Conclusa l’indagine di mercato per definire la prossima organizzazione del servizio di cabotaggio marittimo, la Giunta regionale ha deciso di rinunciare ad una gestione unica, separando la linea A2 Piombino-Portoferraio, risultata economicamente interessante, da tutte le altre non appetibili. Una scelta che è stata accolta con forti perplessità, per non dire pesanti critiche da tutti gli schieramenti politici, dai Sindaci, dalle Associazioni di categoria e soprattutto dal Sindacato dei marittimi che, preoccupato per la sorte dei 260 dipendenti Toremar, ha indetto uno sciopero per domenica 21 luglio ed ha annunciato una estate di proteste.
Il 24 giugno il Consiglio regionale ha approvato, addirittura all’unanimità, una risoluzione nella quale si chiede al Presidente della Regione di assicurare “il mantenimento della GESTIONE UNITARIA del servizio di cabotaggio marittimo nell’Arcipelago toscano “ mettendo in gara “ un lotto unico che comprenda il finanziamento per la continuità territoriale di tutte le tratte……………, con l’obiettivo di garantire l’efficienza e la qualità del servizio, la tutela dei lavoratori marittimi oltreché la complessiva sostenibilità economica ed ambientale”.
Dopo questa presa di posizione del Consiglio che succederà? Bando unico per tutte le tratte come fu fatto nel 2011 o “spacchettamento” ? E’ questo il dilemma amletico che la Giunta regionale e l’Assessore competente Baccelli devono sciogliere. Ma sembra che sia difficile sciogliere il dilemma, tant’è che, molto probabilmente, ci sarà una ulteriore proroga del contratto con Toremar.
C’è chi sostiene che lo “spacchettamento” sarebbe stato “imposto” alla Regione dalla nuova Autorità di regolazione dei trasporti, istituita con il decreto legge n°201 del 6 dicembre 2011 . Nella bozza del Documento di economia e finanza predisposto dalla Giunta e che sarà portato all’esame e alla approvazione da parte del Consiglio regionale , si ipotizzano sempre due diversi modi di gestione del servizio di cabotaggio che sarebbero conformi “alle richieste della Delibera della Autorità di regolazione n°22 del 2019 e del Regolamento dell’Unione europea n°3577/1992”. In sostanza si cerca di addossare ad altri la responsabilità del frazionamento delle linee. Ma le cose non stanno così.
Il decreto legge n°201, all’art.37, in realtà non attribuisce alla Autorità il potere di imporre le modalità di gestione di un servizio pubblico, ma solo quello di “sollecitare e coadiuvare le Amministrazioni pubbliche competenti (nel nostro caso la Regione) alla individuazione degli ambiti di servizio pubblico e dei metodi più efficienti per finanziarli, mediante l’adozione di pareri”. Dunque l’Autorità può solo sollecitare e collaborare con la Regione e non imporre. Formulare pareri e non direttive vincolanti.
Nella delibera della Autorità n°22 del 13 marzo 2019 è scritto che se alcune Società di navigazione sono disposte a garantire i collegamenti in una determinata tratta anche senza corrispettivo economico, la Regione, per assicurare servizi più efficienti “VALUTA la possibilità di ricorrere alla imposizione di obblighi di servizio pubblico……..a tutti gli Armatori interessati”. “Dunque è la Regione che DEVE VALUTARE l’opportunità o meno di assoggettare le Compagnie di navigazione a determinati obblighi. E la nostra Regione, con l’Assessore Baccelli, ha valutato che sia opportuno imporre obblighi di servizio pubblico sulla linea A2 e stipulare un contratto di servizio con un Armatore per tutte le altre linee. In una parola ha scelto di “spacchettare”. Ed ha comunicato alla competente Autorità questa sua decisione inviando la Relazione sui risultati dell’indagine di mercato. L’8 maggio scorso l’Autorità ha espresso parere favorevole sulla Relazione PRENDENDO ATTO che “ la Regione INTENDE procedere con l’imposizione di Obblighi di servizio pubblico orizzontali sulla linea A2…….e affidare tramite Contratto di servizio ……..tutti gli altri servizi di collegamento marittimo”. Nessuna “imposizione” dunque. Nessuna richiesta vincolante da parte della Autorità.
Nella medesima delibera n° 22 del 2019 è scritto anche che, qualora dalla “verifica di mercato emerga invece che le esigenze di servizio pubblico non possano essere soddisfatte” con la semplice imposizione di obblighi, e credo che questo sia proprio il caso di tutte le piccole isole, la Regione “prima di avviare le procedure di affidamento del servizio tramite contratto di servizio DEFINISCE IL LOTTO o I LOTTI DI GARA…….. in grado di assicurare la massima partecipazione alla procedura (di gara) e la selezione dell’armatore più efficiente”. E’ sempre dunque la Regione e non l’Autorità che DOVRA’ decidere se mettere in gara un lotto unico o più lotti.
Anche il Regolamento dell’Unione europea NON OBBLIGA a spacchettare. All’art.4 è scritto che “Uno Stato membro può concludere contratti di servizio pubblico o imporre obblighi di servizio pubblico …..alle Compagnie che partecipano ai servizi regolari da, tra e verso le isole” E siccome lo Stato italiano ha attribuito le competenze in materia di trasporto marittimo locale alle Regioni, è la Regione e nessun altro Soggetto che DEVE SCEGLERE il tipo di gestione. Che può scegliere tra una gestione unitaria o spezzettata.
Ricapitolando, se si vuole evitare quello che i dirigenti locali del Partito democratico, De Rosas e Scelza, hanno definito giustamente una “sciagurata ipotesi” e cioè lo spacchettamento, c’è un solo modo. La Giunta e l’Assessore regionale facciano un passo indietro. Diano il via ad un bando di gara per la stipula di un contratto di servizio valido per tutte le isole e che contenga le proposte fatte dai Sindaci e dal Consiglio regionale. Un contratto, in sostanza, che dia attuazione all’art.119 della Costituzione che fa obbligo alla Repubblica di riconoscere “le peculiarità delle isole” e di adottare tutte “le misure necessarie a rimuovere gli svantaggi derivanti dall’insularità”.
Giovanni Fratini