L’avvio di un nuovo anno scolastico è sempre un giorno particolare che tutta la comunità dovrebbe vivere come una festa, perché l’istruzione è il cardine principale di una società viva, attenta ai bisogni di tutti e tutte, che non ha paura di aprirsi alle culture e mette al centro delle scelte i propri giovani.
Per questo è con particolare piacere che rivolgo un augurio di buon lavoro agli studenti e alle loro famiglie, agli insegnati, ai dirigenti e a tutto il personale della scuola.
Nei mesi scorsi, la costituzione di un tavolo permanente con la presenza di tutte componenti della comunità della scuola, ha consentito di mantenere uno scambio continuo su una serie di questioni riguardanti l’edilizia scolastica.
Anche in questi mesi estivi ho avuto modo di visitare tante scuole superiori della nostra provincia, ed ho incontrato insegnanti, presidi e parti sociali, con i quali mi sono confrontata sulle tante problematiche che affliggono le strutture.
Un metodo di lavoro che abbiamo instaurato e che ha permesso di socializzare problemi e bisogni di tutti gli istituti, ma anche di trovare soluzioni condivise e assumere impegni precisi e realistici.
In questo percorso non abbiamo mai nascosto le difficoltà in cui come Ente ci troviamo ad operare, con una scarsità di risorse che è inversamente proporzionale alle tantissime necessità rappresentate da ogni scuola, e con criticità che avrebbero avuto bisogno di interventi più tempestivi.
Il nostro impegno è quello di proseguire sulla strada avviata, insieme alla comunità scolastica, utilizzando nel migliore modo possibile ogni singola risorsa, con l’obiettivo comune di fare delle nostre scuole luoghi di eccellenza, tra innovazione e tradizione, cultura e didattica.
Un impegno che intendiamo mantenere anche nel richiamare l’attenzione del Governo e dello Stato sulla necessità di garantire adeguati investimenti per l'edilizia scolastica e per la scuola e l’istruzione.
Un ultimo, ma non meno importante saluto lo vorrei rivolgere ai tanti giovani che arrivano da paesi lontani o che in Italia sono nati avendo genitori immigrati, Ragazzi e ragazze che imparano ad essere italiani o che la nostra lingua la parlano già benissimo, perché è quella che hanno ascoltato fin da piccoli, frequentando le nostre scuole e giocando con i nostri figli.
Per questi ragazzi, che vivono con apprensione un futuro incerto ma che sono già il nostro futuro, l’istruzione è l’unica via per l’integrazione e l’unico modo per garantirsi una formazione adeguata e costruirsi una professione. Diamo loro la possibilità di diventare italiani a tutti gli effetti, senza perderci in formule politiche astruse e fuori dal tempo.