammettere anche soggetti privati alla programmazione della spesa sanitaria. Lo scopo è far sì che le scelte sulla destinazione dei fondi destinati alla sanità siano di esclusiva responsabilità del pubblico e quindi non condizionate da conflitti di interesse nei quali i privati sarebbero inevitabilmente coinvolti, in quanto da una parte dispensatori degli investimenti e dall’altra erogatori dei servizi.
La conseguenza del vigente conflitto di interessi è sotto gli occhi di tutti: l’accesso alle cure, che dovrebbe essere gratuito e garantito in modo efficiente a tutti i cittadini, a prescindere dal loro reddito, è divenuto difficoltoso per coloro che non riescono a sostenere i costi per cure private o semi-private.
Occorre chiarire che il referendum non vuole escludere i privati convenzionati dalla gestione sanitaria che spesso, soprattutto se no profit, svolgono in modo egregio. Vuole solo escluderli dalla programmazione, che deve essere invece esclusiva responsabilita’ del pubblco e libera da conflitti di interesse.
COS'È CHE LEGA IL PRESENTE QUESITO AI DUE CONTRARI ALL' INVIO DI ARMI, PER I QUALI SI RACCOLGONO CONGIUNTAMENTE LE FIRME?
Semplice. Il governo, decidendo di prorogare fino a tutto il 2023 l’invio di armi all’Ucraina, non fa che sottrarre risorse alla sanità dirottandole sulla spesa militare, in tragica coerenza con l’operato dei governi precedenti. Anche se formalmente la spesa sanitaria prevista in bilancio per il 2023 è superiore di circa il 4% rispetto a quella del 2022 bisogna considerare che in termini reali e con un’inflazione asai più alta, i fondi a disposizione della sanità pubblica saranno in calo. Cosa del resto che non deve stupire se al contempo la spesa militare prevista è in forte aumento, anche in conseguenza dei piani di potenziamento degli armamenti imposti dalla Nato e dall’Europa.
CR