Domenica pomeriggio erano molte più di quanto si aspettava Legambiente le persone che hanno partecipato alla passeggiata/blitz/flash mob “primavera per Galenzana” organizzata via Facebook e con il passaparola dai soci campesi del Cigno Verde isolano gli ambientalisti in difesa della spiaggia simbolo del movimento ambientalista isolano. Oltre ai soci di Legambiente c’erano infatti tanti amici di Galenzana, esponenti di altre associazioni come l’ENPA, bambini e qualche cane, particolarmente soddisfatti per una gita al mare con così tanta gente tranquilla e determinata.
Infatti, dopo essere riuscita ad impedire un devastante progetto di Porto Turistico - con tanto di tunnel di collegamento - , tentativi reiterati di speculazione edilizia ed aver contribuito all’inserimento nella spiaggia nel territorio del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, Legambiente per anni ha lottato per mantenere aperta la strada costiera “storica” che portava alla scogliera ed alla spiaggia di Galenzana ed alle spiaggette dei Salandri – dall’estate 2014 chiusa con una staccionata e occultata con frasche - e denunciato lo spostamento del percorso per arrivare a Galenzana e l’allargamento del piano di calpestio a danno della vegetazione protetta e dei muretti a secco.
L’ultimo episodio denunciato da parte di ambientalisti e cittadini è stato il tentativo di realizzare nelle prime settimane del 2015 una strada carrabile sul crinale che porta a Capo Poro, anche qui con interventi sulla vegetazione e con il tentativo di deviare il tracciato storico.
Come ha detto un partecipante alla passeggiata/blitz, «Galenzana è quello strano posto nel quale si chiudono le strade pubbliche dove la gente è sempre passata e si aprono nuove strade passando su terreni di altri o per far passare la gente dove vogliono i privati».
Non a caso la prima tappa fotografica del blitz è stata alla recinzione del cantiere di un magazzino costiero che ha subito un enorme ampliamento e che, dopo una segnalazione di Legambiente, è stato messo sotto sequestro dal Corpo forestale dello Stato in seguito all’intervento della Magistratura.
Dopo gli ambientalisti hanno risalito la strada fino a villa Oldrini, dove hanno potuto verificare non solo i lavori di ampliamento del sentiero per Capo Poro, per renderlo carrabile, ma anche il tentativo – tra l’altro sbagliato – di deviazione del percorso e l’abbandono della vegetazione divelta che, così come quella più in basso che ostruisce il sentiero costiero, rappresenta un grave rischio per l’innesco di incendi.
Ultima tappa del blitz la magnifica spiaggia di Galenzana, dove il gruppetto di escursionisti superstiti ha nuovamente esposto lo striscione “giù le mani da Galenzana”, ripulito la spiaggia e fatto merenda con un dolce preparato da Fiorella.
Qui gli escursionisti che hanno partecipato al blitz hanno “subito” la divertente provocazione di un anziano signore, che sembrerebbe essere il tuttofare dell’agriturismo di Galenzana, che alla fine ha accusato gli ambientalisti di fregarsene se la gente defeca accanto alla vecchia fornace – trasformata in mini-appartamento – di Galenzana, per poi andarsene sconsolato, ma solo dopo aver scattato una foto ai partecipanti al blitz, come faceva da più lontano una signorina. Come ha detto una signora che ha partecipato al blitz, «E’ stato un siparietto molto divertente, ma per le foto di chi ha partecipato basterebbe guardare sulla pagina Facebook di Legambiente o leggere i giornali locali che le pubblicheranno».
Legambiente Arcipelago Toscano ringrazia tutti i partecipanti e rivolge alcune richieste alle Istituzioni:
1) Al Comune di Campo nell’Elba viene nuovamente chiesta la riapertura dello storico sentiero costiero per Galenzana ed i Salandri che, come attesta la presenza di una discesa artificiale costruita sulla scogliera, era l’accesso principale alla spiaggia, tanto che nel 1994 venne ripulito e ripristinato da un campo di lavoro “Elbambiente” organizzato da Legambiente ed Associazione Albergatori Elbani e la cui “inaugurazione” venne trasmessa dalla “Sereno Variabile” su RAI 2.
2) Eliminazione delle frasche che ostruiscono il sentiero e di quelle prodotte dal tentativo di ampliare/spostare il sentiero di crinale che va verso Capo Poro.
3) Maggiori controlli sia sull’occupazione di gran parte della spiaggia di Galenzana da parte di un Punto Blu che della gestione dell’arenile, visto anche lo strano ammucchiamento di sassi sul lato occidentale della spiaggia osservato dagli escursionisti
Al Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano Legambiente ed i partecipanti al blitz chiedono la riapertura e una migliore segnalazione della rete sentieristica all’interno dell’area protetta che collega Punta Bardella a Capo Poro e soprattutto, visto il preoccupante ed avanzatissimo processo di erosione della parte orientale della spiaggia di Galenzana – ormai praticamente scomparsa – un progetto di recupero della fascia costiera, anche con rinaturalizzazione e ingegneria ambientale, che consenta di fermare l’erosione di una spiaggia che qualcuno sta tentando di privatizzare ma che gli interventi sbagliati dell’uomo e l’abbandono da parte dei poteri pubblici rischiano di far scomparire.