“Si è conclusa con successo la realizzazione del nuovo depuratore di Portoferraio in località Schiopparello della potenzialità complessiva di 22.500 abitanti equivalenti con la costruzione anche di 8 km di condotte di spinta e due nuove stazioni di sollevamento, come da progetto del Piano Stralcio approvato da AIT con Del. 15/2006, per un investimento complessivo di oltre 9 milioni di euro.
Il progetto del nuovo depuratore di Schiopparello, escluso dalla verifica di assoggettabilità alla VIA con Det. della Provincia di Livorno n. 72 del 29/04/2011 ed approvato nella conferenza di servizi in data 29/11/2012 indetta da AIT (ex-ATO n.5), ha previsto che lo scarico finale delle acque depurate e post-trattate con sistema terziario con ultrafiltrazione a membrane (MBR), per rendere le acque idonee al riutilizzo per scopi irrigui o industriali, fosse convogliato mediante una tubazione di scarico verso Portoferraio per una serie di valutazioni tecniche accolte dalla conferenza di servizi, con il contributo degli Enti chiamati a definire la fattibilità del progetto.
Non fu ritenuto idoneo in tale contesto deliberativo autorizzare lo scarico delle acque provenienti da Portoferraio nel fosso Fabbrello, corpo idrico precedentemente autorizzato per le acque provenienti dal piccolo agglomerato di Schiopparello, in quanto l’aumento di portata previsto per lo scarico del nuovo depuratore fu ritenuto infatti non compatibile con la capacità idraulica recettiva di questo corso d’acqua, pur con la garanzia ambientale di acque depurate con un grado di efficienza superiore a quello del vecchio impianto.
A questo si aggiunga che la presenza nell’area di pozzi, utilizzati in casi d’emergenza per l’uso idropotabile, rendeva maggiormente interferita tale soluzione.
Canalizzare le acque fino al punto di scarico e convogliarle a mare presso la località Magazzini, alle foci del Fabbrello nel golfo di Schiopparello, fu ritenuto altrettanto critico per il profilo costiero: la sensibilità dell’area di pregio destinata alla balneabilità e la presenza di bassi fondali vicino alla linea di spiaggia rendevano la soluzione poco praticabile.
Tale soluzione inoltre avrebbe impedito ogni possibilità futura di destinare le acque al riutilizzo vista la scelta progettuale di adottare il sistema di post- trattamento a membrane (MBR), che le rende già idonee al riuso irriguo e/o industriale/cantieristico: un valore aggiunto per la razionalizzazione ed il risparmio dell’uso della risorsa idrica sull’Elba.
Per questi motivi, fu ritenuta valida la soluzione di utilizzare lo stesso tracciato della fognatura di invio delle acque raccolte dalla rete fognaria dall’agglomerato di Portoferraio al nuovo depuratore di Schiopparello come tracciato ottimale per riportare le acque depurate e rese idonee al riuso in zone dove lo stesso poteva essere favorito come nello specifico l’area del golf, l’area zona industriale ed agricola e le zone della cantieristica navale .
Il percorso di detta tubazione di scarico è stato studiato quindi come un vero e proprio acquedotto industriale, in grado di finalizzare gli obiettivi del riuso delle acque depurate come sopra indicato, una volta che ne fossero emerse le effettive necessità e condizioni del suo riuso.
In attesa di avviare le forniture per il riutilizzo, è stato previsto che le stesse acque depurate fossero integralmente recapitabili allo scarico in un corpo idrico recettore idoneo. A tal fine, dagli studi è risultato il più idoneo a sostenere il ricevimento di tali portate di scarico il fosso della Madonnina, in quanto posto nelle immediate vicinanze dell’agglomerato urbano e dotato di una sezione idraulica e di un significativo bacino imbrifero di monte .
La collocazione del punto di scarico sul Fosso della Madonnina fu definita in accordo con il Genio Civile – Regione Toscana, Ente che ha espresso l’autorizzazione ai fini idraulici dello stesso, tenendo conto non solo degli aspetti di compatibilità e sicurezza idraulica ma anche della previsione dello spostamento/allargamento del ponte sulla strada provinciale .
In conclusione ASA ha correttamente applicato le specifiche raccomandazioni fornite dagli enti con contestuale analisi tecnica di fattibilità e dei costi/benefici di ogni opzione vagliata.
Lo scarico terminale dell’impianto di depurazione nel Fosso della Madonnina è regolarmente autorizzato con Autorizzazione Unica Ambientale (AUA Regione Toscana Dec. Dir. 13.294 del 22/08/2018), ed è ampiamente conforme ai limiti ambientali della legge (D.Lgs 152/2006), vista soprattutto efficiente tecnologia impiegata di ultrafiltrazione delle acque ad MBR.
Questa moderna ed avanzata tecnologia, unità al nuovo processo biologico di depurazione, rappresentano una elevata garanzia ambientale poiché, come detto, sono in grado di rendere le acque trattate addirittura conformi anche al loro riutilizzo industriale ed irriguo, nel il rispetto di una norma (DM 185/2003) ben più restrittiva di quella dello scarico in acque superficiali per i parametri chimico/fisici e batteriologici.
Si prevede quindi che in futuro, grazie proprio all’incentivazione al riuso di queste acque trattate in un quadro generale degli obiettivi di risparmio idrico e di salvaguardia delle risorse di migliore qualità da destinare agli usi potabili, le portate allo scarico nel fosso della Madonnina diminuiranno”.
ASA SpA