Secondo il dati del dell’Explore IEEFA’s European LNG Tracker dell’Institute for Energy Economics and Financial Analysis (IEEFA) che esamina i problemi, i trend e le politiche del mercato energetico e punta ad accelerare la transizione verso un’economia energetica diversificata, sostenibile e redditizia, «L’Europa prevede di continuare la costruzione delle infrastrutture per importare GNL (gas naturale liquefatto, ndr) nonostante l’appiattimento delle importazioni e le riduzioni delle previsioni sulla domanda di gas».
All’IEEFA evidenziano che «Il gap tra la capacità di GNL e la domanda europea continua ad ampliarsi». Dall’inizio del 2022, dopo lo scoppio delle guerra in Ucraina, l’Europa ha aggiunto 6 nuovi terminal GNL dall’inizio del 2022, più un’espansione, e uno in Francia è stato ampliato, un terminal precedentemente messo fuori servizio e una nuova unità di rigassificazione di stoccaggio galleggiante (FSRU) attraccata ma non ancora operativa, per un totale di 36,5 miliardi di metro cubi (bcm) di nuova capacità di rigassificazione di GNL. Intanto, il consumo di GNL è aumentato finora solo di 4,8 bcm, in calo rispetto all’aumento di 46,2 bcm nello stesso periodo del 2022.
I nuovi terminal sono in Italia, Paesi Bassi, Germania e Finlandia. Il terminal GNL El Musel in Spagna, messo fuori servizio nel 2013 subito dopo la costruzione, è stato rimesso in servizio ad agosto per fornire servizi logistici di scarico, stoccaggio e ricarica. Il 18 ottobre, TotalEnergies LNG Services France ha avviato la fase di messa in servizio del suo nuovo terminal GNL a Le Havre, in Francia. In Irlanda, il terminal GNL di Shannon, la cui costruzione avrebbe dovuto iniziare alla fine del 2023, è stato sospeso per motivi climatici. Ulteriori 106 mbc di capacità di importazione di GNL, nuova o ampliata, sono in fase di pianificazione fino al 2030, il che porterà la capacità di GNL dell’Europa a 406 mbc, con un aumento di 143 miliardi di mbc rispetto ai livelli del 2021, mentre si prevede che il consumo di gas scenderà a circa 400 mbc, dato che l’Unione europea proseguirà con le politiche di riduzione della domanda di gas.
Come se non bastasse, tra gennaio e settembre 2023 il tasso di utilizzo dei terminali GNL europei è stato in media del 58% e per l’IEEFA questo rappresenta un bel problema per politiche come quella dell’hub del gas di Giorgia Meloni. «Di fronte al calo del consumo di gas europeo, questo solleva la questione se l’Europa abbia bisogno di costruire ulteriori infrastrutture GNL entro il 2030».
E l’Italia dimostra di essere stata poco lungimirante anche riguardo a una vicenda, quella del rigassificatore di Piombino, che ha sollevato molte proteste e spaccato sia i partiti di governo – a partire da Fratelli d’Italia con la premier Meloni favorevolissima e il sindaco contrario – che di opposizione (PD toscano favorevole, sinistra e Movimento 5 stelle contrari). Infatti, dall’Explore IEEFA’s European LNG Tracker emerge che «I terminal con il tasso medio di utilizzo più basso sono stati Piombino (Italia), Ostsee (Germania), Barcellona, Cartagena e Sagunto (tutti in Spagna). I terminal con i tassi di utilizzo più elevati sono stati Krk (Croazia), Rovigo (Italia), Gate (Paesi Bassi), Swinoujscie (Polonia) e Bilbao (Spagna)».
L’Explore IEEFA’s European LNG Tracker precisa che «Mentre le importazioni europee di GNL da gennaio a settembre 2022 sono aumentate del 62% rispetto allo stesso periodo del 2021, le importazioni di GNL nel 2023 si sono appiattite, aumentando solo del 4% su base annua. Nel frattempo, l’Unione europea ha raggiunto i suoi obiettivi di stoccaggio invernale del gas prima del previsto».
La sola Ue ha speso 41 miliardi di euro per le importazioni di GNL tra gennaio e luglio 2023, con gli Stati Uniti (17,2 miliardi di euro), la Russia (5,5 miliardi di euro) e il Qatar (5,4 miliardi di euro) che ne sono i maggiori beneficiari. A settembre, l’Ue, la Turchia e il Regno Unito avevano importato un totale di 125 mbc di GNL. E l’IEEFA rivela il sostanziale fallimento del boicottaggio del gas russo: «Le importazioni europee di GNL russo tra gennaio e settembre 2023 sono rimaste stabili rispetto allo stesso periodo del 2022. I dati di massima mascherano le variazioni nazionali, con Spagna e Belgio che hanno aumentato le loro importazioni di GNL del 50% nel 2023 rispetto all’anno precedente. Anche i terminali in Belgio e Francia continuano a trasbordare volumi di GNL russo dal progetto Yamal».
E anche il nuovo World Energy Outlook 2023 dell’International Energy Agency rileva che la costruzione globale delle infrastrutture di GNL minaccia di creare un eccesso di offerta, che potrebbe far crollare i prezzi entro la fine di questo decennio.
Ana Maria Jaller-Makarewicz, analista energetica dell’IEEFA, conclude: «Il calo della domanda di gas sta mettendo in discussione la narrativa secondo cui l’Europa ha bisogno di più infrastrutture GNL per raggiungere i suoi obiettivi di sicurezza energetica. I dati dimostrano che non è così. Nonostante i significativi progressi verso la riduzione del consumo di gas, i Paesi europei rischiano di rinunciare alla dipendenza dai gasdotti russi per un sistema GNL ridondante che espone ulteriormente il continente alla volatilità dei prezzi».
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