Le “prove tecniche di rottura del centrosinistra” a Portoferraio si stanno compiendo ed è assai probabile, a sentire l’aria che tira, che vadano a “buon” compimento.
Pare che nel giro di un mese la situazione si sia totalmente ribaltata, con le destre che potrebbero trovare una sia pur sofferta unità, dopo che erano volate tra cavalli di razza e cavallucci accuse pesanti, mentre sull’altro fronte, dove il cartello PD-SEL sembrava già composto (tanto che non si erano effettuate le primarie di coalizione) intorno alla candidatura di Cosetta Pellegrini, dire che siamo in alto mare, ci pare poco.
Proviamo a spiegare il perché senza gli arzigogolii dei comunicati ufficiali (peraltro assenti) in modo che tutto risulti comprensibile anche al comune lettore.
Il principale oggetto (anzi soggetto) del contendere è Danilo Alessi che ha annunciato le sue dimissioni da Sindaco di Rio Elba in vista di una candidatura “ferajese”, e sul quale SEL puntava come elemento di peso e prestigio da inserire nell’amministrazione del capoluogo elbano.
Sulla presenza di Alessi nella futura compagine (che spera) di governo il PD ha opposto fino ad ora un netto NO, mentre SEL altrettanto nettamente non intende recedere dalla sua presenza in lista.
E’ vero che c’è anche un contenzioso sulle linee programmatiche che SEL lamenta siano state presentate dalla candidata (con il logo) senza un suo coinvolgimento, ma il principale non composto scontro è sulla composizione della lista.
Questo al momento lo stato dell’arte, e non abbiamo alcuna intenzione di tentare di spiegare (magari andando a frugare in storici ricordi risalenti a quando i protagonisti delle odierne diatribe stavano nello stesso partito) le ragioni di queste contrapposte rigidità.
Ci interessa piuttosto ragionare sugli scenari possibili che da questa spaccatura potrebbero derivare. Anche se è vero che sembra sia passata un era geologica da quando il centrosinistra nelle sue diverse componenti si è presentato all’elettorato, ed è impossibile fare stime preventive, è chiaro che l’apporto di suffragi di SEL potrebbe risultare decisivo (ricordiamo che la sua ultima vittoria il centrodestra nel 1999 la strappò per 57 voti) .
Ugualmente chiaro pare che le chance di conquista del comune di una lista di SEL, sia pure guidata da un nocchiero di lunghissima esperienza , siano prossime allo zero, e che anche volendo puntare al ruolo “di testimonianza”, da terza forza rappresentata in consiglio comunale, il cammino non sarebbe scontato, vista la ormai quasi certa presenza in campo del M5S, che non crediamo riuscirà a confermare i voti politici raccolti nel 2013 traducendoli in amministrativi, ma un suo spazio lo avrà di certo e giustamente.
In tal caso possibile sponda per SEL potrebbe essere costituita (specie pigiando l’acceleratore della polemica con il PD e degli spunti critici verso la passata amministrazione) dall’area degli Scoglio Attivi (ovviamente su singoli elementi) e dal nucleo storico di Rifondazione, ma forse, limitatamente a questi soggetti, la lunga navigazione di Alessi, la sua storia ed il suo essere da sempre politico, costituirebbe più che un appeal un deterrente.
Come dire che tanto per il PD che per SEL andare divisi alla competizione elettorale ferajese, se non è un suicidio politico dichiarato, molto poco ci manca.
Credendo di interpretare il pensiero di quella parte dei nostri lettori che si identificano con le idee ed i valori del centrosinistra, ci permettiamo di suggerire un generale rinsavimento delle parti (tutte) in causa, suggerendo loro di trovare la pazienza e la tolleranza di rimettersi a dialogare, se non per il bene, per il meglio possibile delle nostre comunità, che è comunque più importante delle nostre singole persone, delle nostre aspirazioni, delle inimicizie e dei rancori.
Chi ha più capo - dicevano i nostri vecchi - l'addoperi.