L’obiettivo della sostenibilità sociale delle imprese, delle istituzioni, dei territori e delle comunità rappresenta la sfida del futuro. Questo il concetto alla base degli interventi dei relatori chiamati da tutta Italia a confrontarsi durante la tavola rotonda, organizzata dalla Fondazione Isola d’Elba, per festeggiare i primi dieci anni di attività.
“Per sostenibilità – ha detto il Presidente Marco Mantovani in apertura dei lavori - si intende la capacità di mantenere nel tempo il valore dei prodotti, delle imprese e delle organizzazioni, producendo valore condiviso, impegnandosi nel costante miglioramento degli impatti non solo economici ma anche sociali ed ambientali.” Ma qual è il contributo che le imprese possono dare alla sostenibilità?” I cambiamenti normativi promossi dalla comunità europea – ha risposto Caterina Carletti, docente ed esperta di responsabilità sociale d’impresa, comporteranno per le aziende l’obbligo di presentare dei bilanci non solo economici ma anche sociali ed ambientali, che spingeranno il cambiamento dall’economia lineare a quella circolare”.
“Le normative relative al Terzo settore – ha sottolineato Giorgio Sordelli, esperto di formazione e progettazione sociale - stanno favorendo il cambiamento culturale, partendo dall’ascolto delle istanze dei territori, per rinsaldare i legami della comunità e salvaguardarne l’identità. Un cambio di paradigma in cui il ruolo del volontariato e dell’associazionismo sarà indispensabile.”
Bruno Lo Cicero, esperto di marketing e comunicazione sociale, ha messo in evidenza la necessità che il terzo settore dialoghi sempre più concretamente con le imprese e con le istituzioni, attraverso nuove narrazioni e nuovi strumenti, come indica la recente normativa del Terzo Settore.
L’importanza del sapere raccontare i territori e le proprie esperienze è stata sottolineata da Annalisa Galardi, docente di Comunicazione d’Impresa e membro del CdA della Fondazione A. Olivetti, citando l’esempio della storia di Adriano Olivetti, figura emblematica di una modalità di fare impresa, visionaria ed innovativa, che aveva al centro il benessere dei lavoratori e della comunità. “Nessun uomo è un'isola – ha esordito Annalisa Galardi - ma anche nessun'isola è un'isola”.
“Negli ultimi anni i temi ambientali sono stati e continuano ad essere al centro dell’attenzione – ha sostenuto Paolo Marcesini, giornalista, fondatore e Presidente di Italia Circolare – e assumono un ruolo rilevante per il benessere delle nostre comunità. Ma oggi questi temi non si possono separare da quelli sociali. Sull’Isola – ha proseguito Marcesini - si costruiscono e si immaginano nuove idee di futuro e la Fondazione Isola d’Elba può esserne l’incubatore. Definire, ascoltare progettare, condividere, misurare e comunicare la responsabilità sociale sono verbi che raccontano la nuova identità di un territorio e di una comunità”.
“Come recita la Convenzione di Faro - ha ripreso il tema Federico Ceschin, Presidente Simtur, editore ed ambasciatore del patto europeo per il clima – una comunità si riconosce nella condivisione di quei valori materiali e immateriali che la rendono unica. L’Elba è un’isola fragile per quanto bella e preziosa – ha proseguito Ceschin - che sta affrontando le sfide della doppia transizione, ecologica e digitale, e lo può fare con le leve della cultura e del turismo sostenibile. L'occasione del decennale della Fondazione Isola d'Elba è straordinaria per celebrare i grandi patrimoni di agrobiodiversità e geodiversità, ma anche per valorizzare le infinite esperienze di comunità, tra terra e mare.”
Alberto Improda, ceo dell’omonimo studio legale, presidente della Fondazione Città Italia e del Centro studi Cross Route Impresa, ha parlato di “economia della complessità” e del sempre più stretto rapporto fra Imprese ed Enti no profit.
“Tanto le prime quanto i secondi – ha dichiarato Improda - sono chiamati a svolgere un ruolo di primo piano per il Territorio, il Sociale, le Comunità. È il caso della Fondazione Isola d’Elba che nasce per iniziativa di imprenditori con una comune visione etica di sviluppo sostenibile basato sulla solidarietà e l'inclusione, il riconoscimento delle intelligenze e delle capacità, la valorizzazione e la tutela del patrimonio naturale, ambientale, storico e culturale dell’Elba. Un’idea potrebbe essere quella di coinvolgere in un progetto di futuro l’Istituto Universitario ISIA, con un particolare Know How in Design dei Territori.
“Un patrimonio culturale e sociale – ha ripreso il tema Sabina Nuti, rettrice e docente della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa - che non può andare disperso nonostante le difficoltà e lo spopolamento delle aree interne o insulari della nostra Regione. Dobbiamo mettere in campo intelligenze, tecnologie, risorse umane anche attingendo al volontariato che è sempre stato di grande aiuto nel sociale e nella sanità: l’Isola può diventare un modello da esportare altrove. Già da tempo il Sant’Anna collabora con la Fondazione e intendiamo continuare a dare il nostro contributo".
Ma quali sono le sfide dei prossimi dieci anni? Questo l’interrogativo posto alla platea da Patrizia Lupi, direttrice della Fondazione, a conclusione della Tavola Rotonda.
“La Fondazione promuove occasioni di incontro tra amministrazione pubblica, terzo settore e imprese, per promuovere alleanze di scopo e progetti condivisi – ha dichiarato Patrizia Lupi - come nel caso degli ultimi progetti finanziati da bandi regionali e nazionali. Il primo vede coinvolti settanta soggetti, dedicato alla cultura contadina grazie al quale sono stati attivati in tutte le scuole elbane laboratori e incontri per raccontare l’Isola, i mestieri, il paesaggio, la sua anima contadina. Il secondo, nell’ambito della digitalizzazione delle Imprese culturali, punta a creare un “Archivio della Memoria” attingendo ad archivi privati, di associazioni ed ETS per riordinare e censire un vasto patrimonio collettivo di immagini e documenti”.
L’incontro - al quale hanno partecipato numerosi ospiti, soci, amici, associazioni elbane ed autorità locali - si è chiuso con una promessa: ritrovarsi fra un anno per firmare un accordo di comunità fra profit e no profit di cui gli esperti saranno garanti e facilitatori. Accompagneranno la Fondazione in questo nuovo corso che inizierà con la raccolta delle istanze di sostenibilità sociale. Dai fabbisogni reali della comunità potranno nascere progetti di co-progettazione e co-programmazione dove imprese, Istituzioni e Terzo Settore disegneranno insieme un progetto di futuro sostenibile.