Le isole dell’Arcipelago con la loro posizione tra la penisola italiana e il gruppo insulare sardo – corso, si trovano su una delle rotte preferenziali dell’avifauna migratrice, nei suoi spostamenti sulla direttrice Sud - Nord in primavera e viceversa, durante il rientro verso il continente africano, nel periodo autunnale.
Migliaia di viaggiatori alati passano sulle nostre teste in occasione dei viaggi di andata e di
ritorno, fermandosi a volte a riposare e ristorarsi proprio su questi “ponti” naturali che sono le nostre isole.
Molti sono i rapaci avvistati sui monti riesi in questi giorni di passaggio e poi ancora su Pianosa, quasi una “portaerei” naturale che si estende a sud-ovest dell’Elba in direzione della Corsica.
Qualche giorno fa ai bagnanti sulla spiaggia pianosina si presentava uno spettacolo unico con quindici grossi rapaci, probabilmente poiane, che hanno volteggiato alte sull’arenile spostandosi progressivamente verso ovest.
Gli ardeidae, per intendersi gli appartenenti alla famiglia degli aironi e le garzette, sono tra gli altri viaggiatori che frequentano così i nostri lidi e altri fotografi hanno già documentato la presenza di gruppi di aironi in questo settembre.
Nella primissima mattina di giovedì 20 settembre è ancora buio quando sento il caratteristico verso rauco dei grandi volatili: Portoferraio con la sua vasta rada e zona di aree umide limitrofe, poi trasformate in saline, deve essere stata una loro tappa di viaggio da sempre.
Decido così di mettere in programma una visita alle laguna nella più tarda mattina: arrivato presso il bacino termale di San Giovanni la presenza di ben cinque grandi aironi cinerini (Ardea cinerea) conferma i versi ascoltati di primo mattino.
Dopo attimi di osservazione comprendo che in realtà i viaggiatori sarebbero solo quattro mentre il quinto che non farebbe parte del gruppo continua a puntare a testa bassa i forestieri senza dare loro tregua.
Nello stesso periodo l'anno scorso avevo documentato con le immagini un simile comportamento di mobbing (dall'inglese to mob vale a dire assalire, molestare)... Si tratterà dell'airone elbano, già ben noto e ritratto il giorno prima, che difende probabilmente il proprio territorio? Ad osservare il “balletto” dei cinque viene da sorridere e da pensare … Continuo a ritrarre la scena con la macchina fotografica osservando l'airone locale che non concede quartiere agli altri tenendo testa a tutti. Gli altri forse sono stanchi e vogliono solo riposare per riprendere il viaggio, magari ristorandosi un po' con i pesci che abbondano nel basso fondale, non hanno certo voglia e forza di intraprendere una rissa ... uno di loro apre il becco come per dire qualcosa … Penso che in quel momento ci possa essere cibo almeno per almeno altri 30 e più esemplari … ma la disfida prosegue. Forse è il solito carattere più ruvido degli isolani … forse l'airone nostrale ha
viaggiato meno ed ha una visione più ristretta del mondo … niente da fare … partono inseguimenti e spintoni. Penso anche che gli spazi delle zone umide un tempo molto più vaste e tranquille oggi si sono ristrette e questi animali, se vogliamo di dimensioni importanti rispetto ad altre specie più piccole, sentono la pressione lottando per il loro territorio e la sopravvivenza.
Finisco di documentare la scena e me ne vado un po' dispiaciuto dall'episodio pensando che purtroppo anche il mondo animale non è affatto immune da simili comportamenti violenti ... Qualche giorno dopo va meglio ... ho la fortuna di documentare un altro passaggio di aironi, o forse meglio, un gruppo di 13-14 garzette (Egretta garzetta) … mentre sono sulla nave delle 8 da Portoferraio lo stormo passa sulla città diretto prima verso le Saline dove sembrano rallentare e raggrupparsi per poi riprendere allungandosi, sfiorando Le Grotte e seguendo le linee della costa verso la zona umida delle Prade … la nave si allontana e non riesco a riprendere oltre, ma sono comunque soddisfatto di aver ritratto seppur da lontano il volo di questi bianchi e leggiadri animali.
Antonello Marchese