Un governo che non tollera il minimo il dissenso (e no, non sto parlando dell’America di Trump), in un paese in cui la cultura è l’ultimo dei pensieri, dopo tagli e scelte disastrose, adesso si fa fuori chi pensa liberamente.
La fondazione che deve far ripartire il Museo Ginori dopo i lavori di restauro in corso, da oggi ha un nuovo presidente e non è una buona notizia.
Il ministro Giuli, che alla fine dell’anno scorso confermava l’attuale presidente Tomaso Montanari (incarico gratuito, per la cronaca), storico dell’arte e uomo che ha dedicato alla cultura la propria vita, ha deciso ora di sostituirlo.
Al suo posto l’avvocato Marco Corsini, che non ho il piacere di conoscere. Leggo dal suo CV che è sindaco al terzo mandato di Rio, all’Isola d’Elba, che nella vita si è occupato di molte cose come la Pedemontana veneta, l’acquedotto di Peschiera, l’assessorato all’urbanistica a Roma con Alemanno ma mai, mai, mai di cultura o di fondazioni culturali.
Sembra che per questo governo non contino competenza, professionalità e passione e che non ci sia spazio in nessun luogo per chi la pensa diversamente.
Non so a voi, ma a me sembra gravissimo, un gesto dal sapore di epurazione.
La città di Sesto, i suoi cittadini e chiunque tiene al Museo Ginori e al patrimonio culturale italiano pretendono spiegazioni.
Lorenzo Falchi, Sindaco di Sesto Fiorentino (AVS)