Faccio subito mea culpa: quando Riccardo Cacelli lo ha proposto e molto carinamente, anni fa, me lo aveva raccontato in una call, l’avevo bollato come infattibile. Più una battuta che una cosa seria.
Ogni mareggiata, ogni rischio che qualcuno non possa viaggiare per salute, per lavoro, per studio, ho ripensato al tunnel tra Piombino e l’Elba.
Prima di Natale, con Cacelli e con Roberto Antonini abbiamo fatto una nuova call, un po’ più approfondita dell’altra, e la sua idea mi è parsa più attuale.
Con molti dubbi ancora, ma in fin dei conti sostenibile e realizzabile.
Qualcosa che ormai nel mondo, soprattutto nel nord Europa, è all’ordine del giorno.
Ho pensato ai pro e ai contro.
Parto dai contro: andrebbe valutato con estrema accuratezza l’impatto ambientale della costruzione che non sarebbe banale; a luglio e agosto bisognerebbe limitare l’accesso di auto che potrebbero prendere d’assedio l’isola. Auto badate, non persone che potrebbero arrivare con un servizio efficiente di trasporto pubblico o misto pubblico/privato.
Non me ne sono venuti in mente altri.
I pro stanno nella fine della condizione di marginalità dovuta all’insularità.
Cambierebbe tutto.
Sanità, servizi, scuola, costo delle materie prime, prodotti nei supermercati, costo della benzina. Questo per i residenti.
Penso che cambierebbe tutto anche per il turismo e quindi per l’economia, per chi all’Elba ha deciso di investire e magari ora sta pensando di lasciare a causa di una stagionalità sempre più corta.
L’Elba sarebbe davvero accessibile comodamente 12 mesi all’anno e credo che la bassa stagione farebbe un salto di qualità enorme.
Ho pensato anche alle cose che dicevo qualche settimana fa e cioè che io penso che nei prossimi anni, in inverno, noi avremo la garanzia solo delle corse sovvenzionate dalla Regione. Che sono poche per le nostre necessità, per la nostra vita.
Il resto sarà anti economico e verrà tagliato.
Il costo: ho studiato un po’, secondo me potrebbe aggirarsi sui 600/700 milioni (ma non sono un esperto, ho preso ad esempio il Ryfylke tunnel norvegese di recente costruzione che è costato circa 700).
25/30 anni di fondi regionali per la continuità territoriale. Non molto, secondo me.
Tempi: una decina d’anni, per Ryfylke ne hanno impiegati 7.
I trasporti via mare potrebbero tranquillamente continuare, per chi vuole. Turisticamente è sempre bello arrivare via mare.
O magari per alcune tipologie di merci, magari di notte.
Quindi: mi piacerebbe aprire da subito una discussione politica/ambientale e istituzionale/tecnica sulla fattibilità di un progetto del genere inquadrato in una logica almeno regionale, non solo elbana.
Mi piacerebbe parlarne con le ragazze e i ragazzi che dovranno vivere e lavorare sulla nostra isola nei prossimi decenni.
Avere uno studio con dei dati potrebbe aiutarci in qualsiasi riflessione.
Io credo che con l’ingegneria attuale e la tecnologia del 2025, non si possano avere gli stessi limiti di 50 anni fa.
Ovviamente sono curioso delle vostre opinioni!
Simone De Rosas