Venerdì 17 maggio (organizzato dal Comune di Capoliveri con la collaborazione del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano e Coldiretti Isola d’Elba) si è tenuto presso il Circolino di Lacona gremito da un folto pubblico di produttori agricoli Elbani, ma anche da numerosi coltivatori amatoriali, il Convegno sull’Emergenza Xylella; in realtà sono state illustrate anche le altre avversità che affliggono sempre più frequentemente non solo le nostre colture, ma anche il patrimonio vegetazione spontaneo.
“Il Comune di Capoliveri ha fatto e farà sempre la sua parte per tutelare aziende e colture” ha detto il Sindaco Barbetti che ha aperto i lavori, “adesso, a maggior ragione, dal momento che sono emerse nuove problematiche molto serie, continueremo nella direzione tracciata questa mattina; faremo di tutto per tutelare il nostro territorio e valorizzare una risorsa importante come l’agricoltura, fondamentale per uno sviluppo sostenibile”.
L’Assessore alle politiche agricole Marco Cardenti, promotore del convegno, ha poi spiegato le motivazioni che hanno spinto il suo assessorato ad affrontare questo tema “perchè non possiamo perdere tempo, non deve succedere come è accaduto con le palme a causa del punteruolo rosso. L’olivo, come la vite, rappresentano la nostra storia, la nostra cultura. Siamo in un’isola, questo rappresenta un enorme vantaggio rispetto alla terraferma, pertanto abbiamo l’obbligo di fare una vera prevenzione”.
Roberto Minelli Segretario di Coldiretti Isola d’Elba ha poi messo in evidenza come “ l’olivicoltura sia ormai una realtà anche economica che crea indotto; oltretutto la qualità del nostro olio è di pari livello a quella dei migliori olii toscani. L’agricoltura elbana è in ottima salute, ma ha bisogno del sostegno delle Amministrazioni locali”.
Il convegno è entrato nel cuore del problema con l’intervento dell’Agronomo Roberto Mastrodicasa, il quale ha subito precisato che: “la Xylella non attacca solo l’olivo, ma anche la vite ed altre colture, anche la macchia mediterranea; dal momento che non esiste ancora un rimedio certo, l’unica cosa che possiamo fare è prevenzione e soprattutto segnalare agli organi competenti, anche nel dubbio, laddove dovessero essere individuate piante con sintomi sospetti”.
Le problematiche relative alla vite, vero “pilastro” della nostra agricoltura, sono state illustrate dall’Agronomo Italo Sapere, che ha fatto un excursus delle varie patologie tipiche della vite; per Sapere “conoscere il territorio, le sue peculiarità, i suoi bisogni e conoscere i pericoli cui le nostre colture possono andare incontro è fondamentale per creare un percorso consapevole ed efficace di contrasto agli attacchi esterni sempre più frequenti per tutta una serie di motivazioni, come i cambiamenti climatici, la facilità di trasportare le piante da un continente all’altro”.
Ha chiuso i lavori la Dr.ssa Francesca Giannini, biologa del Parco Nazionale dell’Arcipelgo Toscano, che ha parlato delle avversità del patrimonio vegetazionale spontaneo (Leccio, Castagno, etc.); anche in questo caso “la tempestività è fondamentale, come fondamentale è considerare il patrimonio vegetazionale spontaneo e le colture agrarie non come due mondi separati, ma come un grande unicum”.
Il filo conduttore del convegno, i concetti che uniscono le conclusioni dei relatori, sono rappresentati dalla prevenzione e dalla tempestività degli interventi. Ma non dovrà mai venire meno la sinergia tra operatori del settore ed Enti.