Le forti piogge che hanno preceduto i prelievi realizzati all’Elba il 15 giugno dai tecnici di Goletta Verde hanno fatto emergere alcune criticità nella fotografia scattata da Goletta Verde: un prelievo fortemente inquinato alla Foce a Marina di Campo, uno inquinato a Margidore, nel Comune di Capoliveri ed uno lievemente inquinato al Moletto del Pesce (lato interno all’area portuale) a Marciana Marina.
L’obiettivo del monitoraggio di Goletta Verde è quello di individuare i punti critici, Legambiente, è bene ribadirlo, effettua un’istantanea che non vuole sostituirsi ai monitoraggi ufficiali. I parametri indagati sono microbiologici (enterococchi intestinali, escherichia coli) e vengono determinati inquinati i risultati che superano i valori limite previsti dalla normativa sulle acque di balneazione vigente in Italia (Dlgs 116/2008 e decreto attuativo del 30 marzo 2010) e fortemente inquinati quelli che superano di più del doppio tali valori. Quindi si tratta di parametri che non hanno niente a che fare con la “torbidità dell’acqua portata dalla pioggia e dai fossi, ma sono il segnale di un inquinamento di origine fecale.
Facendo il confronto con il Portale delle Acque del Ministero della Salute, dei 3 punti inquinati uno (Moletto del Pesce di Marciana Marina) non è campionato dalle autorità competenti e 2 risultano invece balneabili: Margidore (punto di prelievo Arpat Golfo Stella Ovest) e Foce fosso della Galea/La Pila a Campo nell’Elba, risultano avere una qualità eccellente per l’Arpat.
Per quanto riguarda il Moletto del pesce a Marciana Marina va sottolineato che la situazione si è rivelata, con un inquinamento appena sopra i limiti di legge, molto migliore rispetto agli inquinamenti registrati nello stesso punto da Goletta Verde tra il 2010 e il 2012, probabilmente sia per la bassa stagione turistica (i prelievi all’Elba sono stati realizzati il 15 giugno), sia per l’effetto diluizione delle piogge sul troppo-pieno fognario che da problemi nell’area. Le forti piogge della nottata precedente che hanno investito l’Elba hanno invece fatto emergere problemi per la foce dei fossi Galea/La Pila solitamente occlusa dalla sabbia della spiaggia nel periodo estivo. E’ evidente che il problema alla Foce a Marina di Campo non è a mare (l’area è infatti dotata di depuratori) ma a terra e che nel fosso ci sono sversamenti abusivi di liquami che la nuova Amministrazione Comunale e gli enti preposti farebbero bene ad individuare, altrimenti il problema si presenterà ogni volta che un grosso temporale riaprirà la Foce.
Per quanto riguarda Margidore, non nuovo a problemi di questo tipo e dove esiste un vecchissimo depuratore già insufficiente e malfunzionante, qualcosa non va nonostante il prolungamento della condotta di scarico sottomarino che l’ha portata a norma. Lo stesso Studio di Incidenza (ottobre 2013) del nuovo regolamento Urbanistico di Capoliveri quando si occupa di Margidore, alla voce “Fognatura e depurazione” sottolinea: «La Realizzazione delle previsioni insediative è subordinata alla preventiva predisposizione di una rete fognaria adeguata al nuovo carico urbanistico e alla realizzazione di un idoneo impianto di depurazione». E’ anche da segnalare la contiguità, senza praticamente soluzione di continuità, tra l’area balneabile e il nuovo “porticciolo/campo boe”. Ci sembra necessario definire e segnalare meglio un’area cuscinetto “di rispetto”, visto anche il continuo traffico di barche a mare e di veicoli sulla spiaggia, in un’area che pure fa parte per metà (quella interessata dal prelievo) del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, anche se non sembrerebbe per come viene usufruita.
Va anche detto che problemi per la depurazione all’Elba erano già stati segnalati da due autorevolissime fonti: il rapporto “State of the Mediterranean marine and coastal environment”, realizzato dal centro studi Grid-Arendal per l’United Nations Environment Programme (Unep) ed il Mediterranean Action Plan, e la “Procedura di infrazione 2014/2059 – Attuazione in Italia della direttiva 1991/271/CEE concernente il trattamento delle acque reflue urbane (ex Pilot 1976/2011/ENVI)”, inviata alla governo italiano dall’Unione europea il 31 marzo 2014. (si veda allegato).
L’Elba dimostra però di avere tutte le potenzialità per risolvere i problemi, come dimostrano i due risultati molto positivi dei prelievi alla foce del fosso di Campo all’Aia, nella Spiaggia di Procchio (Comune di Marciana) e di Portoferraio a Punta della Rena, dove dovrebbe sorgere il contestato villaggio della “Calle” del Water Front, un’area costiera e una zona umida di grande rilievo ambientale a sud della baia di Portoferraio e proprio tra due punti risultati inquinati nel 2013, questa volta i tecnici di Goletta Verde hanno registrato dati assolutamente nella norma.
«I nostri prelievi si concentrano nei punti critici della costa, in particolare su spiagge e tratti di mare dove insistono foci di fiumi o canali, fattori che potenzialmente rappresentano una fonte di inquinamento a causa di reflui non opportunamente depurati e dunque inquinati dal punto di vista batteriologico I giorni che hanno preceduto i campionamenti sono stati caratterizzati da pioggia e questo può avere influito sulla qualità delle acque campionate – conclude ha detto Serena Carpentieri, portavoce di Goletta Verde - Le condizioni meteorologiche non possono però essere un alibi, specialmente per una regione come la Toscana che si distingue in Italia per una buona efficienza depurativa. Anche l’’Elba dimostra di avere tutte le potenzialità per risolvere i problemi con alcuni interventi strutturali, gestionali e manutentivi, come dimostrano i dati positivi dei prelievi alla foce del fosso di Campo all’Aia e di Portoferraio. Ci auguriamo quindi che il nostro approfondimento possa essere da sprono per prevedere indagini di approfondimento e iniziare la stagione balneare al meglio delle capacità che il mare toscano offre».
Il Monitoraggio scientifico
I prelievi e le analisi di Goletta Verde vengono eseguiti dal laboratorio mobile di Legambiente che anticipa il viaggio dell’imbarcazione a bordo di un laboratorio mobile attrezzato. I campioni per le analisi microbiologiche sono prelevati in barattoli sterili e conservati in frigorifero, fino al momento dell’analisi, che avviene nel laboratorio mobile lo stesso giorno di campionamento o comunque entro le 24 ore dal prelievo. I parametri indagati sono microbiologici (enterococchi intestinali, escherichia coli) e chimico-fisici (temperatura dell’acqua, pH, ossigeno disciolto, conducibilità salinità). Le analisi chimiche vengono effettuate direttamente in situ con l’ausilio di strumentazione da campo.
Il numero dei campionamenti effettuati viene definito in proporzione ai chilometri di costa di ogni regione.